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Cagliari, l’analisi sul reparto difensori

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Buttiamo l’occhio sull’andamento del reparto difensivo del Cagliari in questa prima parte di campionato Seria A 2020/2021

Il 2020 si dirige verso la conclusione. Un anno complicato per tutti, ancor di più per chi ha il cuore rossoblù. Il Cagliari, infatti, ha spento 100 candeline tra annaspi e delusioni. La cavalcata europea diventa un incubo d’anonimità, lo slancio di un nuovo progetto si scontra con risultati più deludenti del previsto. Il minimo comun denominatore è la difesa, la quale continua a subire reti a ripetizione. Nella nuova stagione, però, ci sono varie note positive che lasciano presagire un futuro più luminoso dell’attuale presente. Tra l’arrivo di un campione e la crescita di tanti giovani, ecco un primo bilancio del pacchetto arretrato rossoblù nell’avvio della stagione 2020/21.

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CARBONI – Al giovane tonarese va attribuito il merito di aver convinto Di Francesco a rivedere le proprie gerarchie a stagione in corso. Nelle prime gare non viene mai preso in considerazione, poi alla prima occasione utile sfodera una prestazione importante in Coppa contro l’Hellas – nell’inedito ruolo da terzino – e dimostra di poter stare a questi livelli. Nelle gare a venire scende spesso in campo ma va un po’ a intermittenza: fatica contro lo Spezia, è ottimo a Verona, se la cava contro l’Inter ma toppa con l’Udinese. L’incostanza è fisiologica, deve crescere tanto sulle letture e sulla continuità in termini di concentrazione. Il tempo e le qualità, però, sono dalla sua parte.

FARAGO’ – Parte coi gradi di titolare ma, dopo appena due gare, cede il passo a Zappa. Con il Sassuolo non va bene, contro la Lazio ammattisce provando a star dietro a Marusic. Da lì in poi scende in campo sporadicamente ma, quando viene chiamato in causa, riesce in un modo o nell’altro a guadagnarsi la sufficienza. Professionista serio e simbolo di abnegazione, ricopre il suo ruolo da gregario senza infamia né lode ma non manca mai d’impegno e umiltà.

GODIN – Il Faraone ci ha messo un po’ a calarsi in una realtà profondamente differente rispetto ad Atletico Madrid e Inter. Esordisce con un gol a Bergamo ma viene messo sotto da un Zapata in stato di grazia, nelle seguenti gare appare compassato e si rende colpevole in occasione di qualche rete avversaria. Poi, proprio quando prende le misure e inizia a fornire prestazioni maiuscole, ecco lo stop per il Covid a fermarlo per 6 gare. Torna contro l’Udinese e fa subito la voce grossa, contro la Roma patisce un po’ quella difesa a 3 che gli ha sempre creato qualche problema. La qualità del giocatore è indiscutibile, così come la sua esperienza: è fondamentale non solo in campo ma anche nel ruolo di chioccia per Carboni e Walukiewicz, i quali già mostrano grossi miglioramenti. Siamo pronti a scommettere che nel 2020 tornerà a dettare legge.

LYKOGIANNIS – Il greco, dopo un avvio in salita, ha infilato una serie di prestazioni di livello con cui ha, di fatto, blindato la propria titolarità. L’arrivo di Zappa sul lato opposto l’ha portato a concentrarsi maggiormente sulla fase difensiva, agendo in prevalenza da terzo di difesa quando il Cagliari è in possesso. Nel nuovo contesto Babis ha messo in mostra miglioramenti importanti sotto il punto di vista tattico e mentale e, da parafulmine di critiche, è diventato solida garanzia. I due gol messi a segno, perle su calcio piazzato, rischiano di offuscare il lavoro sporco messo al servizio della squadra. Di recente l’unica gara toppata è stata quella con la Roma: sta a lui dimostrare sia stato solo un incidente di percorso.

KLAVAN – Terzo centrale dietro Godin e Walukiewciz, l’estone nella prima parte di stagione ha viaggiato a corrente alternata anche a causa degli intoppi fisici, figli dell’età che avanza, i quali sono ormai una costante della sua avventura in rossoblù. L’esperienza portata in dote da Klavan ha peso specifico importante ogni qual volta scenda in campo, ma non è raro che macchi prestazioni di buon livello con errori decisivi – vedere il rigore contro lo Spezia o la marcatura molle su D’Ambrosio contro l’Inter. Col Parma gioca una gara solida, poi viene fermato dal Coronavirus con cui, tutt’oggi, è alle prese. A lui un grosso augurio di pronta guarigione.

TRIPALDELLI – Il terzino proveniente dal Sassuolo, torturato da problemi fisici di varia entità, ha avuto finora poche occasioni per mettersi in mostra. Dopo una manciata di minuti nelle prime due di campionato e un’ora abbondante in Coppa contro la Cremonese, la grande chance arriva in casa della Juventus. La gara non è delle più semplici e Tripaldelli viene, comprensibilmente, messo sotto da Cuadrado. Il classe ’99 non si scoraggia e, dopo un buono spezzone contro lo Spezia, mostra ampi segnali di crescita in casa del Verona. Si potrà valutare con più cognizione di causa quando avrà trovato continuità dal punto di vista fisico.

WALUKIEWICZ – Partiamo da un presupposto: a parer di chi scrive – il quale è pronto a farsi dare del matto – il centrale polacco ha tutto per diventare tra i più forti d’Europa nel suo ruolo. Granitico in marcatura, splendido nell’anticipo, freddo nella gestione del pallone, elegante in ogni suo gesto. Detto ciò, Walu ha un grandissimo difetto: quando meno te lo aspetti, tra un sombrero da ultimo uomo e una chiusura provvidenziale in spaccata, incappa in blackout rischiando di vanificare la prestazione personale e del collettivo. La sua stagione, infatti, è stata finora un continuo sali e scendi bitematico che non gli ha mai permesso di uscire dal campo senza una sbavatura sul groppone. Dalla sua parte, però, ha due fattori fondamentali: l’età e il compagno di reparto. Se saprà seguire alla lettera tutti i consigli di Godin, potrà raggiungere vette finora inesplorate.

ZAPPA – La sorpresa della retroguardia rossoblù. Arrivato a seguito di un investimento importante da parte della società, Zappa si è preso il posto da titolare alla terza di campionato e non l’ha più lasciato. Terzino dalle spiccate doti offensive, quando si spinge in proiezione nella metà campo avversaria è uno di quei giocatori in grado di far saltare il banco. Impiegato anche nei 3 a supporto della punta, si è sempre disimpegnato con qualità. I suoi limiti, però, si palesano quando c’è da difendere. In fase di non possesso più volte è parso in notevole affanno, ma a 21 anni i margini di miglioramento sono enormi. Nelle ultime gare ha subito una leggera flessione: niente di preoccupante, solo piccoli intoppi in un processo di crescita che viaggia spedito.

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