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Pulga: «Io a Cagliari grazie a Riva: mi stregò. Su Nainggolan…» – ESCLUSIVA

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Intervista ad Ivo Pulga: dal suo inaspettato arrivo in Sardegna da calciatore ai rossoblu del presente. E su Nainggolan: «Sono convinto che chiuderà la carriera a Cagliari…»

Dall’Emilia alla Sardegna, di colpo. Ivo Pulga arrivò a Cagliari da giovanissimo grazie al lavoro di Gigi Riva e da allora il suo legame con il capoluogo si è ispessito tanto che quella rossoblu è una delle piazze più importanti della sua vita calcistica. Una storia iniziata sotto il segno di Riva, che (come vedremo) ricorda tanto l’inizio dell’avventura di Rombo di Tuono in Sardegna. Dai ricordi del passato – i tempi bui della Serie C e la doppia promozione con Ranieri – al presente: la nostra intervista all’ex calciatore ed allenatore rossoblu.

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Mister, come sta vivendo questa quarantena?
«In casa, come tutti. E’ un momento difficile, speriamo che si risolva il prima possibile. Seguiamo le disposizioni del Governo».

Che idea si è fatto del momento che vive il calcio italiano? Giusto tentare di concludere a tutti i costi i campionati?
«Adesso la priorità assoluta è la lotta contro il Coronavirus. Dopo, in base ai segnali che ci daranno giorno per giorno, dovrà essere presa una decisione. Magari in un momento migliore, adesso non si possono fare previsioni».

Ha avuto modo di vedere il Cagliari quest’anno?
«Ho seguito quasi tutte le partite dei rossoblu, ho visto una grandissima squadra nel girone d’andata. Esprimeva un calcio davvero molto spumeggiante, fatto di pressione ed intensità. Poi era naturale che ci sarebbe stato un calo, che però si è prolungato per troppo tempo. Non so il motivo, quando ci sono questi grossi cali una spiegazione è difficile darla. Il Cagliari del girone d’andata è solo lontana parente della squadra vista negli ultimi tempi».

Pensa che possa arrivare la scossa dopo il cambio di allenatore?
«Anche questo è tutto da vedere. Con questa emergenza non si può dire se e quando si tornerà in campo, diventa difficile fare previsioni. Di solito quando c’è un cambio di allenatore la scossa si vede subito, ma questo periodo di stallo rende difficile dire come andrà. L’importante, ora, è riuscire a combattere questo virus. Di mezzo c’è la salute di tutti ed il calcio deve andare in secondo piano. Vedremo, se si tornerà a giocare, cosa succederà».

Quand’era sulla panchina del Cagliari aveva a disposizione un giovane Nainggolan: che effetto fa vederlo di nuovo in rossoblu?
«Per il Cagliari è un lusso, è un grandissimo giocatore che ha giocato in piazze importanti. Quest’anno sta facendo una bella stagione, sono convinto che chiuderà la carriera a Cagliari. E’ chiaro che la decisione spetterà a lui ed all’Inter, ed anche al Cagliari… Però la Sardegna per lui è come casa».

Passando al Pulga calciatore, ci racconta qualche aneddoto dei tempi di Cagliari? Anche considerato che siamo nell’anno del Centenario…
«Dovevo venire in Sardegna proprio per la festa del Centenario, ma è stato tutto rimandato. Di ricordi ce ne sono tantissimi: dai primi anni in cui sono arrivato da giovanissimo, con le difficoltà societarie ed il rischio fallimento del Cagliari di Moi, alla salvezza con gli Orrù. Il primo anno di C rischiammo di retrocedere nei dilettanti, ma dopo quella salvezza ripartimmo e con Ranieri facemmo tre stagioni favolose che rimarranno nella storia del club. Partendo dal niente siamo riusciti a ricostruire l’immagine e la storia del Cagliari. Riportandolo in Serie A, che è la categoria che merita».

Tra l’altro, lei in Sardegna ci arrivò giovanissimo e grazie a Riva. Come andò esattamente?
«Sì. Mentre mi trovavo in un mercato di Milano mi chiamò Farina, il presidente del Modena, e mi disse di raggiungerlo perchè m’aveva ceduto: a quel tempo non c’erano i procuratori (o, meglio, erano figure ancora rare, ndr). Pensavo di essere stato ceduto al Brescia, anche perchè tutti i giornali di Modena davano l’affare per fatto. Quando lo raggiunsi, Farina mi disse che mi aveva ceduto al Cagliari. In quei tempi non sapevo neanche dove fosse Cagliari: dissi immediatamente no, ma mi convinse ad andare a parlare con loro. Quando entrai nel box del club c’era Gigi Riva, mi disse che m’aveva seguito nella Nazionale Under 21 di Serie C e che mi voleva a tutti i costi, mi mise di fronte il contratto e lo firmai. Fece tutto lui: la sua immagine e le sue parole mi convinsero in una frazione di secondo. Ed alla fine è stata la mia fortuna».

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