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Giulini: «Fermate amichevoli e Nations League. A rimetterci sono i club»

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Il presidente del Cagliari Giulini ha ribadito la sua contrarietà alle convocazioni in nazionale con una pandemia in corso. Favorevole solo alle qualificazioni ai mondiali

Tiene banco la questione delle convocazioni in nazionale per gare amichevoli o di tornei minori come la Nations League. Molti club sono preoccupati per le condizioni dei propri tesserati che, con una pandemia in corso si ritrovano in giro per il mondo esponendosi maggiormente al rischio di essere contagiati. In queste molti club di Serie A, tra cui anche il  Cagliari, sono in apprensione per il caso di un positivo nella nazionale croata. Si tratta di Vida, che ha disputato il primo tempo della partita contro la Turchia perché l’esito di positività al Covid-19 è arrivato in ritardo. Raggiunto dal quotidiano sportivo il Corriere Dello Sport, Giulini ha ribadito la sua posizione in merito alla vicenda. Queste le sue parole:

ROG In queste ora si attendono i risultati degli esami sui calciatori croati. In casa Cagliari la preoccupazione è per Marko Rog, pedina fondamentale per Eusebio Di Francesco: «Sul caso specifico di Rog devo effettuare le verifiche necessarie. Come tante altre società siamo contrari a queste convocazioni effettuate per disputare amichevoli o la Nations League. Posso capire che si vada invece a giocare per le qualificazioni al Mondiale 2022. Tutto il resto a mio avviso è superfluo, mette a rischio i nostri tesserati. Siamo qui a gestire centinaia di tamponi, con annessi e connessi e tutti i costi che ne conseguono. Poi, guarda il caso, arrivano le nazionali e portano i giocatori in giro per il mondo, con i rischi facilmente immaginabili». 

DIFFICOLTÀ PER I SUDAMERICANI – Le cose ci complicano ulteriormente per chi deve attraversare mezzo mondo, sia per raggiungere il ritiro della proprio Nazionale, piuttosto che per raggiunge gli stadi che ospitano le gare: «I nostri sudamericani girano quattro aeroporti, da Cagliari a Roma, da Roma a Madrid, da Madrid a Montevideo e so poi giocano a Lima passano anche da li, piuttosto che da Bogotà. Transitare per quattro o cinque scali, prendere tre aerei in un periodo di pandemia e di emergenza sanitaria mondiale si può ben immaginare quanto sia inopportuno». 

I PROBLEMI ECONOMICI – Anche gli organismi internazionali devono affrontare problemi simili a quelli dei club sul versante economico, come ad esempio quelli riguardanti diritti tv e sponsor. Tuttavia, Giulini ha sottolineato che i club sono i datori di lavoro dei calciatori: «I calciatori sono pagati da noi, dai club. Sarebbe molto meglio che i giocatori restassero presso il luogo in cui prestano l’opera, per garantire la regolarità dei campionati. Capisco il caso estremo delle qualificazioni ai Mondiali, capisco molto meno chi va a fare stage, amichevoli o Nations League».

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