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2015

Il Cagliari riparte da Rastelli: grinta, concretezza ed elasticità per scalare la vetta

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Il Cagliari riparte dalla serie B dopo la scottatura della retrocessione al primo anno di gestione Giulini. Tra le due categorie c’è grande differenza, ed a questo si deve la scelta di un tecnico quasi in antitesi con quello scelto lo scorso anno, Zdenek Zeman. Il boemo è conosciuto come uno dei maggiori profeti del calcio totale, caratterizzato da un calcio offensivo e poco propenso alla fase difensiva, Rastelli è invece un tecnico pragmatico, che plasma le sue squadre secondo un calcio meno spettacolare ma più concreto. Un aspetto importante è quello della flessibilità tattica: mentre Zeman utilizzava in ogni circostanza il suo caratteristico 4-3-3, il nuovo tecnico rossoblù ha spesso cambiato il modulo a seconda degli avversari, anche a gara in corso.
Con Rastelli difficilmente si vedrà un calcio spettacolare, anzi, il suo calcio si può facilmente sintetizzare in poche parole: tanta grinta e sacrificio.

 

L’ASPETTO TATTICO – L’ex Avellino è un tecnico molto preparato tatticamente, predilige il 3-5-2 anche se spesso ha fatto affidamento su altri moduli, dimostrando ampia flessibilità. Il suo 3-5-2, utilizzato quasi sempre al primo anno di Avellino, in Lega Pro prima divisione, è abbastanza elementare: tre centrali fissi, due esterni sulle fasce (più difensivi che offensivi, ma questo dipende anche dagli avversari), tre interditori a centrocampo e due punte. Il gioco si basa sulla distruzione della manovra avversaria, più che sulla costruzione, e ad Avellino si è sviluppato prevalentemente sulle fasce: al Partenio si sono viste di rado le soluzioni centrali, mentre venivano sfruttate molto le corsie esterne. Qui c’è da aprire una parentesi: Togni, giocatore tecnico arrivato due stagioni fa per fare il regista, non è stato mai impiegato, mentre la passata stagione, con Arini e Kone ad impostare, la squadra ha spesso faticato a proporre un gioco a trazione anteriore: anche quando ha avuto il materiale tecnico a disposizione, l’allenatore campano ha preferito utilizzare dei centrocampisti capaci di spezzare più che costruire.
Il gioco di Rastelli sembra favorire le punte alte (Galabinov due stagioni fa, Cataldo, Comi e Trotta nell’ultima), mentre gli attaccanti con baricentro più basso e dal maggiore tasso tecnico hanno spesso faticato (Ciano e Soncin due anni fa, Arrighini nella stagione appena conclusa).
Rastelli, come detto, è un tecnico molto flessibile tatticamente: tre anni fa, in C1, nella parte finale del torneo, quando era in lotta per la promozione, cambiò il modulo utilizzando il trequartista. Negli ultimi due anni di serie B ha utilizzato spesso il 4-3-1-2 ma, a dimostrazione della mentalità difensiva, i trequartisti avevano un ruolo più di copertura che di offesa (ruolo ricoperto nell’Avellino da Soumarè prima e da Sbaffo poi). Anche in questo modulo i terzini hanno ricoperto un ruolo prevalentemente difensivo, oltrepassando poche volte la metà campo ed andando raramente sul fondo.

 

L’ASPETTO MENTALE – Il punto di forza delle squadre guidate da Rastelli è senz’altro l’unità del gruppo. Il tecnico campano lavora molto sull’aspetto mentale dei suoi uomini, riuscendo a creare un gruppo solido in cui tutti remano verso la stessa direzione con convinzione e grinta. Importante anche il lavoro del suo staff, su tutti quello del preparatore dei portieri David Dei: dal suo arrivo gli estremi difensori biancoverdi hanno notevolmente aumentato la qualità delle prestazioni risultando spesso i migliori in campo.

 

Il discorso, chiaramente, si riferisce a quanto fatto dal tecnico campano nei tre anni di panchina in Irpinia. Con una rosa dal tasso tecnico più elevato potrebbero esserci parecchie sorprese, soprattutto perchè le ambizioni del club sardo sono maggiori di quelle del club biancoverde. Il Cagliari, per ammissione della stessa società, lotterà per tornare immediatamente nella massima categoria, e per farlo ha scelto un tecnico con voglia di emergere e soprattutto con la “cazzimma”, come piace dire al patron Giulini.

 

 

Matteo Culurgioni

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