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Cagliari, un mercato da cambio modulo

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Si è appena conclusa la sessione invernale del calciomercato del Cagliari: come i nuovi arrivi possono cambiare la squadra?

Un ultimo giorno di mercato dal gusto di una corsa contro il tempo. Il Cagliari di Tommaso Giulini ha lavorato durissimo per accontentare le richieste del proprio tecnico Di Francesco e portare alla sua corte i diversi profili richiesti. Nainggolan era il primo obiettivo, e la dirigenza sarda non ha perso tempo come in estate per evitare di farselo sfuggire di nuovo. Poi si è iniziato a lavorare sul resto. Nei giorni scorsi sono arrivati Duncan dalla Fiorentina, Asamoah (che si allena a Cagliari in attesa della firma del contratto), Deiola al ritorno dallo Spezia e Calabresi dal Bologna. E in mezzo tante cessioni, come quella di Faragò e di Pisacane.

ORE FRENETICHE – Poi, ieri, un’accelerata: bruciata la concorrenza per Daniele Rugani, che arriverà in Sardegna con la formula del prestito; e ancora cessioni, per sfoltire una rosa lunghissima, con la partenza di Oliva per Valencia, quella di Pajac per Brescia e quella di Ounas a Crotone. Un Cagliari, insomma, attivissimo sul mercato; eppure Giulini e Carta non sono riusciti a portare in Sardegna il tanto agognato regista, quello capace di dettare i ritmi di gioco della squadra e di dare ordine ad un reparto che al momento sembra abbondare in quantità ma peccare in qualità. Il nome più chiacchierato rimane ancora quello del danese Lasse Schone, svincolato dal Genoa in estate e ancora alla ricerca di una squadra. Diverse fonti riportano la notizia della possibile partenza di Giulini per l’Olanda, dove Schone si allena con il suo Ajax: il patron rossoblù vuole tentare l’affondo per chiudere definitivamente la campagna acquisti con un grande nome di esperienza.

A MENTE FREDDA – Analizzando chi è partito, chi è arrivato e chi è rimasto nell’Isola, possono sorgere alcune domande: innanzitutto quale sia la necessità di avere sei difensori centrali di ruolo per due soli posti (senza contare che Calabresi può adattarsi). L’arrivo di Rugani affolla la retroguardia sarda, e impone delle scelte difficili a Di Francesco. In secundis, tantissimi centrocampisti: Deiola, Duncan, Nainggolan, Nandez e Marin. Tutti centrali, anche loro: seguendo sempre il filo logico del 4-3-2-1 delle ultime gare troverebbero spazio in campo tutti quanti a parte Deiola, pronto a subentrare, con il Ninja insieme a Joao Pedro trequartisti. Ma anche le punte rimangono tante: ancora 3 per un solo posto, e se è vero che Di Francesco è stato bravo ad alternare Simeone, Pavoletti e Cerri finora, almeno uno dei tre avrà uno spazio molto più limitato rispetto agli altri. C’è poi il discorso esterni, con Sottil che nelle ultime gare, complice il cambio modulo, ha trovato meno spazio; Zappa che rimane un titolarissimo, mentre Tripaldelli fa più fatica e cerca di fare il suo in caso di assenza di Lykogiannis. E adesso arriverà anche Asamoah, giocatore di grandissima esperienza, perfetto per ricoprire il ruolo di esterno a tutta fascia o per adattarsi a mezzala.

DIFESA A TRE – Con gli ultimi acquisti effettuati, sembra si voglia virare a cambiare nuovamente volto ad un Cagliari già di per sé trasformista. Nel girone di andata Di Francesco ha usato diversi moduli, quattro per la precisione. Solo in qualche sporadica occasione ha accennato ad una difesa a tre, e perlopiù a partita in corso. Ma con l’abbondanza di centrali in rosa, potrebbe essere una soluzione più che valida: Godin, Rugani e uno tra Ceppitelli e Walukiewicz, con Carboni sempre pronto a dare il suo apporto nella necessità. Sulle fasce Zappa ha già dimostrato di essere più che efficace quando gli viene chiesto di arrivare sul fondo, e la maggiore copertura dietro potrebbe giovargli ancora ulteriormente. Sull’altro lato Lykogiannis rischia di perdere il posto: Asamoah in quel ruolo è una garanzia, ma bisogna valutare le condizioni fisiche dopo più di un anno lontano dai campi. La mediana diventerebbe a questo punto una diga invalicabile: Nainggolan, Nandez e Marin, per adesso, e il possibile arrivo di Schone suggerisce la sostituzione per quest’ultimo a favore di un regista più puro, affiancato da due mastini. E davanti Joao Pedro torna definitivamente punta, affiancando Simeone per ricomporre un duo che ha già dimostrato la sua letalità. Il tutto con la possibilità di fare dei cambi in corsa di buonissimo livello: Sottil può spaccare la partita e le sue qualità gli permettono di giocare anche come seconda punta; a centrocampo Duncan (recuperata la forma) e Deiola possono dare respiro ai titolari. E davanti Di Francesco può decidere se usare più dinamismo (con il Cholito) o più fisicità (Pavoletti o Cerri).

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