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Pisacane: «Posso solo essere riconoscente al Cagliari»

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Ceduto a titolo definitivo al Lecce, nel giorno del suo compleanno, l’ex Cagliari Fabio Pisacane si racconta in un’intervista radio

Per cinque stagioni e mezzo ha vestito la maglia del Cagliari, portandola addosso con tanto amore e passione e nella sessione di mercato di questo gennaio è stato ceduto a titolo definitivo al Lecce. Fabio Pisacane è stato intervistato nel corso della trasmissione radio Il Cagliari in Diretta di Radiolina, dove si è raccontato un po’. Ecco le parole del difensore, che oggi compie 35 anni.

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LA PARTENZA DA CAGLIARI – «Andare via dopo cinque anni e mezzo è stata dura, sto metabolizzando ora. Ho finito un ciclo, è stata dura andare via, ma non ho rimorsi. Cagliari è diventata la mia città giorno dopo giorno. Io sono arrivato a Cagliari e forse all’inizio non contavo nulla, ma piano piano mi son fatto spazio, rispettando sempre tutti, qualsiasi figura presente in società. È normale che con il passare del tempo ho sentito la città sempre più mia».

IL PRIMO GIORNO IN SARDEGNA – «Il primo giorno che sono arrivato a Cagliari sembrava di essere arrivato in vacanza, c’era davvero caldissimo. Mi era venuto a prendere in aeroporto Tore Congiu, il massaggiatore, e entrando in via Roma ho detto che mi sembrava di stare a Miami viste tutte le palme».

I TANTI POSSIBILI ADDII – «Tante volte son stato vicino al passo d’addio, anni fa con il Benevento, qualche anno dopo con il Sassuolo. Alla fine quel passo l’ho fatto ed è stata una mazzata, ma la carriera da calciatore è fatta anche di queste cose qua e credo sia stato giusto anche per me. Non mi aspettavo così tanto affetto e non so nemmeno se me lo merito, ma me lo prendo volentieri».

LASCIARE LA FAMIGLIA – «Anche per la mia famiglia è stato strano, loro sono ancora a Cagliari. I miei bambini l’hanno capito subito che dovevo partire e sono stati la mia forza. Il mio bambino più grande mi ha emozionato perché il giorno prima di partire mi ha detto “Vai papà, fai vedere a tutti chi sei”. Mi è sembrato di sentir parlare un ragazzo di 30 anni, non un bimbo di 6».

IL PERCHÉ DELLA PARTENZA – «Pisacane è andato via dal Cagliari perché per Pisacane non c’era più posto. Non ho mai fatto polemica e ho preso questa decisione di comune accordo con il Presidente».

IL RAPPORTO CON LA SARDEGNA – «Per un napoletano non è facile venire a Cagliari, anche per la rivalità che c’è. Fortunatamente sono entrato in sintonia con il popolo sardo, ho imparato ad amarlo e voi ad amare me. Vi siete aperti piano piano con me, mi avete studiato e poi accettato. Io apprezzo il vostro popolo, la vostra terra, il vostro carattere. Mi sento parte dei sardi e posso solo ringraziare questa terra meravigliosa per tutto ciò».

IL CAGLIARI DI QUEST’ANNO – «I ragazzi quest’anno sono stati la parte più bella del mio percorso a Cagliari, sono stato un po’ una guida per tutti i giovani della squadra e sono contento di esserlo stato. Ci son stati attestati di stima da parte di compagni con i quali ho instaurato un rapporto anno per anno. Sono ancora in contatto con loro e posso solo augurare loro le migliore fortune».

I MOMENTI MIGLIORI CON IL CAGLIARI – «Le mie foto importanti con il Cagliari sono Sampdoria-Cagliari, la prima da centrale difensivo e non più da terzino. La seconda Fiorentina-Cagliari, con Diego Lopez in panchina e la salvezza raggiunta. La terza Cagliari-Fiorentina, con il gol che ho fatto e dedicato ad Astori».

MANCANZA DI ENTUSIASMO – «Io penso che un giocatore debba essere coinvolto a 360 gradi e debba sempre avere entusiasmo. Pisacane non aveva più queste caratteristiche e ho capito di non essere più un giocatore importante per il Cagliari, anche dopo aver parlato con il mister. Non ho nulla contro l’allenatore, ma ho deciso, anche per me, di dover andare via senza fare troppo rumore».

IL FUTURO DI PISACANE – «Mi piacerebbe tornare al Cagliari, anche come dirigente, ma la strada è lunga e possono cambiare tante cose in questi anni. Ho già preso il patentino da allenatore UEFA B, perché a 35 anni bisogna già pensare al futuro».

IL RAPPORTO CON MISTER LOPEZ – «Lopez è stato per me un allenatore che io da giocatore rivedevo in me. Mi piaceva il suo modo di affrontare la partita. Io con Lopez sarei andato anche in guerra, mi è piaciuto tantissimo. È un uomo vero. Lui mi scrive sempre, è una persona per la quale nutro un grosso affetto».

LAVORARE SODO SEMPRE – «Se io dovessi fare l’allenatore, un giocatore come me lo terrei tutta la vita. Uno che non si lamenta mai, che lavora sodo e dimostra di essere sempre pronto, è uno da avere assolutamente in squadra. Io ho sempre lavorato tantissimo e mettersi in mostra per me diventava vitale. Son partito con tutti dalla panchina, ma ho fatto di tutto per guadagnare la fiducia di tutti i mister che ho avuto. Io ho sempre cercato di far valere la mia professionalità, ma non ho mai giudicato le scelte degli allenatori. Devi essere sempre pronto, anche per giocare 10 minuti».

GLI ATTACCANTI PIÙ DIFFICILI DA MARCARE – «La marcatura più bella è stata sicuramente quella del primo anno di Ronaldo in Serie A, ma credo che ogni marcatura nasconda la propria difficoltà. Un difensore deve stare sempre sul pezzo, a prescindere dall’avversario. Gli attaccanti più insidiosi? Ronaldo e Ibrahimovic».

IN SERIE A CON IL LECCE? – «Il campionato di Serie B è un campionato difficilissimo ma mi auguro di giocare di nuovo in Serie A e di trovarmi contro il Cagliari. Sarebbe una bella soddisfazione e per il Lecce una bella promozione».

GIOCARE INFORTUNATI – «Giocare con le costole rotte? L’ho fatto e lo rifarei perché mi sentivo in dovere di farlo sia per la città che per la maglia, perché io mi sento uno di voi, uno di Cagliari. Giocare così non è facile ma devi avere coraggio perché si può fare assolutamente».

SE PISACANE FOSSE ALLENATORE – «Se dovessi fare l’allenatore domani, mi piacerebbe fare la difesa a 4, ma se volessi prendere da due allenatori che mi intrigano tantissimo come Juric e Gasperini, proverei anche la difesa a 3».

SULLA PROSSIMA GARA DEL CAGLIARI – «Io penso che il Cagliari abbia le carte in regola per battere il Sassuolo senza troppe difficoltà. La squadra ha un sacco di potenziale, ma deve trovare la serenità e quella di domenica potrebbe essere la partita giusta. La squadra ha un organico di tutto rispetto e il Presidente ha fatto sempre acquisti importanti. Io penso che la squadra sia davvero forte e spero possa togliersi le giuste soddisfazioni».

RICONOSCENZA AL CAGLIARI – «Al Presidente Giulini voglio bene, ma lui ha fatto la sua scelta e se ha preso questa scelta, ha fatto bene sia per la società che per Pisacane. Posso solo essere riconoscente al Cagliari, perché è qui che ho raggiunto la Serie A. Per me questa riconoscenza è un valore importante. Sarò sempre un tifoso del Cagliari».

SUL FUTURO DI CAGLIARI E LECCE – «Io penso che quella di domenica per il Cagliari sia una partita fondamentale. Deve vincere. La squadra è stata costruita per avere una posizione più alta in classifica e domenica è la volta buona per cambiare trend e puntare alla salvezza. Il Lecce, dal canto suo, ha le carte per tornare in Serie A. Tutto è possibile».

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