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Dalle perplessità agli elogi: Lopez si è preso il Cagliari in un mese

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Spirito battagliero, nuovo modulo ed un’identità di gioco ben precisa: com’è cambiato il Cagliari di Lopez in un mese

Dal bluff alla vigilia della partita che ha segnato il suo ritorno sulla panchina rossoblù ai 9 punti conquistati in 5 gare. «La difesa a tre va provata, non è una cosa che puoi fare così» diceva Lopez il giorno prima di Lazio-Cagliari, circa un mese fa. Sin dal match dell’Olimpico, però, il tecnico uruguaiano ha scelto lo schieramento con tre centrali di fronte al portiere, modulo poi ribadito nelle successive quattro gare. Il nuovo abito dei rossoblù va provato, e non c’è miglior allenamento che la partita. La difesa isolana si è resa protagonista dell’ultima gara, contro l’Udinese, mostrando sicurezza e autorità (e cogliendo terzo clean sheet stagionale dopo quelli contro Crotone e SPAL). Romagna gioca da veterano nonostante la giovane età e Ceppitelli comanda la linea, in merito ad Andreolli c’è ancora da migliorare. Nel complesso la difesa ha retto senza andare quasi mai in difficoltà e due terzi difficilmente saranno cambiati da Lopez nel futuro prossimo.

IL CENTROCAMPO – Conseguenza, neanche troppo scontata, dell’adozione della difesa a tre è il centrocampo a cinque. La folta linea permette di creare superiorità numerica in mezzo al campo sia in fase di possesso che in fase difensiva. I tre centrocampisti interni designati sono gli stessi di inizio campionato, affiancati e protetti sulle fasce da altri due uomini: al trio BarellaCigariniIonita, idealmente quello titolare fin dai nastri di partenza del torneo, si sono aggiunti gli esterni. Nelle ultime partite hanno ricoperto il ruolo Faragò e Padoin e, considerato il buon rendimento di entrambi, potrebbero continuare ad essere loro i padroni delle fasce. Raddoppi in difesa ed a centrocampo e possibilità di creare la superiorità sulla fascia: nel 3-5-2 il dispendioso lavoro dei due esterni è fondamentale e l’ultima partita ha messo in mostra un’ottima intesa tra Barella, schierato interno di destra, e Faragò.

LA NUOVA VESTE DI JOAO PEDRO – In avanti la novità di giornata è stata l’inserimento dal 1′ di Joao Pedro alle spalle di Pavoletti. Il brasiliano, che con il nuovo modulo rischiava di rimanere ai margini, è tornato a fare la seconda punta come ai tempi del Penarol e, seppur senza brillare, ha mandato in rete il pallone dei tre punti con un colpo di testa da vero attaccante. La prestazione di Udine ha detto che il Cagliari c’è ed ha uno spessore maggiore di quello che lascia intendere la classifica: oltre al carattere, i rossoblù si sono finalmente imposti a livello di gioco, gestendo la gara contro un avversario che tra le mura amiche si è sempre rivelato ostico. Carattere, grinta ed un’identità di gioco ben precisa: la prima vittoria in trasferta della gestione Lopez è la conseguenza di un lavoro iniziato un mese fa e segna anche il definitivo passaggio della squadra da Rastelli all’uruguaiano. Appena un mese fa i sardi davano l’impressione di brancolare nel buio, ora la via è illuminata ed alla squadra non resta che percorrerla. E’ presto per esprimere un giudizio sull’operato dell’ex capitano dei sardi, ma chi ben comincia…

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