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Giulini: «Cagliari in Europa? Impossibile con l’attuale spartizione dei diritti tv»

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Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini è tornato sul tema della distribuzione dei diritti tv in Serie A, augurando che si arrivi a nuovi accordi: «L’Europa? Al momento, con l’attuale spartizione, non possiamo giocarcela»

Calcio moderno e business, da tempo, vanno di pari passo. Uno degli argomenti più discussi in Italia è quello della ripartizione dei diritti tv. Privi, per la maggior parte, di stadi di proprietà, per i club italiani i diritti tv rappresentano una grossa fetta delle entrate. Ma nella ripartizione degli introiti derivanti dalla trasmissione delle gare di Serie A si nota una grande disparità. L’argomento è discusso da tempo ed ieri, in occasione di Inter-Empoli e Cagliari-Juventus, i presidenti dei due piccoli club l’hanno ripreso: «Cagliari da Europa? Ci dovremo lavorare molto nei prossimi anni, la speranza è che una squadra come noi possa competere anche a livello di divisione di introiti e diritti tv, al momento non possiamo giocarcela con l’attuale spartizione, il calcio sta cambiando e speriamo di progredire anche noi – ha spiegato Giulini a Premium Sport -. Serve anche l’accordo con le grandi squadre, se attualmente c’è questa differenza rispetto agli altri campionati significa che questa è la volontà delle grandi squadre. Se il Pescara prende 6/7 volte in meno rispetto a una grande, come può sperare di salvarsi?». Dello stesso avviso il presidente dell’Empoli Corsi che ieri, a La Gazzetta dello Sport, ha evidenziato la grossa disparità nel sistema attualmente vigente in Serie A: «Possibile che la Juve incassi 105 milioni e il Crotone 19? Date dieci milioni in più al proprietario del club calabrese e la squadra di Nicola oggi avrebbe 7-8 punti in più in classifica. Sarebbe più competitiva».

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