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Cagliari, il momento-no al microscopio

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Nell’arco di un campionato lungo e complesso come quello di Serie B è scontato che prima o poi arrivi un momento di flessione per chiunque, i risultati delle ultime giornate dicono che è arrivato il turno del Cagliari. I rossoblù escono scottati dalla tre giorni che li ha visti perdenti a Cesena venerdì scorso e contro il Novara tre giorni dopo. La delusione è giocoforza amplificata dal fatto che si tratta del primo vero momento di difficoltà: mai finora la squadra di Rastelli aveva perso due partite di fila, mai aveva perso in casa e mai aveva chiuso due partite consecutive senza segnare un gol.

 

LE OMBRE – Un dato che salta all’occhio studiando le sei sconfitte stagionali è quello dei cartellini rossi: in ben quattro di quelle occasioni il Cagliari ha affrontato parte della gara in meno di undici uomini: a Pescara fu Di Gennaro a lasciare il campo anzitempo, a Crotone addirittura due uomini (Balzano e Krajnc), a Cesena Murru e ieri Fossati. Anche nell’unico pareggio casalingo era arrivato un rosso, protagonista Fossati anche allora. Sono tante le ammonizioni raccolte dai cagliaritani, forse troppe: la statistica dice che basta un giallo che si trasformi in rosso per mettere a forte rischio il risultato. Oltretutto il carico di squalifiche diventa un fardello in più soprattutto in una fase calda della stagione in cui l’infermeria presenta il conto e le scelte tattiche diventano obbligate. Tutti fattori che portano a un gioco meno brillante di quello sfoggiato nei mesi scorsi. Dall’inizio del 2016 sono arrivate tre sconfitte e cinque vittorie, ma solo a Latina si è visto un Cagliari condurre in porto la gara in scioltezza.

 

LE VERTIGINI – Il numero di sconfitte non è un problema in sé, anche il Cagliari targato Zola incappò in nove scivoloni e ottenne la promozione. Fa riflettere però che i passi falsi dei rossoblù siano arrivati sempre contro squadre di alta fascia. Da una parte la cosa ha una sua logica in considerazione dei valori delle avversarie, dall’altra rende obbligatorio non sbagliare mai quando si affrontano le “piccole”.

 

LE ATTENUANTI – Lungo tutta la stagione si è sottolineato più volte il peso di una rosa lunga e competitiva, e in effetti Rastelli anche nelle situazioni più critiche ha quasi sempre potuto attingere a un buon serbatoio di risorse (fra squalifiche, nazionali e infortuni non sono mancate le assenze anche pesanti). L’ultima settimana però è andata oltre le più nere aspettative quanto a indisponibilità di mezzi: la mezza emergenza di Cesena è diventata insostenibile ieri, quando il tecnico ha dovuto rinunciare a ben nove effettivi. L’organico rossoblù è comunque più folto di quello di qualsiasi avversaria, ed è lecito pensare che l’impatto delle assenze nei conti di fine stagione sarà meno pesante per i sardi in confronto alle concorrenti. 

 

LE VARIABILI – A complicare il quadro, naturalmente, concorrono altri fattori di vario genere, dalle decisioni arbitrali, apparse spesso rivedibili e anche ieri capaci di far rumoreggiare il Sant’Elia, al morale del gruppo. Qui entra in gioco la capacità da psicologo del mister: il gruppo non può e non deve abbattersi per due risultati negativi e deve mantenere intatta la fiducia nei propri mezzi, senza però pensare mai di aver già superato l’ostacolo. La strada è ancora lunga e nessuno ha mai pensato che sarebbe stata una passeggiata. Occorre chinare la testa, imparare dai propri errori e mettere in cascina i maledetti 20 punti che ancora servono.

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