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Di Francesco, il trasformista delle soluzioni tattiche

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Il Cagliari, in questa stagione, si è schierato con diversi moduli: dal 4-3-3 al 4-2-3-1, fino ad arrivare al 3-5-2 in corsa di Di Francesco

Il Cagliari continua cercare un’identità che gli permetta di fare il salto di qualità e trasformarsi definitivamente in una squadra da parte sinistra della classifica e, perché no, da zona Europa. L’arrivo nell’Isola di Di Francesco parte di un progetto più ampio della società. E la rifondazione tecnica non poteva che avvenire tramite un tecnico che sui giovani ha fatto le sue fortune. Ma da buon intenditore di calcio, il tecnico abruzzese ha rimodellato il suo credo tattico sulla base delle risorse a disposizione, per tirare fuori il meglio da ognuno dei suoi ragazzi. La Gazzetta dello Sport, in questo senso, ha analizzato le diverse soluzioni di formazione proposte da Di Francesco a Cagliari.

IL DOGMA DA RIVEDERE – Sembra un controsenso, quasi una contraddizione, ma Di Francesco dopo le prime partite ha fatto una scelta che molti allenatori non sono capaci (vuoi per mancanza di coraggio, vuoi per convinzione troppo ferma nelle proprie idee) di fare: dopo alcuni tentativi di impostare il Cagliari nel suo classico 4-3-3, quello che lo ha portato alla ribalta a Sassuolo e Roma, Di Fra si è reso conto di dover cambiare qualcosa nella sistemazione dei rossoblù, specialmente per dare la possibilità a Joao Pedro di esprimersi al meglio e non essere confinato sull’out di sinistra, dove rimaneva troppo lontano dalla porta avversaria e poco al centro del gioco. Il passaggio al 4-2-3-1 ha ridato nuova linfa al brasiliano, oltre a mettere in luce il giovane Sottil e lanciare Nandez in un nuovo ruolo che gli permette al meglio di fare la doppia fase che predilige.

GLI ESPERIMENTI IN CORSA – Nelle ultime gare, anche a causa della difficoltà di trovare la vittoria, Di Francesco ha cambiato le carte in tavola a partita in corso per cercare di portare più spinta offensiva e allo stesso tempo un maggiore equilibrio in fase di non possesso. Questa scelta tattica, vista sia contro l’Inter che contro l’Udinese, è quella che sistema il Cagliari non più con il 4-2-3-1, ma con il 3-5-2 che tanto va di moda negli ultimi anni: i tre bloccati dietro regalano solidità nel reparto arretrato, con i due esterni di centrocampo che si trasformano in quarto e quinto difensore quando c’è bisogno di ripiegare. Zappa e Lykogiannis, due con la capacità di arrivare sul fondo e mettere cross per le punte, hanno coì una maggiore libertà di sganciarsi e attaccare, e hanno la resistenza atletica necessaria per recuperare in fase difensiva e fare tutta la fascia. In mediana si aumenta la densità, riportando al centro un giocatore come Nandez che col passare del tempo aumentando d’esperienza, alla quantità sta aggiungendo gradualmente la qualità; gli altri due centrocampisti, Marin e Rog, gli sono complementari, essendo uno un regista puro e l’altro un buon incursore capace di creare la superiorità numerica in attacco. E poi ci sono le due punte: Joao Pedro, che agisce quasi da falso nueve, girando attorno al Cholito Simeone (con cui ha una grandissima intesa) o a Pavoletti (che sta tornando in forma). Insomma, il tandem offensivo è abbastanza rodato, e potrebbe funzionare. Il periodo difficile, dettato da infortuni e Covid in particolare, ha portato Di Francesco a sperimentare in più di un’occasione un altro sistema di gioco; potrebbe diventare il nuovo sistema di gioco preferito dal tecnico abruzzese?

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