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Taglio stipendi, braccio di ferro club-giocatori. E il Cagliari…

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Oltre agli aspetti sanitari, la ripresa della Serie A è frenata dalle incognite relative ai contratti: oltre alla necessità di una proroga della scadenza, si attende una soluzione sul tema taglio degli stipendi

Tra le ombre gettate dalla pandemia sul futuro del calcio italiano, in particolare su quello della Serie A, c’è anche quella relativa all’aspetto giuridico. Non solo proroghe dei contratti: nelle scorse settimane aveva tenuto banco la questione relativa al taglio degli stipendi. Si tratta di uno dei punti più difficili da superare, insieme alle questioni sanitarie ed etiche necessarie alla ripresa e già più volte sottolineate.

Accantonando per un momento la voce relativa alla proroga dei contratti, che pure è fondamentale per una Serie A che si giocherà – in caso di ripresa – dopo la fine di giugno, quel che interessa al momento è il presente. Tante le incognite da diradare, in primis quella che riguarda gli stipendi. Sono poche le società che sono riuscite ad arrivare ad un accordo interno per la riduzione degli stipendi dei propri calciatori. Oltre a JuventusParma e Roma la situazione in Serie A resta incerta.

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I club spingono per la trattenuta delle mensilità, vista l’inattività dei tesserati a partire dallo scorso 8 marzo. Gli stessi tesserati, che non hanno garanzie sul futuro (a maggior ragione chi è in scadenza a giugno), auspicano che venga onorato il contratto in essere. L’ipotesi di impossibilità sopravvenuta, che farebbe estinguere il vincolo, è applicabile da ambo le parti. Ed è una conclusione sconveniente per tutti. In un periodo di incertezza anche regolamentare, dovuta ad una situazione inedita, è tutt’altro che raro che gli attori cerchino di non assumersi responsabilità ed attendere degli input dall’alto. In questo caso, probabilmente, da Lega Serie A ed AIC. Dopo il fallimento della trattativa per giungere ad un accordo collettivo, non è rimasto che che dare delle indicazioni che però non aiutano a superare l’impasse.

In casa Cagliari si temporeggia: la sospensione degli stipendi è slittata dal mese di marzo ad aprile perchè non si è trovato l’accordo. E potrebbe slittare ancora: difficile dire se entro il 20 maggio (data in cui il club dovrà versare la mensilità dello scorso mese, pena il rischio di messa in mora) i calciatori otterranno lo stipendio pieno. Nonostante l’annuncio di Giulini – risalente allo scorso 31 marzo – secondo cui la squadra sarebbe stata d’accordo alla decurtazione di una mensilità, in realtà ci sono degli attriti. La rinuncia allo stipendio da parte di Maran e assistenti è stata sbandierata ai quattro venti principalmente per mettere pressione alla squadra, non certo per evidenziare i valori etici di tecnico e collaboratori. Una mossa quasi disperata per superare una stasi che nuoce al club. Di fatto, anche tra i rossoblu, ancora manca l’unità all’interno dello spogliatoio sul punto stipendi.

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