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Riva: «Richiamare Ranieri è stata un’ottima decisione del Presidente»

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Gigi Riva, uomo immagine del calcio italiano oltre che simbolo del Cagliari dello scudetto, ha rilasciato una lunga intervista

L’edizione odierna de Il Messaggero ha pubblicato una lunga intervista fatta al grande attaccante italiano Gigi Riva, simbolo del Cagliari capace di vincere lo scudetto nella stagione 1960-1970. Queste le sue parole:

CALCIATORI STRANIERI – «Gli stranieri hanno rovinato la Nazionale. Sono troppi nel nostro calcio. E non c’è più un italiano che abbia la possibilità di farsi notare, di mettersi in evidenza. Sono quasi tutti attaccanti stranieri nelle squadre di vertice»

ITALIANO PREFERITO – «Non vorrei dirne uno e far dispetto ad altri…»

PELE’ – «Era il mio maestro. Cosa si può dire di Pelé? Grande, grande. Lui non ti faceva pesare la sua forza. Era sempre disponibile, si fermava per fare le foto, era una persona eccezionale»

HALAAND E MBAPPE’ – «Se segna così è un temporale! Così come Mbappé, è forte, mi piace»

MONDIALI PERSI – «Mi fa male, è un discorso che chiuderei subito. Ma la partita della Nazionale a Napoli la vedrò, certo, agli Europei mi sono emozionato»

CALCIO MODERNO – «Faccio un po’ fatica, in effetti. Bisogna rassegnarsi e accettare quello che c’è. Ci sono dei bei giocatori, non lo metto in dubbio. Ma vedo troppi passaggi, in continuazione, è noioso, si va in fondo e si crossa… Troppa tattica, troppo possesso di palla, poca fantasia»

NAPOLI – «L’ho seguito: è entusiasmante. È una bella squadra, sta facendo un campionato meraviglioso. E ha quei due là davanti…»

MOURINHO – «Ha personalità, temperamento, trasmette alla squadra il suo carattere. Chi era come lui ai miei tempi? Ognuno ha le proprie caratteristiche, Scopigno era l’opposto ad esempio. Mourinho nel suo genere è unico»

RANIERI – «Si sta comportando molto bene. Richiamarlo è stata un’ottima decisione del presidente. Il Cagliari è migliorato moltissimo, anche se rimane una sofferenza vederlo in B»

DE ANDRE’ – «Il giorno che ci siamo conosciuti, ci siamo stretti la mano e siamo stati mezzora senza parlare… (ride ndr) eravamo a Genova. Poi ci siamo incontrati in Sardegna, sono andato all’Agnata, a Tempio, nella sua tenuta. Mi piacevano le canzoni, certo, ma soprattutto il suo temperamento, De Andrè sapeva vedere la vita in un modo migliore di quella che era realmente. Un grande personaggio».


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