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Cagliari, la macchina da gol si è inceppata

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La sconfitta rimediata contro l’Ascoli – la nona in campionato, la quinta nelle ultime otto partite – ha certificato, se ancora ce ne fosse bisogno, il periodo di difficoltà attraversato dal Cagliari di Massimo Rastelli. Tra le molteplici ragioni dell’involuzione della squadra rossoblu nell’ultimo mese e mezzo c’è anche la crisi di un attacco che non riesce più a esprimersi sui livelli della prima parte di stagione, una sterilità offensiva che, sommata a una buone dose di sfortuna, sta pesando oltremodo sul cammino del Cagliari verso la promozione in Serie A.

 

NON SOLO SFORTUNA – Se da una parte il Cagliari di oggi paga a caro prezzo le disattenzioni difensive, dall’altra pesa ancor di più l’incapacità di concretizzare le numerose occasioni create. E’ questa la prima grande differenza rispetto al girone d’andata, e in particolare all’avvio di campionato, quando i rossoblu sono riusciti a sopperire agli errori di una difesa non proprio impeccabile grazie alla prolificità di un attacco di assoluto livello per la categoria e a una qualità generale sopra la media in grado di mandare in gol ben 16 marcatori diversi. Non c’è solo la sfortuna ad essersi messa di mezzo tra le tante occasioni create, specialmente nelle ultime due gare contro Spezia e Ascoli, e la via della rete. Ciò che emerge è anche una mancanza di cattiveria e determinazione – per dirla con le parole di Marco Storari – quella “fame” insomma che nel girone d’andata aveva contraddistinto l’atteggiamento dei rossoblu, capaci di calarsi nella parte soprattutto nei momenti più delicati.

 

POLVERI BAGNATE – Non è un caso che il Cagliari possieda ancora il miglior attacco del campionato con 60 gol realizzati in 35 partite – una media generale di 1,71 a partita – ma rispetto al girone d’andata la differenza di rendimento è evidente. I rossoblu hanno chiuso la prima parte di stagione con 46 punti in classifica e 44 gol messi a segno in 21 partite, una media di 2,1 gol a partita. Nel girone di ritorno, sono invece arrivate finora 16 reti in 13 partite, una media di 1,23 a partita. Numeri ancora più impietosi se si pensa che nelle ultime 8 giornate – in cui la squadra ha raccolto un bottino di 2 vittorie, 1 pareggio e 5 sconfitte – sono arrivate appena 8 reti, vale a dire una media di appena 1 gol a partita, e che in occasione delle sconfitte contro Cesena, Novara, e Perugia i rossoblu sono addirittura rimasti all’asciutto.

 

ATTACCANTI A CONFRONTO – Nel quadro generale di un attacco che ha perso consistenza ed efficacia sottoporta, indicazioni interessanti arrivano dall’analisi dei singoli elementi che compongono il reparto offensivo. Diego Farias è il cannoniere principe dei rossoblu con 13 reti messe a segno in 31 partite, un gol ogni 2,38 gare (0,4 di media). Per il brasiliano fin qui è già la migliore stagione in carriera dal punto di vista realizzativo, con la prospettiva – si spera – di incrementare ulteriormente lo score nelle ultime 7 partite del campionato. Resta il fatto che nonostante il buon bottino accumulato, quest’ultimo sia comunque in deficit rispetto alla marea di occasioni avute: pur essendo risultato decisivo in diverse partite, specie quando entrato dalla panchina, rimangono ancora troppi gli errori sotto porta già visti alla prima stagione in rossoblu. Nel rapporto minuti giocati/gol realizzati il secondo bomber rossoblu si rivela Niccolò Giannetti: rispolverato da Rastelli ad Ascoli, l’ex Spezia ha segnato 7 gol nei 1161′ disputati in 22 presenze, di cui la maggior parte da subentrato, una media di 0,32 a partita, poco più di un gol ogni 3 partite. L’attaccante senese supera Marco Sau, che a parità di presenze e un maggior numero di gare da titolare ha messo a segno 6 gol nei 1587′ giocati, una media di 0,27 a partita. Sul rendimento di Pattolino, partito bene in avvio con 3 gol nelle prime 3 gare di campionato, pesa la mancanza di continuità dovuta ai frequenti infortuni che lo hanno bloccato anche in questa stagione. Al terzo posto troviamo dunque Federico Melchiorri, con 8 reti segnate nei 1875′ disputati in 28 apparizioni, una media di 0,29. Pochi forse rispetto alle attese ma senza dubbio pesanti i gol messi a segno dall’ex Pescara, grazie soprattutto alla sua capacità di “spaccare” la partita da subentrante, con reti decisive in diverse occasioni. Un’arma che, dopo l’infortunio al ginocchio, è senza dubbio mancata al Cagliari. Poco più giù troviamo Joao Pedro che, pur non essendo un attaccante di ruolo, giocando sulla trequarti ha trovato 8 gol nei 2334′ giocati su 32 presenze, una media di 0,25. Chiude Alberto Cerri, 2 soli gol per lui nelle 20 presenze collezionate, di cui uno decisivo per la vittoria sul campo dell’Avellino. Numeri che certificano un potenziale enorme e parzialmente inespresso rispetto alle qualità dei singoli. Numeri che non hanno però impedito al Cagliari di sfoggiare il miglior attacco della stagione fin qui. La macchina da gol si è inceppata, ai rossoblu il compito di riaccenderla. 

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