Jeda: «Il cambio allenatore ha confuso. Come uscire dalla crisi? Con lo spirito che avevamo nel 2007/2008» ESCLUSIVA - Cagliari News 24
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Jeda: «Il cambio allenatore ha confuso. Come uscire dalla crisi? Con lo spirito che avevamo nel 2007/2008» ESCLUSIVA

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L’ex giocatore rossoblù Jeda ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni della situazione critica del Cagliari

In esclusiva ai microfoni di CagliariNews24 l’ex attaccante rossoblù Jeda ha parlato dell’attuale situazione del Cagliari. Ecco le sue parole.

Qual è secondo lei la causa principale della crisi in cui versa il Cagliari? Pensa che possa esserci stato qualche problema nella preparazione al campionato?

«Nelle crisi, purtroppo, le cause possono essere tante e la preparazione può sicuramente essere una di quelle. Mi piacerebbe capire davvero cosa sta succedendo o cosa sia successo. La squadra, per il secondo anno di fila, ha sempre qualcosa che non funziona nonostante sia una una signora squadra sulla carta. È colpa di tutti, questo bisogna dire».

Il cambio allenatore è davvero servito a qualcosa? Il Cagliari è cambiato o mantiene sempre le sue incertezze e i suoi limiti?

«Mi sarebbe piaciuto dire che ne è valsa la pena ma purtroppo non è così, anzi. Il cambio ha portato molta più confusione e ora si vede una squadra davvero fragile e impaurita. Quindi il cambio non è servito e forse non serviva dopo tre giornate».

Vista la situazione, allora, come ci si può preparare a sfidare l’Atalanta e come si potrebbe fare risultato?

«Purtroppo adesso non è facile per il Cagliari trovare una squadra come l’Atalanta. Il problema è che tutte le partite adesso diventano un crocevia importante. Bisogna cercare di far quadrato e andare in campo con il coltello tra i denti. Con l’Atalanta potrebbe essere la partita della svolta, chissà!»

Nel 2007/2008 il suo Cagliari guidato da Davide Ballardini riuscì a riprendersi dopo un periodo di smarrimento per poi arrivare, a fine campionato, a una buonissima posizione in classifica: qual è stato il segreto di quella svolta?

«In quell’anno oltre ad avere i tifosi che ci sostenevano, c’era gente di grande carattere che si prendeva davvero la responsabilità. In campo non eravamo soltanto compagni di squadra ma fratelli. Tutti correvano per tutti, quello era lo spirito che questa squadra dovrebbe avere ora».

Ha vissuto in una squadra di leader. Secondo lei nel Cagliari è presente oggi un vero leader capace di avere il controllo della situazione? Quanto pesa l’assenza di Nainggolan?

«Ci sono tanti giocatori che possono fare i leader. Questa squadra ha bisogno di tanti leader come eravamo noi nel 2007/2008: tutti in grado di prendersi la responsabilità. Devo dire che, secondo me, uno come Nainggolan avrebbe sicuramente aiutato. Questa è una mia opinione».

Si pensa già al futuro e al calciomercato: quali potrebbero essere i giusti movimenti da effettuare per rinforzare la squadra?

«Credo che il Presidente non sia così impreparato o inesperto. Sono sicuro che interverrà per rinforzare ancora di più la squadra che è già forte di suo. Per completare direi un’altra punta, magari un difensore. I giocatori però devono sapere che possono e devono dare di più perché adesso il massimo non basta».

 

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