Ex compagni ed amici di Gigi Riva: le loro parole - Cagliari News 24
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Ex compagni ed amici di Gigi Riva: le loro parole

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Il gruppo di ex compagni di Gigi Riva composto da Tomasini, Reginato, Greatti, Cera e Selvaggi sarà presente a Radiolina

Nella serata odierna la puntata di “Il Cagliari in Diretta” (su Radiolina) non poteva essere per altri, infatti quella di oggi sarà una trasmissione dedicata a Gigi Riva. Un gruppo di suoi ex compagni ed amici composto da Giuseppe Tomasini, Adriano Reginato, Ricciotti Greatti, Pierluigi Cera e Franco Selvaggi sarà riunito ad un mese dalla sua scomparsa. Le loro parole:

LE DICHIARAZIONI –

TOMASINI –«E’ stato un mese brutto senza Gigi, lo andavamo sempre a trovare. Dopo due orE ci mandava via. Ogni volta ci diceva che fosse casa nostra, la sua. Era molto attaccato al suo paese, aveva degli amici lì. L’iniziativa del suo comune da lì in alto gli farà piacere. Merita tutte queste iniziativa, è stato un grande uomo, grande amico e persona. Persona onesta e seria. Non esistono più figure come la sua. Aveva questo sguardo sornione, prima di darti l’amicizia doveva studiarti ma quando te la dava era eterna. Io condottiero? Era Gigi il nostro condottiero, io dovrò imparare a farlo… Mina era il difensore che ci mancava, bel colpo».

AMICO RIVA/TUTORE NENE’ – «Nel 2009 per problemi di salute venne ricoverato Nenè ed in quella circostanza serviva un tutore e Gigi chiese di al giudice di conoscermi. Parlammo mezzora e mi diede la disponibilità ma lui sarebbe dovuto essere sempre informato di tutto. Disse che l’avri potuto chiamare a qualsiasi ora. La nostra è diventata con il tempo un’amicizia forte, ha voluto sapere dove abitassi ed è diventato uno di famiglia».

REGINATO – «Lui dopo l’allenamento aveva sempre la sua mezzora, o di più, di tiri in porta. Eravamo io, lui e Manca che cercava poi i palloni. Si allenava a tirare in porta da ogni posizione. Buon rapporto, ultimamente siamo stati più vicini. Quando andavamo da lui era così umile che diceva “grandi” a noi. Anche durante gli ultimi discorsi. Impossibile da dimenticare e da trovare uno similem non ne faranno più uno come lui. E’ stato temprato dalle difficoltà della sua giovinezza».

CERA – «Sensazione forte che mi ha lasciato Gigi, 10 anni di calcio assieme. Aveva una predilezione per me come altri. Io ero il capitano ed era normale. Andarsene così presto… Io non sapevo come stavano le cose. Il fatto che se ne sia andato in giornata è stata una cosa tragica, l’ho appreso dalla TV. Mi mancherà tutto, c’era un ambiente favorevole al Cagliari. Mi manca Gigi. Ricordo? 10 anni assieme, eravamo come fratelli veramente. Il Cagliari aveva tanti ragazzi non sposati e si era sempre assieme fuori. Era una vita in comune anche in foresteria, eravamo quei 4-5 giocatori ed eravamo lì. Vivevamo assieme ogni ora del giorno».

SELVAGGI – «Praticamente giocavo in B e Gigi mi volle a tutti i costi, lo disse lui. Lo disse in assemblea, gli dissi che si sbagliava e che non ero come lui ma diceva che fossi forte. Era un fratello maggiore Gigi, devo tutto a lui. Mi volle fortemente e mi caricava. Una volta mi fece fare il giro di Cagliari in macchina con lui e mi raccontò la sua vita. Ne capiva molto di calcio e tramite me voleva dimostrare di essere un buon dirigente. Era un gran conoscitore di calcio. Sono ancora giù per la sua morte, senza di lui non sarei andato da nessuna parte. Una volta il figlio Nicola mi chiamò e restammo 4 ore assieme con Gigi. Era un giocatore straordinario, raramente ne ho visto uno così forte: aveva una forza ed un senso del gol spaventoso. Lui era amato ovunque e non solo in Sardegna. Lo amano tutti gli italiani in giro per il mondo, è stato il più grande bomber del mondo del calcio ed una grande persona. Lui ha sofferto tanto da giovane. Nell’81’ Bearzot mi convocò, facevo parte dei 22 ma senza Gigi non sarei arrivato da nessuna parte».

GREATTI – «Salire in A con il Cagliari bello, io segnai due gol meno di Gigi. Immaginatevi il Cagliari in A, emozione in descrivibile così. Hai fatto bene a fare una trasmissione a proposito. Noi dietro avevamo delle rocce, non si passava. Sono cose che rimarranno nonostante siano passati 50 anni. Nel cuore dei sardi però quella squadra è rimasta, la gente in giro mi saluta, gli abbiamo dato tanto. Troppo belli i miei 7 anni a Cagliari. Quando mi hanno mandato al Cagliari non sapevo neanche dove fosse ma quando mi hanno venduto ho scelto di rimanere qui, ho perso dei soldi ma io la Sardegna ce l’ho nel cuore. Incontro con Gigi? Siamo venuti insieme a Cagliari, anche Cappellaro. Gigi era un ragazzino, gli chiesi se mangiasse perchè era magro come un chiodo. Io gli ho dato filo da torcere, le prime 4 partite non le giocò. Poi iniziò a segnare, quell’anno io e lui abbiamo fatto una barca di gol e poi la nostra vita è rimasta qua. Ho un cuore d’oro, bellissimo gli anni con lui ma non sono riuscito ad andare al funerale, faceva troppo male».

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