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Aspettando il vero van der Wiel

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Il Cagliari aspetta il vero Gregory van der Wiel. Il nuovo modulo scelto da Diego Lopez potrebbe esaltarne le caratteristiche

«Non è il giocatore visto contro il Genoa». Queste le parole di Diego Lopez in una delle prime conferenze stampa da quando è tornato a sedersi sulla panchina del Cagliari. Il soggetto della frase è Gregory van der Wiel, terzino destro olandese dalla carriera importante ma che finora in Sardegna si è dimostrato un vero e proprio oggetto misterioso. In stagione ha finora racimolato solo 45 minuti. Quelli disastrosi del primo tempo casalingo contro il Genoa, nell’ultima partita di Massimo Rastelli da allenatore rossoblù. Di fatto una delle scelte sbagliate che costò l’esonero al tecnico, già in bilico prima di quella gara. Ma stando a Lopez – e chi ha visto l’olandese nei suoi anni migliori può confermare – quello non era il vero van der Wiel.

FORMA FISICA – Il problema principale del giocatore ex Ajax e Paris Saint-Germain è la forma fisica. Arrivato in Sardegna da separato in casa col Fenerbahce, in Turchia non ha praticamente svolto una vera preparazione, trascinandosi inoltre dietro un problema alla caviglia. Ad Asseminello ha effettuato un programma personalizzato per rimettersi piano piano alla pari e da quella nefasta partita col Genoa è stabilmente tra i convocati. La sensazione è che gli manchi ancora qualcosa per tornare ad essere – almeno in parte e dal punto di vista fisico – il giocatore che aveva attirato attenzioni di tutta Europa con le maglie del’Ajax, del Psg e della nazionale olandese, con cui ha giocato da titolare la finale del 2010 in Sudafrica. Lopez l’ha lasciato in campo per tutti gli 80’ dell’amichevole contro la Nuorese di giovedì. Prima da esterno, poi nel finale (forse anche per motivi fisici) da centrale di destra nella difesa a 3.

MODULO NUOVO – Il problema dell’assenza di terzini in rosa il Cagliari se lo porta dietro dall’estate. Van der Wiel avrebbe dovuto risolvere la questione sulla fascia destra, ma non è andata proprio così. Lopez ha optato così per il 3-5-2, modulo che permette di schierare esterni più offensivi, quali sono Faragò e Padoin, senza che debbano preoccuparsi troppo della fase difensiva. Ne ha tratto particolari benefici Faragò, che da esterno di centrocampo con l’uruguaiano in panchina ha segnato già due gol in quattro partite e regalato un assist decisivo a Pavoletti. L’ex Novara si sta comportando molto bene sulla destra e in questo momento sembra difficile levargli il posto. Anche se van der Wiel scalpita e, quando sarà al 100% della forma, il 3-5-2 potrebbe esaltarne le caratteristiche. In carriera si è sempre rivelato un giocatore di grande spinta, in grado di mettere dentro cross e segnare qualche gol (17 in carriera). È vero, ha prevalentemente giocato nella difesa a 4, ma in squadre importanti come Ajax, Psg e Olanda, votate più ad attaccare anche con gli esterni bassi che a difendere. Nel Cagliari, per ovvi motivi di classifica, non potrà essere la stessa cosa. Liberarlo da compiti di copertura potrebbe aiutare vdW a tornare ad essere il vero van der Wiel, quando incantava l’Europa e il mondo. Non quello dei 45’ disastrosi contro il Genoa. In attesa di rivederlo, però, Lopez può contare su un Faragò in splendida forma.

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