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Cagliari-Torino, uno scontro da dentro o fuori

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Venerdì il Cagliari affronterà il Torino: i rossoblù cercano l’aggancio, i granata l’allungo sulla zona retrocessione

Cagliari-Torino sarà una gara decisiva ai fini della permanenza di entrambe le squadre in Serie A. Uno scontro dal retrogusto di eliminazione diretta, dove chi vince guadagna un vantaggio psicologico sugli avversari diretti non indifferente. Il Cagliari, complice anche la sconfitta del Parma ieri sera, rimane in diciottesima posizione con 15 punti (17 in meno della scorsa stagione); il Toro precede i rossoblù di due punti, in diciassettesima piazza. In caso di vittoria del Cagliari i sardi supererebbero i diretti avversari, portandoli in zona retrocessione e soprattutto riprendendo a correre dopo 15 partite senza vittorie. Se dovesse essere il Torino a spuntarla, il divario tra terzultima e quartultima crescerebbe invece a cinque punti, diventando decisamente più difficile da colmare e aggravando ulteriormente una situazione che, per il Cagliari, è già da emergenza.

SI PUÒ SOLO VINCERE – Entrambi i tecnici, per questo, potrebbero decidere di impostare la gara più sull’attacco che sulla difesa: un pareggio potrebbe non accontentare nessuno, per cui i tre punti diventano imperativo massimo e categorico. Ma se il Torino viene da cinque pareggi consecutivi, il Cagliari ha conquistato solo un punto nelle ultime nove, e l’unica fonte di gol è l’inesauribile Joao Pedro, che ha timbrato le ultime cinque segnature rossoblù. I rossoblù, infatti, sembrano aver messo in ordine le idee in fase difensiva e hanno trovato la quadratura per evitare di subire goleade: contro Sassuolo, Lazio e Atalanta solo un gol subito, e in almeno due di queste occasioni con un attimo in più di concentrazione si starebbe parlando di altri risultati.

ATTACCO STERILE – La problematica, al momento, è quell’attacco che a inizio campionato sembrava essere l’unico a salvarsi da critiche: a parte JP, Pavoletti è a secco dopo il gol alla seconda gara da titolare dopo l’infortunio, mentre Simeone rimane a digiuno da prima della sua positività al Covid (alla sesta giornata, contro il Bologna). Anche i gol dei centrocampisti stanno venendo a mancare: Nandez non mette il suo nome a referto dal 7 novembre contro la Samp, mentre l’ultimo a contribuire è stato Marin nel pareggio contro il Verona. Servono più soluzioni per il Cholito, che spesso nel suo enorme lavoro di pressione e disturbo alla manovra offensiva perde lucidità e posizionamento per le situazioni offensive; Joao Pedro non può sempre creare da solo, e ha bisogno di supporto specialmente nella fase più critica del campionato; Nainggolan deve riscoprire la sua abilità nel tiro da fuori e nell’inserimento in area, capace di spaccare in due le partite. Il Cagliari non può più sbagliare, e se una vittoria può togliere tanti pensieri, perdere altri punti significherebbe entrare in una condizione dalla quale sarebbe poi difficilissimo uscire.

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