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Cagliari, le tue riserve sono da Serie C?

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Il Cagliari è stato eliminato nel quarto turno di Coppa Italia dal Pordenone, formazione di Serie C capace di imporsi per 2-1 alla Sardegna Arena

Le sconfitte non sono mai facili da digerire. Ancora di più se arrivano contro un’avversaria sulla carta nettamente inferiore. Però, come spesso accade, il calcio insegna che ciò che è sulla carta rimane lì, mentre il campo dà verdetti finali diversi. A volte le previsioni si rispettano, altre volte no. È il caso del Pordenone, formazione quinta nella classifica del girone B di Serie C, che contro ogni pronostico ha vinto 2-1 alla Sardegna Arena. Tutta Italia celebra la favola dei friulani che si sono meritatamente guadagnati gli ottavi di finale di Coppa Italia contro l’Inter a San Siro. L’altra faccia della medaglia riguarda, invece, il Cagliari.

RISERVE – Per giocarsi la Coppa Italia, Diego Lopez – come da abitudine italiana – si è affidato alle riserve. Sia per far rifiatare i titolarissimi, sia per concedere un’occasione a chi il campo l’ha visto poco e nulla. Occasione sprecata da tutti, visto che nessuno dei rossoblù si è dimostrato all’altezza di una squadra di Serie C. Questo vuol dire che le riserve del Cagliari sono di due categorie inferiori rispetto ai titolari? Certo che no. Anche se i dubbi sull’affidabilità di certi elementi si sono confermati. In campo però c’erano anche quattro potenziali titolari: Filippo Romagna, inamovibile nell’undici rossoblù e in campionato è sempre stato tra i migliori; stesso discorso per Fabio Pisacane, prima che si infortunasse contro il Benevento; Joao Pedro, il capocannoniere della rosa (con l’attenuante di aver giocato solo un tempo fuori ruolo); Diego Farias, infine, non sempre parte dall’inizio, ma entra sempre a gara in corso. Sarebbero bastati questi quattro per avere la meglio sul Pordenone, eppure nemmeno loro hanno brillato. Gli altri hanno sciupato un’opportunità preziosa, ad iniziare dai due esterni. Senna Miangue e Gregory van der Wiel non si sono fatti trovare pronti. Troppo acerbo il belga, irriconoscibile l’olandese, lontano anni luce dal giocatore che vestiva le maglie di Ajax e Psg. Marco Capuano ha confermato tutte le proprie insicurezze, mentre Andrea Cossu – almeno da regista – non sembra poter essere un giocatore in grado di dare qualcosa in più a questa squadra. Daniele Dessena ci ha messo cuore e impegno, segnando anche l’1-1, ma non basta lì in mezzo per sostituire elementi fondamentali come Artur Ionita e Nicolò Barella. Niccolò Giannetti, in campo nel secondo tempo, ha mostrato nuovamente tutti i suoi limiti. Ultimo tasto dolente, Federico Melchiorri. È tornato finalmente a giocare una partita vera a distanza di quasi un anno. Ma se l’anno scorso il ritorno fu più che positivo, tra il gol alla Sampdoria e l’impresa di San Siro, questa volta sembra diverso. Non solo per come ha giocato, ma anche per atteggiamento in campo.

VOGLIA – No, le riserve del Cagliari non sono da Serie C. Anzi, alcuni hanno dimostrato di saper stare in categorie più alte, compreso Alessandro Deiola – in campo negli ultimi 15′ – che nell’allora Lega Pro segnò 4 reti in 33 partite con il Tuttocuoio, confermandosi anche in B. Impossibile trovare una giustificazione valida alla debacle rossoblù col Pordenone. La “colpa” – se così vogliamo chiamarla – non sta di certo nell’aver mandato in campo le seconde linee. La società dovrà fare le proprie valutazioni su alcuni elementi che non si sono mostrati all’altezza della situazione (gennaio si avvicina), ma la prima cosa da correggere è l’atteggiamento, completamente diverso rispetto a quello visto pochi giorni prima contro l’Inter. Una squadra di A non perde contro una squadra di C semplicemente perché manda in campo le riserve. Una squadra di A perde contro una squadra di C quando gioca in modo superficiale, quasi in ciabatte. Il Cagliari ha dato l’impressione fin dai primi minuti di sottovalutare l’impegno. Quando poi la gara si è fatta dura, non è semplice per nessuno riaccendere l’interruttore e giocare come se davanti si avesse un avversario vero. In poche parole, è mancata la voglia che aveva caratterizzato il Cagliari di Lopez nelle precedenti gare. La voglia di lottare su ogni pallone. La voglia di fare un passaggio o un cross in modo corretto. La voglia di aggredire l’avversario. La voglia di segnare. La voglia di vincere. Senza voglia si perde contro chiunque. Anche contro il Pordenone.

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