Beretta: «Contenti per i risultati, ma l’obiettivo è far crescere i ragazzi» - Cagliari News 24
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2015

Beretta: «Contenti per i risultati, ma l’obiettivo è far crescere i ragazzi»

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Dopo più di trent’anni in panchina, Mario Beretta ha deciso di cambiare mestiere. Da luglio è, infatti, il Responsabile del Settore Giovanile del Cagliari: «In effetti ho cominciato a pensarci tre anni fa. Mi ero un po’ stancato delle dinamiche della prima squadra: non tanto di andare sul campo, quanto a livello di rapporti. L’idea era quella di tornare nei settori giovanili, qualcosa che ho sempre avuto in mente. E la scelta è stata facile. Il presidente Giulini mi ha contattato e mi ha chiesto se me la sentivo di assumere l’incarico di responsabile del settore giovanile rossoblù: ho accettato al volo. Gli ho esposto le mie idee e ho subito espresso il desiderio di fare le cose in un certo modo, ci siamo trovati da subito in sintonia. Da lì è partita la mia, tra virgolette, nuova carriera». L’ex allenatore di Siena, Latina e Brescia ha parlato in esclusiva ai microfoni di www.gianlucadimarzio.com della sua nuova avventura in Sardegna: «Mi trovo molto bene qui. Inoltre la società è nuova, giovane, ha grandi ambizioni. Ci sono delle ottime idee, voglia di fare e soprattutto di investire, anche nel settore giovanile. Non a caso ci sono un nuovo campo in sintetico, la Primavera che si prepara vicino alla prima squadra, due centri di formazione. Una testimonianza delle migliori intenzioni: con questi presupposti si può lavorare al meglio. Assumendo l’incarico di responsabile del settore giovanile ero consapevole che ci fosse tanto da fare. Ognuno ha le sue vedute e noi abbiamo impostato il discorso in un certo modo, senza dimenticare che anche negli anni precedenti il Cagliari ha tirato su giocatori dal settore giovanile. Noi abbiamo un’idea su come si debba lavorare. Si tratta di ragazzi giovani e quindi abbiamo posto tantissima attenzione sull’aspetto comportamentale: rispetto, eguaglianza, educazione sportiva e non».

 

Vincere non è l’unica cosa che conta, soprattutto nei settori giovanili: «Con i tecnici abbiamo preparato un inizio di collaborazione con grande attenzione alla crescita individuale: a noi interessa soprattutto lo sviluppo dei giocatori. I risultati in campo sono sicuramente importanti, ma devono essere la conseguenza del lavoro che è stato svolto durante le settimane, i mesi e l’anno. Non dobbiamo essere ossessionati dal risultato, dalla voglia di ottenerlo a tutti i costi, ma ciò che conta veramente è far crescere individualmente le squadre, i calciatori. L’obiettivo è farli arrivare in prima squadra.  Certamente qualcuno andrà anche a giocare fuori e in tal caso rimarrebbero comunque un patrimonio importante della società. Per vedere uno dei nostri giovani protagonista in prima squadra ci vorranno minimo tre anni. Abbiamo fatto un ottimo lavoro di scouting con la Primavera per andare a chiudere la rosa, perché numericamente era un po’ in difficoltà: merito del nostro direttore sportivo Pierluigi Carta. Sono arrivati ragazzi interessanti e se già quest’anno o l’anno prossimo qualcuno di loro dovesse affacciarsi alla prima squadra, sarebbe senza dubbio un ottimo risultato. E’ già accaduto con Arras: è andato in panchina in occasione del match di Coppa Italia Cagliari-Entella.  Alessio Murgia è un ottimo trequartista, è molto bravo e si è già visto. Poi c’è Antonio Auriemma, centrocampista, che era andato via un paio d’anni fa ed è rientrato, e si sta comportando molto bene. Simone Pinna, un bell’esterno che sta mostrando ottime doti o Luigi Scanu, anche lui un ragazzo molto interessante. Sono giocatori che sicuramente potranno dire la loro, ma devono proseguire la loro crescita. Hanno un anno davanti molto importante e un allenatore di grandissima qualità come Max Canzi che li sta facendo crescere bene. Se seguono Max si possono togliere e ci possiamo togliere anche noi come società belle soddisfazioni»

 

La Primavera è stata affidata a Max Canzi, storico vice allenatore di Beretta nelle precedenti stagioni: «Sta lavorando molto bene, collaboriamo ormai da dieci anni. Siamo amici di vecchia data, ci conosciamo bene e sono molto contento per quello che sta facendo. Come detto, al di là dei risultati che sta cogliendo in campo è la crescita costante dei ragazzi che testimonia che sta operando nel modo giusto. Ma lo stesso stanno facendo gli altri allenatori delle varie categorie. Da Marco Cossu negli Allievi Nazionali a Michele Filippi negli Allievi Lega Pro che sono terzi in classifica. Vale il discorso di prima, non solo risultati ma anche sviluppo dei singoli».

 

Da quest’anno la Primavera non giocherà più ad Asseminello, ma in giro per la Sardegna. Le prime tappe sono state Macomer e Arbus: «L’idea è nata perché ho pensato che fosse giusto portare la Primavera, che è la massima espressione del settore giovanile, in giro per i vari paesi sardi, dove è grande l’affetto per i rossoblù. Stiamo cercando di coinvolgere più popolazione possibile dell’isola, sapendo che il Cagliari abbraccia non solo il cagliaritano ma un’intera regione. Ed è per questo che abbiamo deciso di cercare di volta in volta dei campi che ci possano ospitare. La scelta è basata non solo sulle strutture, ma anche e soprattutto sull’affetto della gente. Sappiamo che la squadra è molto seguita e noi stessi ne abbiamo ricevuto testimonianza diretta, con l’ottima accoglienza nel ritiro di Macomer. Poi abbiamo giocato un’amichevole ad Aritzo contro la Roma, con gli spalti gremiti. Sono tutti aspetti che ci hanno spinto a portare la Primavera in giro per questa meravigliosa terra».

 

E proprio la Primavera quest’anno sta stupendo tutti, con quattro vittorie nelle prime quattro partite, ma Beretta non pensa allo scudetto: «Noi non ci pensiamo. Ci fa piacere essere al primo posto perché ciò significa che il lavoro sta andando nel verso giusto e la crescita dei ragazzi è costante. Chiaramente se c’è un miglioramento del singolo migliora anche la squadra e di conseguenza arrivano i risultati. Non ci poniamo limiti, ce la giochiamo e in queste prime partite abbiamo visto che è possibile farlo con tutte le avversarie e questo per noi è già un grandissimo risultato. Poi quello che verrà verrà. L’importante è crescere dei ragazzi da portare in prima squadra e anche se qualcuno dovesse andare da qualche altra parte avrà vissuto un’esperienza formativa importante e conserverà un ottimo ricordo degli anni trascorsi a Cagliari»

 

Della precedente gestione rimane, invece, la scelta di privilegiare i ragazzi sardi: «Tendenzialmente l’idea è sempre quella di privilegiare i ragazzi sardi, questo è fuori discussione e un punto fermo. Ovviamente siamo attenti anche a quello che succede fuori. Se ci sarà la possibilità di prendere qualche buon elemento lo faremo, partendo però dal presupposto che chi viene ‘dal continente’, come si dice qui in questi casi, deve essere decisamente superiore ai nostri. Da qui è nata anche l’idea di fare un centro di formazione ad Alghero, che inaugureremo questa domenica, per convogliare lì tutti i ragazzi più piccoli del nord Sardegna. E uno a Milano per cercare di monitorare un po’ il territorio della Lombardia dove ci sono molte squadre e molti atleti».

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