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Cagliari-Zenga, un matrimonio tra certezze ed incognite

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Il Cagliari si affida a Zenga per uscire dal lungo periodo di torpore. Scelta dettata, più che da motivi prettamente calcistici, dalla necessità di mettere alla guida della squadra una figura forte e carismatica

Un Cagliari che ha un enorme bisogno di rialzare la testa si affida a Walter Zenga. Posto che, come già accennato nelle scorse ore, il ventaglio di opzioni al vaglio del duo Carli-Giulini fosse parecchio ristretto, la scelta dell’Uomo Ragno mostra le intenzioni dei vertici societari di dare una scossa alla squadra. Mettendoci alla guida un tecnico che non ha mai avuto particolari dogmi calcistici, anzi: spesso Zenga ha parlato della necessità, da tecnico, di valorizzare al meglio le risorse a propria disposizione. Nella scelta ha pesato, forse, più il carisma del tecnico che la sua filosofia di calcio. When life gives you lemons, make lemonade”espressione talvolta utilizzata da Zenga per enfatizzare il suo pensiero. Pensare positivo per scacciare i fantasmi del passato recente e puntare forte sulle proprie risorse. Il Cagliari, insomma, accantona momentaneamente il progetto a medio-lungo termine per salvare la stagione.

ZENGA SI PRESENTA: «VOGLIO RIPORTARE L’ENTUSIASMO»

Un tecnico dalla natura istintiva, che punta tanto sul rapporto con la squadra e sull’aspetto mentale. «E’ il rifiuto della sconfitta che ti dà la forza, più che la sete di vittoria», spiegava qualche tempo fa ad un incontro a Coverciano. Una mentalità forte per porre fine ad alcuni atteggiamenti della squadra a cui ieri Giulini ha voluto far cenno – nonostante non ce ne fosse necessità – di fronte alla stampa. Una decisione, quella del patron, dovuta forse proprio alla convinzione che con l’insediamento del tecnico classe ’60 episodi simili non si ripeteranno. Via un tecnico definito vuoto (“…negli ultimi tempi”) da Giulini, dentro uno che ha gran voglia di riscatto e carisma.

Istintivo, schietto, quadrato. Non nell’interpretazione del calcio, però: Zenga è conscio di non poter imporre il proprio gioco ad ogni latitudine: il copia-incolla, nel calcio, non funziona. Determinate situazioni possono andare bene in un contesto, pessimamente in un altro. «La prima cosa che fai quando subentri a stagione in corso è osservare e mettere attenzione ai minimi dettagli. Io vado sempre dal magazziniere: è lì da vent’anni, è l’unica persona che ti può dire tutto sull’ambiente», raccontava qualche tempo fa. E’ anche per questo che sarà affiancato da Canzi, figura che conosce bene l’ambiente rossoblu. Tornando al modulo, nel caso del Cagliari il suo classico 4-3-3 potrebbe calzare. Nell’ultima esperienza in panchina, a Venezia in Serie B, Zenga passò immediatamente dal 3-5-2 del predecessore Vecchi al 4-3-3. Stesso modulo utilizzato nell’ultima avventura su una panchina di A, quella del Crotone nella seconda metà della stagione 2017/18.

Modulo fluido in cui gli esterni difensivi, in fase di possesso, si alzavano sulla linea mediana ed il regista arretrava tra i due centrali, formando un 3-4-3. O, in alternativa, ad avanzare era un solo esterno, con l’altro che formava la linea a 3 con i due centrali. In fase difensiva, invece, si è spesso assistito ad un 4-1-4-1 che a Cagliari si è visto in tempi (relativamente) recenti con Rastelli, con il mediano a fare da frangiflutti di fronte alla difesa e gli esterni a coprire l’ampiezza del campo portandosi sulla linea di mezzo. Difficile dire se Zenga replicherà sin da subito il suo modulo a Cagliari. Potrebbe trovare un compromesso, considerati gli uomini a disposizione, in cui le ali dell’ideale 4-3-3 diventano elementi di supporto alla prima punta. Cambierebbe poco o nulla rispetto al 4-3-2-1 maraniano.

In attesa delle prime uscite resta rischioso lanciarsi in ipotesi. In questi primi giorni il tecnico sta osservando la squadra, annusando l’ambiente – come direbbe lui – per trovare una via da percorrere. Poche, probabilmente, le garanzie che oggi Zenga offre dal punto di vista prettamente tecnico-tattico. Decisamente più rilevanti, per il momento vissuto dal Cagliari, le qualità di guida carismatica dell’allenatore lombardo: sono queste che hanno portato il club a puntare su di lui. Un matrimonio, celebrato in fretta, che ha le sue certezze e le sue incognite. Sarà da vedere all’opera da qui a maggio, anche – lasciando per un attimo da parte il presente – per capire in che direzione sta andando il club.

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