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Serie A, nodo contratti e stipendi calciatori: il punto

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Serie A, il lungo braccio di ferro delle parti in causa. Tanti i nodi da sciogliere: dalla scadenza dei contratti all’eventuale sospensione degli stipendi dei calciatori

Le date della ripresa del campionato non sono più la priorità. L’aumento di positivi e decessi legati al Coronavirus ha fatto alzare l’allerta in tutta Italia. Ed il calcio, che sinora ha provato a svincolarsi dal mondo reale, si adegua. La FIGC continua a studiare le strategie per farsi trovare pronta quando la situazione si risolverà: la priorità resta concludere i campionati. Le ipotesi illustrate da Gravina, al momento, restano in soffitta. Ma la botola resta aperta. Perchè le incognite sono innumerevoli, le date da recuperare tante ed il tempo scarseggia. Si dovrà incastrare il calendario di Serie A con le gare di Champions ed Europa League, senza dimenticare la Coppa Italia.

RIPRESA ALLENAMENTI – Intanto molti club di Serie A spingono per far tornare sui campi d’allenamento i propri tesserati. In prima fila Lotito, seguito da altri presidenti. Anche il Cagliari ha fissato per lunedì la ripresa delle attività, con modalità che rispetterebbero le disposizioni sanitarie di sicurezza. Eppure Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, continua la sua battaglia. Ieri ha associato alcuni presidenti di club ai “musicisti del Titanic, che continuano a suonare mentre la nave affonda”. Le spinte individualistiche di tutte le parti in causa rallentano la definizione di una strategia comune che permetta al calcio italiano di farsi trovare pronto quando sarà il momento. Ma dall’assemblea di Serie A di ieri non è arrivato alcun divieto ufficiale: la scelta di tornare in campo nei prossimi giorni, ad oggi, resta in mano ai singoli club.

NODO CONTRATTI – Restano parecchi nodi da sciogliere anche per quanto riguarda l’aspetto amministrativo e burocratico. Se il campionato dovesse sforare a luglio, superando la deadline del 30 giugno, saranno necessari interventi del governo non tanto dal punto di vista economico quanto sotto l’aspetto legislativo. Sullo sfondo una proroga dei contratti con scadenza al 30 giugno (problema principe, tra calciatori in scadenza ed altri in prestito che farebbero rientro ai rispettivi club d’appartenenza). Ma ci sono anche ostacoli di tipo amministrativo: il 30 giugno i club devono anche presentare i bilanci.

SOSPENSIONE STIPENDI – In questi giorni ha scalato i gradini gerarchici il tema della sospensione degli stipendi. Ricevuto il no secco da parte di Serie A e B (ok della C) riguardo la proposta di ferie immediate per i calciatori, i club spingono per il congelamento degli stipendi dei propri tesserati. Non un taglio, ma una sospensione a partire dall’8 marzo, giorno in cui i calciatori hanno smesso – per forza maggiore – di essere a disposizione dei club. Si tratta di una possibilità ha tanto fatto parlare nelle ultime ore, ma l’eventuale decisione dovrà essere presa di comune accordo con i calciatori. Con l’intermediazione dell’AIC che però, va sottolineato, non può imporre la decisione alla categoria che rappresenta. L’ipotesi alternativa – sottolinea La Gazzetta dello Sport – che eviterebbe la contrattazione collettiva tra club e calciatori, sarebbe l’emanazione di una legge interna. In Francia, per esempio, esiste la disoccupazione parziale per tutte le categorie di lavoratori. Opzione sfruttata da alcuni club francesi, tra cui il Lione, che hanno comunicato il pagamento del 70% lordo degli stipendi a tutti i dipendenti.

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