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La nuova vita di Robert Acquafresca

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L’ex attaccante del Cagliari Acquafresca appende le scarpe al chiodo e racconta la sua nuova vita buttando un occhio al futuro e ai suoi desideri

Dopo un anno fermo e una parentesi al Sion, squadra svizzera che attualmente milita nella Super League, Robert Acquafresca decide di appendere per sempre le scarpe al chiodo a soli 33 anni. L’8 ottobre del 2020 annuncia il suo ritiro durante un’intervista con il noto radiocronista sardo Vittorio Sanna e nell’intervista di oggi rilasciata a Tuttomercatoweb ha parlato della sua nuova vita, strizzando un occhio al futuro. Queste le sue parole.

LA DECISIONE – Smettere di giocare non è mai semplice per un calciatore, soprattutto per un professionista che di quel gioco per molti infantile, ne ha fatto la propria ragione di vita. Eppure, chi prima, chi dopo, arriva per tutti il momento di mettere la parola fine. La decisione di Robert Acquafresca è stata sofferta: «Non è arrivato quello in cui speravo. Avrei voluto ricevere la proposta per un bel progetto ma purtroppo questo non è avvenuto. Il Covid ha accelerato una decisione che però è legata a tutta una serie di motivi. A 30-32 anni devi iniziare a fare i conti con la realtà, a essere realista. Vai in scadenza, le offerte iniziano a scarseggiare e ti trovi a farti due domande, a pensare al futuro. Io mi sono portato avanti da un po’ di tempo: con mia moglie abbiamo un’attività che ci prende tanto tempo, abbiamo un nostro sito e lo stiamo strutturando per bene».

IL SION – L’avventura con il Sion non è stata proprio rosea per l’ex attaccante rossoblù, che ha spiegato così il suo capitolo svizzero: «Potevo restare in Sardegna, andare all’Olbia. Avevo anche incontrato la società ma poi è arrivato il Sion che giocava l’Europa League. Poteva essere un’altra grande occasione per me, ero partito bene ma poi non mi hanno più fatto giocare. Il perché dovreste chiederlo a loro, io non l’ho mai capito. In tanti abbiamo vissuto la stessa situazione, non ci hanno mai dato spiegazioni sul perché non dovevo più scendere in campo».

IL CAGLIARI – L’apice della sua carriera è arrivato in Sardegna, nelle stagioni passate con indosso la maglia del Cagliari Calcio. L’amore che ancora lega Acquafresca alla squadra e alla terra è veramente forte: «Il Cagliari è la mia squadra, è dove ho toccato il punto più alto della mia carriera e dove ho potuto esprimermi nel migliore dei modi. Sarò per sempre grato alla società. Ho anche fatto parte della Nazionale Sarda e la cosa mi ha fatto piacere perché significa che ho lasciato un buon ricordo. A Cagliari mi hanno fatto sentire a casa, mi sono sentito uno di loro».

RIMPIANTI – Ma Robert Acquafresca ha dei rimpianti? E quali sono? Cosa cambierebbe del suo passato se solo si potesse? «Avrei potuto fare sicuramente delle scelte diverse. Se penso all’inizio della mia carriera penso che avrei potuto fare molto di più. Le cose, purtroppo, non sono andate come volevo. La colpa è anche mia perché le mie scelte tendevano a premiare l’aspetto tecnico e mai quello economico. Il calcio è sempre stato il mio grande sogno ed è stato un onore arrivare a certi livelli. Quando ripenso a mio papà e mia mamma che non mangiavano per portarmi all’allenamento posso dire di essere uno che ce l’ha fatta».

IL RICORDO PIÙ BELLO – Immancabile la domanda sul ricordo più bello, alla quale l’ex attaccante sardo ha risposto esponendone uno riguardante il Cagliari: «La salvezza miracolosa con Ballardini, quella del 2007/2008. Feci dieci gol, avevamo ed eravamo uno squadrone».

IL FUTURO – Ora che la carriera da calciatore è terminata, sicuramente anche per Acquafresca ci saranno dei piani per il futuro: «Il mio futuro? Sinceramente non mi vedo nelle vesti di allenatore, mi piacerebbe svolgere un lavoro dirigenziale».

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