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Giulini: «Domenica mi aspetto una partita pazzesca, non ci basta il pari»

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A tre giorni da Cagliari-Napoli parla il presidente Giulini: il numero uno rossoblù mette nel mirino la sfida di domenica, attesissima dai tifosi

Nella settimana che separa il glorioso pareggio in doppia inferiorità numerica con la Roma e la sfida con il Napoli, parla il presidente del Cagliari. Ai microfoni di Radiolina Tommaso Giulini traccia i contorni della partita che scalda gli animi dei tifosi sardi.

Si parte dal due a due di sabato: «Al gol di Marco Sau è stata l’apoteosi, emozioni incredibili. Ho sentito davvero il pubblico scendere in campo. Fa piacere che abbia segnato Marco, ma sono felicissimo anche per i due recenti gol e l’assist di Ionita. Qui succedono belle cose, come il gol di Joao Pedro dopo quattro minuti nella gara del suo ritorno. Peccato per le espulsioni incomprensibili di sabato, ma alla fine diciamo che ci hanno dato anche quelle la carica per la rimonta. Il momento più bello del 2018 è diviso fra il gol di Pavoletti con la Fiorentina e quello di Ceppitelli con l’Atalanta, hanno significato una salvezza sofferta e combattuta. Il momento più triste non c’è bisogno di dirlo, è il giorno della scomparsa di Davide Astori».

L’attualità però dice Napoli, i partenopei arriveranno alla Sardegna Arena domenica sera: «C’è molta adrenalina in città, spero che ci sia continuità fra l’impresa di sabato e la prossima gara col Napoli. L’anno scorso con i partenopei abbiamo subìto due sconfitte umilianti, mi aspetto tanta ferocia e una partita pazzesca. Il mio primo Cagliari-Napoli da presidente lo ricordo perché è stata la prima volta che ho parlato con la squadra prima della gara, eravamo al San Paolo e arrivò un pareggio. Spero che domenica sia la volta buona in casa, non vogliamo accontentarci nemmeno di un pareggio. Spero che al novantesimo ci sarà un’altra apoteosi».

Giulini non risparmia una stoccata al quarto uomo di sabato: «Ho l’impressione che l’arbitro Giua, peraltro orgoglio della Sardegna, voglia far vedere che non è di parte e per questo motivo ci penalizza, come successe in passato con Pennington e come accaduto sabato con tante decisioni discutibili».

Uno sguardo al mercato, con un occhio particolare al gioiello più pregiato: «Barella al Chelsea? Sono mesi che si va avanti così, io credo solo che sia giusto godercelo finché è con noi. Se poi cambieranno le cose lo comunicheremo, per adesso lui è felicissimo qui e la società non ha intenzione di privarsene. Leggere di tante offerte non è giusto, spero che starà con noi a lungo e sicuramente – come ho già chiarito altre volte – non andrà via a gennaio. In quella finestra arriverà un centrocampista offensivo per sostituire Castro, il resto dipenderà dalle uscite. Il gruppo sta facendo la differenza, non vogliamo rompere gli equilibri e valuteremo nel caso qualcuno manifesti l’esigenza di partire».

Sempre d’attualità la questione stadio: «Stamattina c’è stata la prima conferenza di servizi sul progetto rinnovato con l’ampliamento a 25mila posti portabili a 30mila, ci sono state delle osservazioni e serviranno delle integrazioni, ma siamo fiduciosi che entro Natale lo step sarà superato».

Quindi l’argomento rinnovi, fra quelli raggiunti e quelli da definire: «Joao Pedro ha patito tanto, crede nel progetto e ha voluto fortemente il rinnovo: noi siamo contenti di averlo ancora a lungo. Il ds Carli sta parlando con l’agente di Ceppitelli per il rinnovo anche con lui. Altri giocatori in scadenza li sentiremo man mano, raggiungere la salvezza sarà importante anche per pianificare il futuro».

C’è spazio anche per un bilancio personale dopo questi anni di presidenza: «In questi anni sono diventato risultatopatico, vivo le settimane a seconda di quello che ha fatto la squadra la domenica. Poi certo, ogni anno si impara a gestire le situazioni. Il rapporto con la città? Era già buono ed è rimasto tale, è chiaro che quando si perde è più complicato Inno del Cagliari? Ci piacerebbe averne uno per l’anno del centenario, ci stiamo lavorando ma è un argomento delicato e forse interpelleremo anche i tifosi. L’acquisto di Srna? Nasce da un amico scout, è nata una chiacchierata e Darijo ha fatto un salto qui per visitare la città. Ha riflettuto un po’ e poi deciso di trasferirsi. Ha bisogno di essere protagonista, dopo un anno di squalifica ha capito che qui poteva diventare subito un grande leader. Lo vedo contentissimo della scelta».

I singoli: «Cragno è stato uno dei primi giocatori arrivati a Cagliari nella mia presidenza, sono entusiasta di vederlo ai livelli che ha raggiunto. In passato avevo parlato anche con Sirigu, ma siamo a posto così. Vedere tre dei nostri giocatori in azzurro mi fa estremamente felice. A Pavoletti mancava la Nazionale, peccato che lì abbia riportato l’infortunio che lo sta frenando in questi giorni. Bradaric è arrivato tardi e poi ha risposto a diverse chiamate della sua nazionale, credo che la continuità negli allenamenti lo farà crescere molto. Su Cerri ho sentito fin troppe critiche già dall’anno della B, sta entrando in forma e aspetto con ansia il suo primo gol alla Sardegna Arena. Maran? Dopo la promozione ho mantenuto la promessa con Rastelli e ho fatto bene, poi a fine stagione avevo parlato con Maran che però non veniva liberato dal Chievo. Siamo riusciti a concludere quest’estate, è arrivato uno dei migliori allenatori che ci siano in Italia. Carli poi è stato determinante nelle ultime giornate della scorsa stagione, è un uomo in più di questo club. Ha portato grande entusiasmo e guidato l’ambiente alla giusta serenità quando le cose erano complicate».

C’è spazio anche per un augurio alla neonata rappresentativa dell’Isola: «La Nazionale Sarda? Mi pare una bella iniziativa, sono curioso di vedere le prime partite perché già esistono altre realtà territoriali. Mi fa piacere che sia allenata da Bernardo Mereu, cui va il mio in bocca al lupo».

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