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Barella: «Futuro ancora da valutare. Inter? Non so niente»

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Nicolò Barella si racconta a tre giornate dalla fine del campionato. Il centrocampista del Cagliari parla del futuro ma analizza anche l’annata in corso

A tre giornate dalla conclusione del campionato di Serie A il Cagliari insegue un piazzamento dalla parte sinistra della classifica e attende ancora la matematica per una salvezza che appare già in cassaforte. A raccontare il momento dei rossoblù ai microfoni di Radiolina è Nicolò Barella, che parte dal futuro personale: «Ci sono tre partite e voglio farle al massimo. Poi ci siederemo con il presidente e il mio agente per valutare il futuro migliore per me e per il Cagliari. Scrivono di un accordo con l’Inter? Io non ne so niente. Inghilterra? Al momento è il calcio più bello, probabilmente le due finali europee conteranno ben quattro squadre inglesi».

Disciplina in campo e posizione dietro le punte: «Ultimamente sto riuscendo a prendere meno ammonizioni, conta anche la posizione perché da trequartista sono meno nel vivo della fase difensiva. Mi sento una mezzala ma da quando il mister mi ha messo sulla trequarti mi trovo bene. Ho imparato tanto, l’allenatore mi ha insegnato tante cose».

Sui compagni e sul rendimento sotto porta: «A Napoli avevo visto partire Pavoletti, volevo dargliela un po’ più forte ma è andata comunque bene. Mi aspettavo l’annata di Cragno perché lo vedo in allenamento e l’ho visto crescere tanto in questi due anni. Fra i pali per esplosività è il migliore d’Italia. Dovrei segnare un po’ di più, ci si è messa anche la sfortuna perché ho preso diversi pali e traverse. Con Maran ci siamo sempre parlati senza peli sulla lingua, è uno che dice quello che pensa. Tatticamente credo che sia l’allenatore più determinante nella mia carriera».

I propositi del Cagliari per il finale di stagione: «Dopo la vittoria col Chievo abbiamo capito il problema della trasferta, ora prima della gara ci carichiamo tanto e non ci pesa essere in un ambiente ostile. Anche a Napoli abbiamo dimostrato di avere voglia di far bene. Cercheremo di vincere le ultime tre, vogliamo arrivare più in alto possibile. Stiamo preparando bene la gara con la Lazio, metteremo in campo anche la rabbia per non aver preso a Napoli i punti che meritavamo».

Barella racconta anche le sensazioni azzurre: «Dopo il gol in Nazionale non pensavo tanto al fatto che sono l’unico cagliaritano ad aver segnato con la maglia dell’Italia, è una cosa che ho realizzato in seguito e fa una certa impressione. Non mi aspettavo di diventare subito protagonista in azzurro, devo ringraziare ct e compagni perché mi hanno fatto sentire subito importante. Mi hanno colpito giocatori come Chiellini, con cui in campo litigo sempre e invece lì mi ha accolto in modo splendido».

Il percorso dalle giovanili alla prima squadra: «La costanza fa la differenza, ho sempre voluto giocare nel Cagliari davanti alla mia gente. Lo sognavo fin da bambino, ero allo stadio in quella famosa rimonta contro il Napoli nei minuti di recupero. Oggi portare la fascia di capitano della squadra della mia città non è un peso, è un orgoglio. Ho visto altri ragazzi che meritavano durante la mia trafila nelle giovanili, Loi ad esempio pensavo che avrebbe sfondato e invece non ha raggiunto ancora alti livelli. Deiola per esempio c’è riuscito con tanto sacrificio».

Fra gli idoli di Barella, come prevedibile, c’è del rossoblù: «Come ho sempre detto da bambino mi entusiasmavano le giocate di Stankovic, poi crescendo ho conosciuto la figura di Daniele Conti e lui non può non essere un idolo. Con Nainggolan ci somigliamo un po’ come modo di giocare, pur con caratteristiche diverse. Cossu è stato un fratello maggiore calcistico, inizialmente mi rimproverava spesso ma poi ho capito che voleva farmi capire dove sbagliavo per farmi crescere».

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