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Dentro il calciomercato del Cagliari

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Mente al presente, con uno sguardo al futuro: proviamo ad entrare nella testa del ds Carli. Il nostro giudizio sulle scelte di calciomercato del Cagliari

Anno nuovo, fisionomia nuova (o quasi). Il Cagliari cambia, e tanto, nel mercato di riparazione. Dentro Birsa, Oliva, Deiola, Despodov, Cacciatore, Leverbe, Pellegrini, Thereau, fuori Dessena, Farias, Pajac, Andreolli e Sau. Occhi al presente, con l’immediato arrivo del sostituto dell’infortunato CastroBirsa – e quelli di Cacciatore, Pellegrini e Thereau per colmare quei buchi che nelle ultime settimane di calcio giocato stavano assumendo le sembianze di voragini. Non solo l’oggi, si è dato uno sguardo anche al domani: le scelte fatte in sede di calciomercato seguono una logica ben definita. Ed il numero delle entrate (otto) rispetto alle uscite (cinque) evidenzia la volontà del club di via Mameli di colmare i buchi lasciati nel corso della sessione estiva e prendere tutte le misure di sicurezza per ammortizzare le conseguenze di nuovi eventuali errori di valutazione. Analizzando i movimenti attuati dal sodalizio sardo emerge un piano complessivo dettagliato, proviamo ad andare più in profondità.

CAGLIARI, IL TABELLONE DI ACQUISTI E CESSIONI

Difesa puntellata, ritorno alla logica

Partiamo dal pacchetto arretrato. L’arrivo di Pellegrini è un’operazione per l’immediato: il prestito secco con il quale il Cagliari ha strappato il cartellino dell’esterno sinistro ne è una chiara testimonianza. Numericamente non cambia nulla: il classe ’99 colmerà il vuoto lasciato dalla partenza per Empoli di Pajac. Cambia, e tanto, la sostanza: l’arrivo del giovane giallorosso garantisce la corsa e la voglia di emergere di uno dei migliori prospetti italiani nel ruolo. Maran potrà spostare nuovamente Padoin nella linea di mezzo e mantenere Lykogiannis, che non ha convinto, come seconda scelta. L’altro colpo in difesa si chiama Fabrizio Cacciatore: terzino destro di ruolo, l’ex Chievo andrà a rinforzare la catena opposta, dove il solo Srna non potrà reggere a lungo. Faragò, talvolta arretrato in difesa per far rifiatare il croato, potrà tornare stabilmente a centrocampo. Si tratta di un’altra operazione che segue una logica colpevolmente trascurata in estate. Inoltre, l’arrivo del classe ’86 rappresenta per Maran – che lo conosce bene avendolo allenato a Varese, Trieste e Verona – una garanzia di duttilità: in caso di necessità l’esterno può anche giocare sull’out mancino, come spesso accaduto nell’esperienza scaligera appena conclusa. Ed anche in virtù delle scarse garanzie fornite da Lykogiannis verrebbe da pensare che la scelta del piemontese sia stata tutt’altro che casuale…

Nell’ultimo giorno di calciomercato è arrivato anche Maxime Leverbe, centrale classe ’97 messosi in luce nella passata stagione con la maglia dell’Olbia. Il francese arriva in prestito secco sino a giugno, poi tornerà alla Sampdoria. Operazione che malgrado l’apparenza ha una sua logica: Leverbe, nonostante la scarsa esperienza nel professionismo, sarà il quarto centrale in attesa del ritorno di Klavan. Si sarebbe potuto fare di meglio? Forse. Ma vanno considerate le circostanze (tempo a disposizione e denaro limitati) e contestualizzata l’operazione: in casi di estrema emergenza, la già citata duttilità di Cacciatore consentirebbe a Pisacane di evitare il trasloco sulla fascia sinistra, conservando quindi un posto nel cuore della difesa. Alla luce di ciò, l’inserimento in rosa di un altro centrale poteva anche essere evitato. Ma evidentemente gli errori passati insegnano, ed il club è voluto andare sul sicuro.

Tra presente e futuro: centrocampo rafforzato, e non solo dai nuovi arrivi

L’unica uscita a nel reparto mediano è quella di Dessena, che ha salutato il Cagliari per ritrovare Cellino e Marroccu a Brescia. L’ex capitano rossoblù è stato numericamente sostituito dal rientro anticipato di Deiola (rescisso il prestito con il Parma). Sempre a centrocampo, Birsa era l’obiettivo principale ed è puntualmente stato il primo colpo. Ha qualità e conosce bene i dettami tattici di Maran, probabilmente per sostituire Castro in corsa non si poteva fare di meglio. Inaspettata rilevanza mediatica è scaturita dall’arrivo in Sardegna di Christian Oliva (anche e soprattutto, a onor del vero, a causa dello stagnante calciomercato italiano). Il volante classe ’96 appare come un colpo in prospettiva, considerato che Cigarini alla fine è rimasto in Sardegna. Oliva parte quindi come terza scelta, ma potrebbe anche essere impiegato da interno in caso di necessità. Operazione apprezzabile sia per i margini di crescita del calciatore che per tempi e modalità: se – come probabile – Cigarini arriverà a giugno in scadenza di contratto, il Cagliari avrà già in rosa un regista pronto a sostituirlo. Non solo i nuovi arrivi: come spiegato in precedenza gli arrivi di Pellegrini e Cacciatore restituiscono in pianta stabile alla linea di mezzo Padoin e Faragò, ulteriori alternative tattiche e tecniche nelle mani di Maran.

Attacco rivoluzionato (per metà): l’usato sicuro e la promessa

Sette gol in due nell’ultima stagione e mezzo: non serve altro per giustificare la partenza di Marco Sau e Diego Farias. La fiducia riposta in estate nei due attaccanti dopo la scura, scurissima scorsa stagione non è stata ripagata ed il Cagliari ha pagato dazio nella prima parte di campionato, come dimostrano gli appena 19 gol realizzati in 21 giornate. Al loro posto, dentro un mix di freschezza ed esperienza. Despodov e Thereau partono agli antipodi: giovane ed alla prima esperienza in Serie A il primo, esperto e pronto a dare fin da subito il suo contributo il secondo. L’arrivo del francese permette a Maran di avere a disposizione un usato sicuro che vuole rimettersi in moto dopo sei mesi in naftalina alla corte di Pioli. La carta Despodov è un jolly che la società ha voluto (ma soprattutto potuto, vista l’oculatezza delle operazioni di mercato) giocarsi: le premesse sono buone, non resta che vedere il suo impatto con l’Italia e la Serie A.

Nel complesso, alla chiusura delle porte dell’Hotel Da Vinci il Cagliari si è rinforzato. Al di là dei singoli nomi, come spiegato, nel giudizio positivo hanno un peso specifico tutt’altro che trascurabile la logica delle operazioni messe a segno e soprattutto la loro compatibilità. Alla luce di queste considerazioni emerge un piano progettato dettagliatamente e ben attuato. Il Cagliari ha rimediato alle pecche commesse la scorsa estate e si è cautelato in vista di eventuali errori di valutazione. Ed ha messo a segno un paio di operazioni che potranno dare i loro frutti in seguito, che non guastano mai.

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