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Editoriale

Cagliari, c’era una volta. E c’è ancora

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Cagliari, le partenze di Olsen e Cacciatore riaprono il dibattito su scelte e avvicendamenti in rossoblù. Il Contropiede di Mario Frongia

Da Bruno Alves, Isla e Murru ad Andreolli, Miangue e Van der Wiel. Avvicendamenti simili, con il riverito Zola – ottimo biglietto da visita per il cuore della tifoseria, esonerato e in seguito chiamato a fare da testimonial – con M’Poku, Gonzalez, Diakité, Caio Rangel, Husbauer, Cop. Mosse da veri scienziati del calcio. Intuite quasi subito dai tanti tifosi che si chiedevano prima perché il Cagliari fosse retrocesso e poi, arrivato undicesimo da neopromossa in A, avesse difficoltà. Ah, in quest’ultima squadra c’era anche Borriello. Segnava, ma costava troppo. Poi, hanno esonerato Massimo Rastelli, colpevole anche del maestrale troppo forte. Il tecnico campano ha vinto la B. Dopo di lui si sono salvati all’ultima giornata. Ma questa è un’altra storia. Non molto diversa da quel che è successo a Rolando Maran. La differenza? Il tecnico cacciato con commenti sprezzanti dopo aver viaggiato anche tra la quarta e la sesta piazza, era stato dipinto come una sorta di mago della panchina. È durato poco.

RICORSI STORICI – Quando lo scorso marzo il tecnico trentino prende la strada dell’aeroporto, i temi che stanno dietro alla cacciata sono più d’uno. La questione è nota. Di certo, ha avuto un peso anche l’assortimento della rosa. Ecco perché il richiamo in avvio ai difensori: la storia, anche pallonara, dovrebbe insegnare. Quanto meno cautela. Invece, troppo spesso marketing e cassa hanno il sopravvento. È capitato al mercato di gennaio quando tutti hanno verificato che neanche Nandez, Nainggolan, Rog e Simeone possano fare miracoli a cascata se dietro non hai un pacchetto attrezzato, esperto, duttile. Senza Ceppitelli e Faragò infortunati, con gli acciaccati Klavan, Mattiello, Lykogiannis e Cacciatore, più Duracell Pisacane, il giovane Walukiewicz e Pellegrini a corrente alternata, è stato complicato far quadrare i conti. Anche da qui la sfilza di sconfitte e pareggi. La ripartenza con Zenga promette bene. Ma Olsen e Cacciatore non sono stati neanche salutati, come da consuetudine, sul sito societario. Colpevoli, pare, di aver chiesto soldi per giocare, pensa un po’. E adesso, mister Deltaplano, come Gianni Brera battezzò la leggenda dell’Inter, deve fare magie. Anche perché il campionato evidenzia tempi che richiedono sforzi agonistici a rischio infortunio e non garantiscono recuperi adeguati. Ma c’è Carboni. Ben venga il ragazzino scoperto da Matteoli, un altro che dopo breve tempo è stato lasciato andare per fare spazio a Beretta: anche lui cancellato dopo un biennio. In breve, al di là delle porte super scorrevoli, al Cagliari si plaude il difensore classe 2001. Ha doti fisiche, tecniche, mentali. Carboni è forte, diventerà fortissimo, l’auspicio non merita sottolineature. Intanto, arrivano Papu Gomez, Zapata e Pasalic. Cacciatore avrebbe fatto comodo.

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