Di Francesco: «Lavoriamo per creare un'identità» - Cagliari News 24
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Di Francesco: «Lavoriamo per creare un’identità»

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Subito dopo la vittoria contro il Torino per 3-2 parla ai microfoni di Sky Sport il tecnico rossoblu Eusebio Di Francesco

Il Cagliari di Eusebio Di Francesco trova la prima vittoria stagionale nella partita contro il Torino. I rossoblù battono i granata in trasferta con la doppietta di Simeone e il gol di Joao Pedro. Una vittoria dove si è vista l’impronta forte del nuovo tecnico, con un gioco aggressivo e che ha permesso agli isolani di mantenere il controllo del match e di portare a casa i tre punti. Appena finita la gara ha parlato, ai microfoni di Sky Sport, Eusebio Di Francesco, che elogiato giocatori e società per il grande lavoro e sottolineando i miglioramenti da un mese a questa parte.

LA FASCIA DESTRA – La prima domanda all’allenatore abruzzese riguarda la prestazione in fase offensiva del Cagliari: «Abbiamo creato grande difficoltà agli avversari sulla fascia destra; avevamo lavorato sul creare la superiorità sulla destra con Zappa che doveva spingere. Sono soddisfattissimo di come lo abbiamo fatto specialmente nel primo tempo, anche a livello di sviluppo del gioco: stiamo metabolizzando il lavoro e la squadra sta crescendo».

SOTTIL E ZAPPA IN CRESCITA Di Francesco è passato poi a parlare di Riccardo Sottil, uno dei migliori in questo inizio di stagione dei rossoblù: «È un motivo di soddisfazione vederlo giocare e crescere così; Riccardo è venuto a Cagliari con grande umiltà e disponibilità per migliorarsi, sta seguendo tutti i consigli che gli vengono dati. Gli manca ancora qualcosa in fase di finalizzazione, ma se continua a lavorare così sono sicuro che arriverà anche il gol». E sul terzino ex Pescara Zappa dice: «Ha giocato con grande personalità, sta crescendo e nonostante qualche piccolo errore sta facendo vedere tante cose belle».

UNA SOCIETÀ AMBIZIOSA – Il tecnico abruzzese ha risposto alla domanda sulla necessità di ottenere risultati per poter proseguire il proprio lavoro di crescita della squadra: «Certamente i risultati sono importanti, aiutano a creare autostima. Con il presidente poi siamo subito entrati in sintonia, non mi ha mai chiesto risultati particolari ma solo di dare un’identità alla squadra e di crescere insieme per arrivare lontano. Ovviamente i risultati daranno una grossa mano».

LA STAFFETTA SIMEONE-PAVOLETTI – La coppia d’attacco formata da Simeone e Joao Pedro si sta dimostrando prolifica in queste prime gare, ma Di Francesco continua a rimarcare l’importanza di Leonardo Pavoletti per il prosieguo del campionato: «Joao e Simeone stanno andando benissimo, ma alla lunga servirà l’innesto di Pavoletti. Ha uno spirito stupendo, meriterebbe di giocare tutte le partite per come si sta allenando. Simeone mi piace perché è disponibile, sta migliorando tanto nel posizionamento; ora corre meno a vuoto e infatti ha più lucidità palla al piede».

NANDEZ E LA NUOVA POSIZIONE – Parole di soddisfazione, quelle di Di Francesco, anche su Nahitan Nandez: «Per me oggi è stato il migliore in campo». E sulla possibilità di mantenere definitivamente questo sistema di gioco con l’uruguaiano sulla fascia o se si trattasse di un adattamento alla partita risponde così: «Sto togliendo qualcosa di mio per permettere ai ragazzi di esprimersi al meglio, in base alle loro caratteristiche stiamo costruendo il sistema di gioco. Se avessi potuto cambiare qualcosa lo avrei fatto, ma va benissimo così: il trequartista per me deve interpretare la partita un po’ più da centrocampista in certi frangenti, Joao può far male davanti ma sono convinto che possa fare ancora meglio in quel ruolo».

L’UMILTÀ DI DI FRANCESCO – L’ex allenatore di Sassuolo, Roma e Sampdoria ha poi spiegato cosa significa per lui la prima vittoria in rossoblù, specialmente dopo una stagione (quella appena passata con la Samp) abbastanza travagliata: «Quest’anno ho deciso di prendere un percorso particolare dopo aver deciso di lasciare la Sampdoria (nonostante tanti abbiano scritto che fosse stata la società ad esonerarmi) lasciando due anni di contratto: ero nel posto giusto al momento sbagliato e non si devono scaricare le responsabilità sugli altri. Avevo anche altre opzioni, ma ho scelto Cagliari perché c’è stata una scintilla, sono entrato subito in sintonia col presidente e già sento un senso di appartenenza a quest’Isola».

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