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Joao Pedro: «Un onore essere capitano»

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Joao Pedro è l’uomo chiave del Cagliari 2020/21. Il brasiliano è stato intervistato in una trasmissione radio dove si è raccontato

L’anno scorso aveva stupito superando ogni aspettativa. E in questa stagione non sembra essere da meno. Joao Pedro è l’uomo chiave del Cagliari e non smette di raggiungere e conquistare nuovi record. In vista della gara di domenica contro lo Spezia, il brasiliano è stato invitato ad una trasmissione radiofonica, Il Cagliari in Diretta di Radiolina, dove si è raccontato. Ecco le sue parole.

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IL CAMPIONATO E LA FASCIA DA CAPITANO – «Il mio campionato va bene. Sono molto fiducioso, stiamo lavorando bene e stiamo ritrovando le misture giuste a livello tattico. Il mister ci chiede tanto ma stiamo andando bene. La fascia da capitano cambia tutto, perché diventi responsabile non solo di te stesso ma anche dell’intera squadra. Ho imparato tanto dai capitani passati e mi sto trovando bene. È un onore per me».

IL RUOLO DI JOAO PEDRO – «Il mister è stato bravo a capire che la squadra faticava a trovare le misure giuste ed è riuscito a mettere subito a proprio agio tutti, non solo me. Ci stiamo ritrovando meglio tutti quanti e questo lo dobbiamo a lui. Mi trovo bene nel mio nuovo ruolo perché posso aiutare sia in fase difensiva che offensiva. Il trequartista non è semplice ma è un ruolo che mi piace fare. Un giorno attaccante puro? Può darsi, mi piace essere vicino alla porta e più faccio gol, più son contento.».

LA METAMORFOSI DI JP – «Difficile dire quando è avvenuta la mia metamorfosi. Sicuramente l’anno scorso ho capito che potevo fare gol ad ogni partita e quest’anno ho capito che posso aiutare e dare continuità. Quest’anno più che mai ho il pensiero che posso fare veramente tutto quello che voglio. La partita contro la Juve è stata una prova anche per me stesso e, nonostante il risultato, mi sono dato una grande risposta a livello personale».

IL PASSATO CON IL FUTSAL – «Ho fatto circa quattro anni di calcio a cinque. Lì sono azioni molto veloci, dove devi mettere bene il corpo, pensare veloce e questo poi ti aiuta tantissimo in quello ad undici per cercare di fare sempre meglio».

L’OBIETTIVO DI JOAO PEDRO – «Il mio obiettivo è aiutare la squadra a fare qualcosa di importante. Non è semplice ma abbiamo tanta qualità e si può fare tanto. Vorrei continuare ad essere un leader e dare una mano a tutti. Essere il secondo bomber della storia del Cagliari fa impressione, ma allo stesso tempo tanto piacere. Mi farebbe piacere avvicinarmi a ciò che ho fatto l’anno scorso, sarebbe veramente bello. Spero di farcela».

DOMENICA CONTRO GLI EX FARIAS E RAFAEL – «Ho sentito Farias e Rafael in vista della gara di domenica e ho detto loro di portare diverse magliette. Come fare per fermarli? Semplice, li meniamo (ride, ndr). Con Diego (Farias, ndr) sono molto amico, abbiamo molte passioni in comune, soprattutto parliamo tanto di basket e di NBA. Ammetto che entrambi mi mancano, abbiamo stretto una bella amicizia, ma nel calcio funziona così e lo sappiamo bene».

LA NAZIONALE BRASILIANA – «Arrivare in Nazionale non è semplice. Forse ci vuole un altro po’ di continuità per conquistare quella maglia. È una Nazionale molto competitiva, con giocatori di qualità e che vengono da squadre importanti. Speriamo che prima o poi arrivi anche per me quella chiamata. Sarei un bugiardo a dire che non sogni quella casacca, chissà che succederà. Avendo il doppio passaporto, mi farebbe piacere se dovesse arrivare la Nazionale italiana, ma essendo brasiliano il mio sogno è il Brasile, con tutto il rispetto per l’Italia».

IL CALCIO PER UN BRASILIANO – «Per un brasiliano il calcio è tanto, è l’unico modo per diventare qualcuno e cambiare la propria vita».

UN PENSIERO A MARADONA – «La morte di Maradona è stata una notizia triste per tutti quelli che amano il calcio. Il mio papà mi ha sempre descritto Maradona come il migliore di tutti. Questa notizia è stata davvero straziante, fa male. Il calcio perde un simbolo, una vera leggenda».

GLI INSEGNAMENTI DI ZOLA – «Ho imparato tanto con Zola. Con lui ho imparato anche a calciare in porta, mi ha insegnato movimenti e dettagli che mi hanno aiutato tantissimo».

RAGGIUNGERE RIVA – «Sarebbe bello avvicinarsi a Riva ma credo che anche se dovessi fare 50 gol sarò comunque lontanissimo. Mi piacerebbe restare qui come ha fatto lui, sto bene, è difficile pensare ad un futuro lontano dalla Sardegna, ma io da vecchio credo che sarò insopportabile (ride, ndr)».

IL GOL PIÙ BELLO DI JOAO PEDRO – «Il gol con il Milan è sicuramente una specie di rinascita per me. Ma anche il gol contro il Bari, quando siamo tornati in A, è stato un gol speciale e che voglio ricordare».

GLI SCHELETRI NELL’ARMADIO – «La squalifica è stato un capitolo buio della mia vita, che fa ancora male. Io ho sempre fatto di tutto per provare la mia innocenza ma è una cosa che ancora brucia».

GLI IDOLI DI JP – «Non ho un solo modello di giocatore. Io cerco di rubare un po’ a tutti, ma forse il migliore è stato Ronaldinho ed è lui il mio preferito. Sono cambiato anche fisicamente, mi sono ingrossato un po’, ma per il calcio di oggi ci vuole anche quello».

SU NANDEZ E PAVOLETTI – «Nandez, in campo, è il più fastidioso, è piccolino ed è impossibile prenderlo. Riesce sempre ad avere il pallone, non cade mai e se cade, si rialza subito e recupera palla, è fortissimo. Meglio averlo come compagno che come avversario, siamo fortunati (ride, ndr). Pavoletti è pronto. Sta lavorando tanto, anche più di quanto faceva prima, è veramente carico. Poi lo conosciamo, è uno che fa reparto da solo. Farà bene».

IL RAPPORTO CON I COMPAGNI – «Fortunatamente vado d’accordo con tutti, anche con quelli che vanno via. Ci sentiamo sempre, abbiamo una buona amicizia con tutti. Ho sentito Olsen, Cigarini e altri. Abbiamo tutti un buon rapporto. L’amicizia va anche al di fuori del campo».

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