Ex Rossoblù
Cellino: «Mi manca quello che il Cagliari ha rappresentato. Sull’acquisto e sulla cessione…»

Massimo Cellino, ex presidente del Cagliari, ha parlato del suo passato alla guida dei rossoblù: le dichiarazioni
Massimo Cellino, ex presidente del Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini de L’Unione Sarda, parlando del suo passato alla guida del club rossoblù. Di seguito le sue dichiarazioni:
LA MANCANZA DEL CAGLIARI – «Mi manca tutta quella vita. Il Cagliari, quello che ha rappresentato in quegli anni mi manca. Mi manca la mia giovinezza, gli anni più belli e più duri della mia vita. Ma ho solo bei ricordi».
ADDIO AL CALCIO – «Il calcio non mi manca più dopo quello che è successo a Brescia. Non è più il calcio che conosciamo, per il quale siamo andati a vedere le nostre squadre agli stadi. Il sistema è scoppiato: chi gestisce la Federazione ha devastato il calcio, e chi li ostacola viene sopraffatto e distrutto».
PRESIDENTE DI LEGA – «Rispetto a quando ero io presidente della Lega Calcio è cambiato tutto. Prima c’erano i presidenti, le società che rappresentavano i club di calcio. Oggi, dirigenti più o meno capaci. Ci sono i rappresentanti dei fondi, qualcuno di cui non si conosce la provenienza perché l’Italia, a differenza dell’Inghilterra, permette ancora l’introito di certi fondi poco chiari».
L’ACQUISTO DEL CAGLIARI – «Fui spinto dall’incoscienza. L’incoscienza e poi il nostro concorrente numero uno in Italia, Franco Ambrosio, proprietario dell’Italgrani. “Massimo, prenditi il Cagliari perché il Napoli ha già preso Fonseca e non hanno il coraggio di firmargli il contratto”. Io non capivo nulla di calcio. “Lo compriamo insieme, così sono 12 miliardi di lire”. Andai dal presidente Ferlaino a chiudere l’operazione: 50,1% noi, 49% Ambrosio con una società immobiliare. Ma dopo sei mesi rilevammo tutto».
LA CESSIONE A GIULINI – «Giulini è stato l’unico, con un prezzo più basso di altri, concreto. Devo dire la verità: mi ha conquistato con una bottiglia di whisky. Venne a Leeds a trovarmi e mi portò una bottiglia di Blue Label. Io sono un sentimentale e il whisky mi piace. Fu un incontro simpatico, perciò feci di tutto per cedere il Cagliari a lui».
ALTRI COMPRATORI – «C’erano altri compratori con più soldi. Avevo un’operazione avviata con il Qatar. Un referente che era in Svizzera mi disse “Noi compriamo il Cagliari ma compriamo anche Cellino: vogliamo tu rimanga a Cagliari”. Comprate il Cagliari, risposi, ma io non posso rimanere perché sono in una situazione molto imbarazzante con l’amministrazione comunale. Non sono una garanzia. Ma accettai».
LA ROTTURA DELLA TRATTATIVA – «Le cose cambiarono dopo una partita contro il Milan: vincevamo 1-0, Lopez fece un cambio del cavolo e il Milan pareggiò nel finale. “Butta via Lopez”, mi dissero. Perché lo devo mandare via? “No no, tu lo devi fare perché sei il nostro cameriere”. Ma io non sono il cameriere di nessuno se non del Cagliari. Perciò, se volete il Cagliari, prendetelo, ma io non rimango».
I SIMBOLI DI CAGLIARI – «Chi mi è rimasto nel cuore? In tanti, troppi. Mazzone, Matteoli, Cossu, Daniele Conti. Sono troppi da elencare».
IL RAPPORTO CON ALLEGRI – «Allegri lo sento ancora. Anche se ultimamente ho sentito poche persone: dopo quello che è successo il telefono squilla poco».
LA VICENDA SANT’ELIA – «Sul Sant’Elia ho fatto tutto in buona fede e senza mancare di rispetto a nessuno. Senza chiedere un euro. Ero dalla parte della ragione, lo facevo per il Cagliari e per quello che il Cagliari rappresentava per il popolo sardo. Posso dire che forse ho trovato un giovane Massimo Zedda che forse non ha capito Cellino».
LA VISIONE DI RIVA – «Io e Gigi Riva la pensavamo in modo diverso. Io credevo che il Cagliari aveva bisogno di uno stadio più decoroso, che rappresentasse una stabilità in prospettiva. Senza precludere una crescita, un ampliamento dello stadio. Partendo dal basso, come aveva fatto mio padre. Perché un passo troppo grande potrebbe precluderne la realizzazione. Non si dimentichi che il Cagliari gioca in uno stadio temporaneo, costruito su un parcheggio. Quello è ancora il mio stadio, quello di Quartu».
LE ULTIME NOTIZIE SUL CAGLIARI
