Festa applaude Barella: «È un predestinato, si merita una grande carriera» - Cagliari News 24
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Festa applaude Barella: «È un predestinato, si merita una grande carriera»

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Il giorno dopo l’esordio di Nicolò Barella in Nazionale maggiore abbiamo sentito l’allenatore che lo ha fatto debuttare in Serie A: le parole di Gianluca Festa

Ormai il curriculum di Nicolò Barella si fa ingombrante anche al di là di numeri, presenze e gol: il gioiellino del Cagliari ha bruciato le tappe negli esordi ufficiali, nel diventare capitano dei rossoblù e da ieri anche nel vestire l’azzurro dell’Italia. Per l’occasione abbiamo raggiunto Gianluca Festa, il tecnico che fece esordire Nicolò in Serie A (correva l’anno 2015, pochi mesi prima c’era stato il debutto in Coppa Italia con Zola in panchina). Una carriera, quella di Barella, tutta costellata di nomi che hanno fatto la storia del Cagliari: dai primi tackle nella Scuola Calcio Gigi Riva per arrivare a Festa, passando per Matteoli che lo ha allevato nel vivaio, Pusceddu che lo ha allenato in Primavera e poi Zola.

Mister Festa, si può dire che il ragazzo Barella abbia respirato calcio e Cagliari?
«Decisamente sì, ma la sua crescita non è solo questo. È un predestinato. Lo so bene perché oltre ad averlo fatto debuttare in A l’ho avuto anche in B al Como. Già da piccolo aveva la testa sulle spalle, è arrogante in senso buono, per meglio dire spregiudicato, dotato di quella sicurezza che non ti fa mai aver paura».

Come nasce un fenomeno? Quali sono gli ingredienti della ricetta Barella?
«Grande merito va dato a Gianfranco Matteoli che ci ha creduto fin dall’inizio. Poi Nicolò ha via via trovato allenatori positivi, che gli hanno trasmesso qualcosa, ma dipende sempre dal ragazzo. In fin dei conti il merito è esclusivamente suo, di Barella stesso. Di giovani interessanti se ne vedono tanti: altri si perdono ma lui ha sempre avuto la capacità di seguire gli insegnamenti giusti. Noi allenatori abbiamo fatto la nostra parte, nulla più».

Oggi lei allena il Larissa in Grecia, come si trova in quella realtà?
«Sto bene, è una piazza che mi piace e la squadra ha tradizione. Tolte le solite squadre di Atene, l’unico altro club greco ad aver vinto un campionato e qualche coppa è proprio il Larissa. Impresa difficilissima, anche più che in Italia dove le egemonie non sono così esclusive. E poi qui ci sono gli ulivi e il sole, a volte mi sembra di essere in Sardegna».

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