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ESCLUSIVA – Tomasini: «Con Riva avremmo eliminato l’Atletico Madrid»

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In vista dell’amichevole di domani, abbiamo sentito in esclusiva Giuseppe Tomasini, che con il Cagliari affrontò l’Atletico Madrid in Coppa dei Campioni

La Sardegna Arena si prepara per l’amichevole di lusso di domani tra Cagliari e Atletico Madrid. Un revival degli ottavi di finale della Coppa dei Campioni del 1970/71. Giuseppe Tomasini, storico libero dello scudetto rossoblù, giocò entrambe le sfide contro i colchoneros, quando in palio c’era ovviamente qualcosa di più importante. In esclusiva ai nostri microfoni, l’ex difensore del Cagliari Campione d’Italia ha ricordato il doppio confronto che vide trionfare gli spagnoli, grazie al 3-0 di Madrid che ribaltò il 2-1 subito al Sant’Elia.

LA COPPA – «Domani sarà un’amichevole, allora ci giocavamo i quarti di finale della Coppa dei Campioni – dice Tomasini – Avevamo già passato il primo turno e avremmo dovuto passare il secondo, invece purtroppo ha vinto l’Atletico Madrid. La prima partita in casa l’abbiamo giocata alla grande, vincevamo 2-0. Riva si presentò da solo in area e colpì la traversa. Prima della fine segnò Luis Aragones e finì 2-1. A Madrid andammo orfani di Riva e questo non voleva dire perdere, ma quasi. La nostra squadra lavorava per lui, finalizzava l’azione e lo faceva sempre segnando. Per noi era un baluardo insostituibile. Poi abbiamo subito anche qualche torto da parte dell’arbitro, non perché mi ha espulso, ma è stato scorretto nei nostri confronti. La società mi voleva anche multare, ma intervenne Scopigno che mi difese e alla fine non dovetti pagare nulla. La memoria domani sarà limpida. Sono passati 48 anni, sono cambiati i tempi e le squadre. Sicuramente farò il tifo per il Cagliari. Spero ci vendichi»

IL RIGORE«Il rigore di Madrid? Diciamo la verità. La prima volta sono stato ammonito per un’entrata sul pallone. Sulla seconda, riguardando anche i filmati, io stavo accompagnando il pallone in angolo, Ufarte mi è passato vicino e ho allargato un po’ il braccio, ma non l’ho spinto. Lui è caduto, l’arbitro ha dato rigore e ci sono state discussioni. Sbagliai io a dare un calcio al pallone sul dischetto. Uscimmo delusi, ma con l’orgoglio di dire che avevamo dato tutto in campo»

CON RIVA«Gli spagnoli di allora combattono come i toreri nell’arena. Noi eravamo una squadra forte e con gli attributi per combattere. L’abbiamo fatto sul ritmo e sull’agonismo. È poi mancato il nostro punto punto di riferimento Riva. Con Gigi in campo quella partita non l’avremmo persa, passavamo il turno. Avremmo anche vinto la Coppa dei Campioni? No, però saremmo andati ai quarti e poi ci saremmo giocati le altre due-tre partite».

Intervista di Sergio Cadeddu e Roberto Carta

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