Simeone: «Il mio vero obiettivo è migliorarmi» - Cagliari News 24
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Simeone: «Il mio vero obiettivo è migliorarmi»

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Giovanni Simeone si racconta. In un’intervista il Cholito ha parlato dei suoi obiettivi per quest’anno e del suo record personale raggiunto nel match contro il Torino

Uno dei giocatori del Cagliari del momento si chiama Giovanni Simeone. Al centro di tante attenzioni, calcistiche e giornalistiche, non si fa altro che parlare del figlio dell’allenatore dell’Atletico Madrid. È uno dei giovani più promettenti di questi ultimi anni, tanto da incuriosire anche la stampa spagnola. Il Cholito è stato intervistato nel programma iberico radiofonico di El Larguero di Cadena SER, dove si è raccontato un po’.

50 GOL IN 150 PARTITE IN SERIE A – La chiacchierata si è aperta con una parentesi sui suoi gol nel massimo campionato italiano. Con i gol di domenica contro il Torino, il giovane Simeone ha raggiunto quota 50 reti in Serie A, un traguardo niente male data la difficoltà che presenta il torneo: «Sono già 4 anni che sto qui in Italia, e tutto quello che ho fatto e che sto facendo adesso è allenante. Ora mi sta andando tutto bene perché sono una persona che lavora e che cerca sempre di migliorarsi. Cinquanta gol sono un bottino importante, ma devo continuare così. Il primo gol che ho fatto è venuto dopo un’ottima azione della squadra, mentre il 3-2 è stato fantastico perché mancavano solo 10 minuti e stavamo andando incontro alla prima vittoria stagionale. L’obiettivo di gol per quest’anno? Nessuno, mettermi un limite va contro ciò che sto pianificando; il mio vero obiettivo è migliorarmi sotto l’aspetto del gioco, anche perché mi permetterà di segnare più gol e di restare sempre ad alti livelli. In Italia si è sempre detto che un gol valga doppio perché non è facile segnare, le difese lasciano pochi spazi e difficilmente concedono l’uno contro uno. Per questo noi attaccanti abbiamo poche occasioni e dobbiamo essere bravi a sfruttarle».

UN POSSIBILE FUTURO IN SPAGNA – Vista la giovane età del Cholito, la sua carriera calcistica proseguirà ancora per diversi anni. In questi giorni arrivano dalla Spagna alcune notizie su un suo possibile approdo all’Atletico Madrid, alla corte del padre. Doverosa quindi la domanda su un suo futuro nella nazione iberica: «Futuro in Spagna? Mi piacerebbe arrivarci un domani, mi piace molto come paese. Anche mio padre, quando arrivai in Italia, mi disse di restarci uno o due anni perché mi avrebbe aiutato a diventare un calciatore di livello e a migliorarmi tecnicamente e tatticamente, per poi trasferirmi in Spagna: ancora oggi mi ripete che sono un giocatore più adatto alla Liga».

IDOLI E PASSIONE CHE SCOMPARE – Come tutti i ragazzi, anche Simeone ha i suoi idoli e modelli a cui ispirarsi: «Una punta a cui mi ispiro? Da piccolo ho sempre pensato a Batistuta come punto di riferimento, oggi il mio preferito è Lewandowski». Si è poi passati ad un argomento di attualità e le risposte date dal numero 9 rossoblù fanno tanto riflettere: «Adesso purtroppo si guarda meno calcio perché siamo tutti più alienati, restiamo al telefono e non ci rendiamo conto di ciò che succede intorno. Il tempo passa così velocemente che le persone non si rendono conto che il calcio continua e che ci sono tante partite. Mi capita spesso di andare all’allenamento e chiedere ai miei compagni: “Hai visto quella partita? Hai visto quella giocata?”. Alcuni non mi rispondono, altri non sanno di cosa stia parlando. La gente ha sempre meno passione e non capisce che guardare le partite può essere molto utile per imparare».

OSSESSIONE CHAMPIONS E IL SUO FUTURO – Tra le tante curiosità chieste a Simeone, c’è anche quella sul suo tatuaggio: «Il tatuaggio della Champions? L’ho fatto a 14 anni perché la guardavo sempre. Mi ricordo che nelle giovanili mi segnalavano sempre per essere il figlio di Diego Simeone, fu molto complicato e fece in modo che restassi parecchio solo. In questa mia solitudine mi focalizzai molto sulla Champions, per me era un’ossessione a tal punto che, dal momento in cui volevo farmi un tatuaggio, mio padre mi consigliò di tatuarmi la coppa a patto che la baciassi quando avrei fatto il mio primo gol in Europa». In chiusura non poteva certamente mancare la domanda sul suo futuro, soprattutto dopo gli ultimi rumors. Pare infatti che il padre Diego vorrebbe che la sua società rojiblanca acquistaste le prestazioni del figlio per affiancarlo a Luis Suarez: «In quale squadra vorrei giocare in Spagna? Ovviamente l’Atletico, si sa che cosa provo per i colchoneros. Poi mi piace molto il Siviglia, da sempre, forse perché mio padre giocò lì».

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