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Cagliari pre e post Lazio: quando una partita cambia una squadra

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Dal 16 dicembre 2019, quando alla Sardegna Arena il Cagliari perdeva per 1-2 nei minuti di recupero, i rossoblù hanno cambiato marcia

Un’altra partita senza punti per Di Francesco e i suoi uomini. Alla Sardegna Arena a spuntarla è l’Atalanta di Gasperini, che grazie ad una giocata spaventosa di Luis Muriel si aggiudica la posta in palio. Una sconfitta che aggrava ulteriormente la situazione di un Cagliari che rimane sempre più ancorato alla zona retrocessione: terzultima posizione in campionato, e se stasera il Parma dovesse vincere contro l’Hellas i ducali supererebbero i sardi. Una partita preparata da Di Francesco per difendersi e colpire in ripartenza, perché affrontare a viso aperto una squadra ben rodata come l’Atalanta può fare male a chiunque. Il trend negativo del Cagliari prosegue e, nonostante le buone prestazioni fornite nelle ultime settimane (i bergamaschi hanno dovuto sudare oltremodo la vittoria), le statistiche non sorridono ai rossoblù.

RECUPERO FATALE – C’è un dato molto particolare che mostra il periodo difficile del Cagliari non solo di Di Francesco, ma anche di Zenga e Maran. In particolare quest’ultimo, sulla panchina degli isolani, ha fatto vedere cose strabilianti, portando i sardi fino alle zone alte della classifica e accendendo nei tifosi sogni europei. Il punto di svolta che ha svegliato tutti e aperto una vera e propria crisi è stato quel fatidico Cagliari-Lazio, datato 16 dicembre 2019. Alla Sardegna Arena i rossoblù arrivano con 10 vittorie, 5 pareggi e solamente 3 sconfitte, con una media di 2 gol fatti e 1,27 subiti a partita. Dopo il vantaggio iniziale di Simeone i rossoblù subiscono prima il pareggio al 93′, per poi andare sotto per il definitivo 1-2 ad opera di Caicedo, quando sul cronometro scocca il minuto 98. Da quel giorno il Cagliari cambia pelle: 8 vittorie, 13 pareggi e 26 sconfitte. La media gol segnati si abbassa a 1,23 e quella di quelli subiti si alza a 1,65. In mezzo, due cambi di allenatore, tanti acquisti, cessioni e una pandemia globale. Da quel momento il Cagliari inizia una discesa che ha l’effetto di una palla di neve: più avanti si va col tempo e più diventa difficile arrestarla. Dopo la salvezza arrivata con Zenga nel finale dello scorso campionato, in estate arriva l’annuncio di Di Francesco come nuovo tecnico rossoblù.

GLI ULTIMI NUMERI – Dopo alcune partite di rodaggio il Cagliari sembra cominciare a girare a pieno ritmo: arrivano alcun successi contro dirette contendenti e i rossoblù si portano quasi a metà classifica. Poi di nuovo il tracollo: tra positività, infortuni e squalifiche il tecnico cagliaritano si ritrova ad affrontare alcune gare molto complicate senza mai poter contare sulla rosa completa a disposizione. Dopo l’ultima vittoria, arrivata il 7 novembre grazie alle reti di Nandez e Joao Pedro, i rossoblù perdono la spinta e cominciano ad incatenare una serie di risultati negativi. Le statistiche parlano di tre mesi e 15 gare senza una vittoria, con un solo punto nelle ultime nove giocate (due settimane fa contro il Sassuolo) e cinque gol nello stesso periodo (tutti di Joao Pedro). Insomma, un ruolino di marcia che sembra peggiorare sempre di più.

SEGNALI DI RIPRESA – La prestazione contro la Lazio e quella di ieri contro l’Atalanta, seppur condannano il Cagliari ad una situazione sempre più allarmante (diciottesima posizione e rischio retrocessione sempre più vicino) gli regalano una consapevolezza di poter lottare contro chiunque. Sia con i biancocelesti che contro i bergamaschi, entrambe big del campionato, è arrivata si una sconfitta ma solo per 1-0. Inoltre una sconfitta che sa di beffa, specialmente quella di ieri dove l’Atalanta si è dovuta affidare ad una magia di Muriel per passare. Se poi aggiungiamo anche il pareggio con il Sassuolo, dove un pizzico di attenzione in più avrebbe regalato i tre punti anziché uno solo, possiamo osservare la crescita del Cagliari nelle ultime partite. I rossoblù hanno cambiato mentalità, abbandonato gli orpelli e sono passati a lottare su ogni pallone come se fosse l’ultimo per guadagnare il massimo da ogni match. Ora il calendario concede ai rossoblù qualche scontro diretto: Di Francesco e i suoi uomini non possono più sbagliare, ma se scenderanno in campo con il piglio visto nelle ultime settimane non potrà che andare bene.

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