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Cagliari, Cragno: «Vogliamo alzare l’asticella»

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Il portiere del Cagliari Alessio Cragno ha parlato dal ritiro di Pejo dopo l’allenamento mattutino: ecco le dichiarazioni dell’estremo difensore rossoblù

Dopo essersi consacrato come uno dei migliori portieri del campionato italiano (e non solo), Alessio Cragno vuole continuare a stupire. E per farlo ha deciso di restare a Cagliari. Sarà ancora lui a difendere i pali rossoblù. L’estremo difensore della Nazionale, al termine dell’allenamento mattutino di Pejo, ha parlato con la stampa.

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LE DICHIARAZIONI – L’obiettivo, condiviso, in casa Cagliari è quello di migliorare i risultati dell’ultima stagione: «Cercheremo di alzare l’asticella, fermo restando che la salvezza rimane il primo traguardo. Ripartiamo dalla delusione dell’anno scorso, quando anche per demeriti nostri non siamo riusciti ad ottenere il decimo posto. Sarà la stagione in cui il Club festeggia il Centenario, ci teniamo tutti a far bene», le parole di Cragno, riportate dal sito ufficiale del Cagliari Calcio. Il portiere di Fiesole riparte dalle certezze della passata stagione, come quella di esser stato decretato miglior rossoblù del campionato dai tifosi: «Una bella soddisfazione, di solito si pensa a premiare centrocampisti o attaccanti, quelli che segnano o fanno assist. Aver ricevuto un simile riconoscimento da parte dei tifosi non può che farmi piacere. Ma quel che ho fatto di buono ora non conta più, adesso ci aspetta una nuova stagione».

CRAGNO – Cragno ha poi parlato del rapporto con i colleghi dei pali e di quello con il club e la città: «Lavorare con due portieri del valore di Rafael e Aresti è importante perché alza il livello dell’allenamento. Tra di noi c’è un bel rapporto e una sana concorrenza negli esercizi, che ti spinge a cercare di fare sempre meglio. Faccio parte della famiglia del Cagliari da sei anni, con la Società e l’ambiente si è instaurato un bellissimo rapporto. In passato ho fatto delle scelte non facili, ma andare a giocare in prestito mi ha fatto crescere, ho potuto fare esperienza. In Sardegna si sta bene, se rispetti la loro Terra e lavori seriamente la gente ti dà il cuore. Per un calciatore credo che sia la cosa più importante». In chiusura la Nazionale: «Un’emozione che si fa fatica a descrivere, il sogno di bambino che diventa realtà. Già far parte del gruppo è un obiettivo. Io penso a dare il massimo, poi tocca al ct fare le scelte».

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