Cessione Atalanta, il dolore di dover “perdere” un’altra eccellenza italiana
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Editoriale

Cessione Atalanta, il dolore di dover “perdere” un’altra eccellenza italiana

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Un’altra big del nostro calcio potrebbe presto finire nelle mani americane: si parla con insistenza della cessione dell’Atalanta

Negli ultimi anni abbiamo imparato ad ammirare e amare l’Atalanta, ora l’ipotesi sempre più concreta di una cessione non può che sbigottire. Non tanto perché la Dea non sia un asset appetibile, tutt’altro, quanto perché un progetto virtuoso come quello nerazzurro vorremmo non finisse mai.

La seconda avventura della famiglia Percassi al timone di comando è stata sin qui memorabile, addirittura storica per come ha saputo rendere grande una “provinciale” e condurla addirittura ai quarti di finale della Champions League. Grazie alla lungimiranza, agli investimenti nel settore giovanile e nelle strutture d’allenamento, grazie a un allenatore unico in Italia per capacità di valorizzazione dei suoi giocatori.

Ma il mondo va avanti, spesso troppo velocemente e avidamente. Al di là delle smentite di rito, la trattativa c’è eccome e potrebbe svoltare nei prossimi giorni, trasferendo il pacchetto di maggioranza dell’Atalanta nelle mani di investitori americani, KKR o Bain che sia. Un minimo di conforto, se non altro, arriva dai dettagli disseminati qua e là che narrano di una famiglia Percassi che però non uscirebbe di scena. Anzi, manterrebbe comunque una quota minoritaria e l’accordo per restare al comando operativo del club.

Il che garantirebbe ovviamente continuità sul piano tecnico, sportivo e progettuale. In fondo ciò che più sta a cuore al popolo bergamasco e a tutti gli appassionati di calcio. Se la trattativa andrà a positiva conclusione, inevitabilmente resterà un minino di “dolore”, ma d’altro canto la società orobica non è la prima e non sarà di certo l’ultima a finire in mani straniere.

In particolare dagli United States of America l’attenzione verso le nostre eccellenze sta diventando assidua. Dopo Milan, Roma, Fiorentina, Spezia, Genoa e Venezia, la settima “sorella” potrebbe essere una Dea affascinante e conturbante come poche.

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