La legge della giungla - Cagliari News 24
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2015

La legge della giungla

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Le scene viste all’Arechi nella giornata di ieri sono forse il peggior spot natalizio mai visto per quel che riguarda il calcio e i valori dello sport. In una Serie B che cerca di darsi un lustro e un prestigio da campionato di livello assoluto per tecnica e spettacolarità, la gazzarra inscenata in campo nella ventesima giornata è un passo indietro di lunghezza abnorme. Sull’assurdità dell’espulsione di Tello si è già detto su queste pagine, sarebbe da analizzare lo stato d’animo del direttore di gara al momento della decisione. 
Il giovane colombiano, dopo aver segnato un gol tanto importante da valere un primato in classifica, è passato dietro la porta avversaria nello slancio ed è andato alla bandierina a fare un balletto alla sudamericana che ormai da decenni si vede sui campi di tutto il mondo. A quel punto è iniziato il grottesco, l’agghiacciante: il guardalinee che fa cenno a Tello di finirla lì e scappare, mentre arriva di gran carriera un manipolo di giocatori della Salernitana intenzionati ad aggredire fisicamente l’avversario. Dopo tutto ciò, il cartellino rosso per il rossoblù e quello per il granata che effettivamente era riuscito a mettergli mano addosso.
Quale il fondamento dell’espulsione? Si è considerata provocatoria l’esultanza? Sbagliato, visto che il giocatore non è mai uscito dal prato e non si è minimamente rivolto alla curva avversaria. Si è ritenuto, nella concitazione del momento, di limitare i danni a una partita ormai deragliata eliminando il possibile bersaglio di altri attacchi? Ancor più sbagliato, visto che così a pagare è proprio la vittima di un agguato.

 

Una volta sventolato il cartellino e redatto il verbale da parte dell’arbitro Pairetto, al giudice sportivo non restavano molte scelte se non quella di irrogare la squalifica di un turno al rossoblù. In questo modo, con buona pace di ogni logica ed etica sportiva, le colpe di uno spettacolo da terzo mondo calcistico vanno a ricadere proprio su chi andava tutelato. Che dire allora dei giocatori di casa che inseguivano Tello per dargli una lezione e che non sono riusciti a raggiungerlo? Nessun provvedimento per loro, anzi con la logica dell’espulsione di Tello si è data ragione proprio a costoro.

 

Meglio sorvolare poi su un ragazzo di 20 anni che passa repentinamente dalla gioia del gol al terrore per un attentato fisico e quindi allo smarrimento per un cartellino rosso assurdo, quando costui ha paura anche di uscire dal campo perché bersagliato da una pioggia di oggetti contundenti provenienti dagli spalti. Il calcio ha i suoi regolamenti e le sue discipline, tutto ciò dovrebbe ispirarsi a valori ben precisi: ieri, purtroppo, è andata in scena la legge della giungla.

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