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Cagliari, la stagione del Centenario rischia di essere un fallimento

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A cinque gara dalla fine, il Cagliari rischia di chiudere la stagione del Centenario con grande delusione e l’etichetta del fallimento

Il ritorno a casa del Ninja, il sogno Europa sfiorato, una delle migliori coppie gol della storia del club. Eppure il Centenario del Cagliari Calcio rischia l’etichetta del fallimento. Forse proprio le grandi aspettative create prima e durante il campionato hanno pesato in un 2020 simbolico ma non onorato come la società avrebbe sperato. La campagna estiva con Rog, Nainggolan, Nandez, Simeone e Olsen (ma nessun difensore, eccezion fatta per il giovane Walukiewicz). La partenza folgorante con 13 partite consecutive senza sconfitta e quel 4° posto in classifica che poco più di un girone fa significa Champions League. Un Joao Pedro implacabile sotto rete. Tutte premesse rovinate dal 2020 del Cagliari.

2020 – A rileggerlo oggi, il tweet del presidente Giulini fa sorridere. Nel fare gli auguri per Natale, aveva avvisato i tifosi: «Preparatevi a un 2020 speciale per tutti noi». Sicuramente è stato un anno diverso, ma speciale non è proprio il primo aggettivo che viene in mente. Ci sono state vicende extrasportive che hanno sicuramente pesato, ma restando in ambito Cagliari è andato male tutto quello che poteva andare male. Fuori dal campo, un logo e una maglia celebrativa disegnata da Antonio Marras e poco apprezzata dai tifosi. Le divise sono state indossate in campo in due delle più pesanti sconfitte del 2020: quella contro il Milan, che di fatto ha aperto le porte alla rimonta rossonera in classifica ai danni anche del Cagliari; e quella contro il Napoli, che ha portato per la prima volta la squadra fuori dalle prime dieci in classifica.

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PRIMA VITTORIA – Non sono state le uniche due sconfitte di un 2020 nero. Per conquistare la prima vittoria nell’anno del Centenario, la squadra ha dovuto aspettare di affrontare la Spal il 23 giugno, mese in cui solitamente il campionato di Serie A è fermo. Ma sappiamo bene dei fatti che hanno costretto allo stop e successivo slittamento della stagione. Nel frattempo la società ha anche dovuto cambiare allenatore, passando da Maran a Zenga. In questi 6 mesi – che sarebbero 7 considerando la crisi iniziata a dicembre – il Cagliari è crollato dal 4° posto all’attuale 11°. L’obiettivo europeo, proclamato da società, allenatori e giocatori nel periodo d’oro, ormai perso e sfumato. Dai proclami europei si è passati alle dichiarazioni di soddisfazione per i 40 punti raggiunti a Firenze. Come se la squadra partita ai nastri di partenza fosse costruita per limitarsi alla salvezza. Eppure le prestazioni contro Lecce e quella horror a Genova contro la Sampdoria testimoniano la pancia già piena per l’obiettivo minimo raggiunto.

DECIMO POSTO – Resta solo la speranza di arrivare tra le prime dieci e migliorare quello che finora è il miglior piazzamento del Cagliari di Giulini. Stagione 2016/17, rossoblù undicesimi con 47 punti con il fin troppo bistrattato Rastelli in panchina, ad oggi il miglior allenatore numeri alla mano in era giuliniana. Nelle prossime cinque partite Zenga, privo di Nainggolan, deve provare a fare almeno 6 punti contro Sassuolo, Lazio, Udinese, Juventus e Milan per eguagliare la quota 47 e sperare che bastino a sorpassare il Bologna, attualmente 10°. Il rischio, classifica e calendario alla mano, è quello di vedersi passare davanti anche Parma (a -1), Fiorentina (-2) e la Sampdoria di ieri (-3). Significherebbe un anonimo 14° posto che potrebbe essere classificato solo come fallimentare. I tifosi accoglierebbero con delusione anche un eventuale 10° o un 11° posto, viste le premesse di fine 2019. L’appuntamento per la lotta europea, così come quello per l’inizio dei lavori del nuovo stadio, è ancora rimandato.

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