Europei 2028, giorni di fuoco per la candidatura: la posizione dell’Italia
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Europei 2028, giorni di fuoco per la candidatura: la posizione dell’Italia

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Sono giorni decisivi per presentare la candidatura per ospitare gli Europei nel 2028: ecco la posizione dell’Italia

Il 23 marzo del 2022 è la scadenza per le “comunicazioni di interesse” relative all’organizzazione dell’Europeo di calcio 2028. L’Italia ci pensa, il presidente federale Gabriele Gravina lo ha confermato la scorsa settimana in Campidoglio, ma come ha detto più volte la sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali, «se l’Italia si candida, si candida per vincere».

Per vincere, però, ci vogliono stadi all’altezza. Ne servono 10 in base ai requisiti Uefa. Come riporta La Gazzetta dello Sport almeno uno da 60mila, un altro da 50mila, quattro da 40mila e tre da 30mila. Ma le capienze ci portano fuori strada perché non sono quelle che mancherebbero al dossier italiano.

Piuttosto la capacità di “guarire” stadi logori e non in linea con gli standard internazionali. Anche il progetto Milano, per il 2028, l’obiettivo del nuovo San Siro è sicuramente realistico, non è sufficiente. Certo mettendoci vicino l’Olimpico di Roma, l’Allianz Stadium di Torino utilizzato per la Nations League, il “Franchi” di Firenze che potrebbe sfruttare i fondi del “Piano strategico grandi attrattori culturali” e lavorando su una ristrutturazione del Maradona di Napoli e sull’avanzamento del progetto Bologna, si raggiungerebbe un pacchetto già interessante. Una fotografia che potrebbe includere anche lo stadio Flaminio di Roma, ora in condizioni fatiscenti ma che potrebbe anche presentare i requisiti per attingere risorse dall’altro fondo Pnrr (che stanzia per questo genere di opere 700 milioni).

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