Rastelli: «Cagliari grande opportunità, contro l'Avellino sarà la più difficile dell'anno» - Cagliari News 24
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2015

Rastelli: «Cagliari grande opportunità, contro l’Avellino sarà la più difficile dell’anno»

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Dopo la conferenza stampa di presentazione, Massimo Rastelli torna a parlare in qualità di allenatore del Cagliari. Lo fa in esclusiva ai microfoni di OttoChannel, canale campano vicino alle vicende dell’Avellino. Il tecnico rossoblù spiega cos’è accaduto con il club irpino: «Voglio fare una premessa: se ho deciso di parlare adesso è perché in un primo momento, quando avevo indetto una conferenza stampa per giovedì 11 giugno, mi è stato impedito di farlo. In questo momento, essendo un allenatore libero da vincoli, voglio far sentire l’altra campana alla gente e ai tifosi dell’Avellino. Dopo aver trovato un accordo di massima lunedì mattina con il presidente Taccone, Enzo De Vito e Massimiliano Taccone, ci siamo ripromessi di rivederci il mercoledì successivo per siglare il prolungamento del contratto. Nella serata di lunedì ho ricevuto la telefonata del presidente del Cagliari, Giulini, che mi ha chiesto di fare una chiacchierata. Martedì mattina sono salito a Milano. Dopo un lungo colloquio mi hanno chiesto se potevo essere il loro allenatore. Ho fatto presente che dovevo parlare con l’Avellino e che per me era, comunque, una grande occasione. Ho avvisato, telefonicamente, il presidente Taccone di questa novità. Ho preannunciato che il giorno successivo sarei andato a parlare, a chiarire, a chiedere di lasciarmi libero. Perché Cagliari, per me, era ed è una grande opportunità».

 


MALEDETTA TRAVERSA – Rastelli ricorda l’ultima partita sulla panchina dell’Avellino, la gara di playoff contro il Bologna terminata con la traversa di Castaldo all’ultimo minuto: «Siamo riusciti, meritatamente, a raggiungere i playoff dopo un’annata da protagonisti. Siamo sempre stati nei playoff e sarebbe stato un peccato non arrivarci. Ci siamo riusciti, abbiamo fatto dei playoff straordinari, giocando una partita epica a La Spezia: con un uomo in meno per più di un’ora, siamo riusciti a vincere. E poi c’è stata la grandissima prova di carattere di Bologna, dove siamo usciti tra gli applausi. Per un centimetro non abbiamo raggiunto una finale che avremmo sicuramente meritato. Detto ciò, ci sono stati periodi difficili. Soprattutto i due mesi che hanno preceduto la fine del campionato, quando, in più di una circostanza, sicuramente, ho rischiato l’esonero. Dopo Crotone credo che la società avesse intenzione di cambiare. Sono stato messo nelle condizioni di dover dare le dimissioni cercando di colpire innanzitutto il mio staff, composto da persone in possesso di grandissima professionalità. Nel momento in cui hanno capito che avrei comunque continuato, e non mi sarei dimesso, hanno imposto come tutore del mio preparatore (Fabio Esposito, ndr) Nicola Agosti, che è stato, putroppo, messo in mezzo in una vicenda complessa. Proprio per quanto riguarda questo presunto cambio di preparazione, che, come ha recentemente dichiarato il presidente Taccone, ci avrebbe permesso di arrivare ai playoff nel modo in cui ci siamo arrivati, ci terrei a precisare che abbiamo continuato a fare quello che abbiamo sempre fatto. Agosti ci ha affiancato: è un grande riatletizzatore, non è un preparatore atletico. Come staff abbiamo continuato a fare il lavoro di sempre: in quattro settimane non si può stravolgere un lavoro che, nel breve, non ti dà nessun frutto».

 

TACCONE – Il presidente dell’Avellino Walter Taccone ha più volte attaccato nelle scorse settimane l’allenatore del Cagliari: «Che rapporto avevamo? Il classico rapporto tra presidente e allenatore. Quando le cose andavano bene erano tutte rose e fiori, quando le cose andavano male c’erano le critiche. A volte, credo, ingiustificate. Perché abbiamo sempre ottenuto grandi risultati. Qualche momento negativo era normale che ci fosse per una squadra come la nostra, che non era tra le più forti come organico, ma che si è sempre difesa ottenendo grandi risultati. E questi tre anni lo dimostrano ampiamente».

 

Al contrario, il direttore generale Massimiliano Taccone non ha rinnegato i grandi risultati raggiunti dall’Avellino con Rastelli in panchina: «Mi sono molto piaciute le parole di Massimiliano Taccone. Ha detto la verità: sono stati tre anni straordinari, di grandissimi successi e risultati, nel corso dei quali Massimo Rastelli ha fatto grande l’Avellino e l’Avellino ha fatto grande Massimo Rastelli. Questo è indubbio. Non ho nulla da rimproverarmi. Rifarei tutto quello che ho fatto, perché l’ho fatto alla luce del sole ed in massima trasparenza. Sono andato solo a fare una normale chiacchierata di lavoro, come è giusto che sia. La società sapeva, anticipatamente, che se avessi avuto una chiamata da una società importante di A o comunque di B, come poteva essere Cagliari o Bologna, se non fosse andato in A, avrei chiesto di essere lasciato libero. Mi sono comportato nella maniera più corretta possibile».

 

RITORNO AD AVELLINO – «Sarà la partita più difficile dell’anno sotto tutti i punti vista, prima di tutto emotivo. Non sarà una partita come le altre: è innegabile ed è normale che sia così. Quelli ad Avellino sono stati tre anni fantastici, associati agli altri due da calciatore. Sono orgoglioso di essere stato l’allenatore di questa grande squadra, di questa grande piazza, che merita, sicuramente, la Serie A. Sono fiero di aver mantuenuto l’impegno con i tifosi: quello che ogni mio giocatore incarnasse lo spirito dei lupi; di aver ridato orgoglio ai nostri tifosi, che in passato erano stati umiliati e presi in giro. Abbiamo ottenuto grandissimi risultati. Vado via a testa alta – conclude Rastelli – senza nulla da rimproverarmi».

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