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Cagliari, è tempo di cambiare?

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Quattro sconfitte consecutive. Tre su quattro in casa. Sei su otto in campionato. Il Cagliari riflette sul possibile esonero di Massimo Rastelli

Alla luce dei numeri e dei risultati è inevitabile che se ne parli. Massimo Rastelli è in discussione, dopo la quarta sconfitta consecutiva incassata in campionato. La terza alla Sardegna Arena su appena quattro partite disputate. Sei k.o. nelle prime otto giornate di campionato. Il momento del Cagliari è sempre più nero e cupo. Per ora i rossoblù restano a galla, fuori dalla zona retrocessione, solo grazie ai successi maturati contro Crotone e Spal, ma già da domenica prossima, all’Olimpico contro la Lazio, le cose potrebbero cambiare. Perché dietro hanno tutte messo nel mirino il Cagliari. E perché a Roma, per la prima volta nelle ultime tre stagioni, sulla panchina rossoblù potrebbe sedersi un altro allenatore. La società pensa all’esonero del tecnico che ha riportato il club in Serie A dopo appena una stagione, che ha vinto per la prima volta nella storia del Cagliari un campionato di Serie B e che l’anno scorso è riuscito da esordiente a salvare la squadra neopromossa, portandola all’undicesimo posto con 47 punti. Imprese non da poco che gli solo valse il rinnovo di contratto. Ma dopo tre anni qualcosa sembra non funzionare più. Il giocattolo pare essersi rotto, nonostante gli innesti importanti arrivati dalla campagna estiva. Certo, rispetto ad un anno fa il Cagliari è costretto a giocare senza terzini. Se prima c’erano Murru e Isla (o Pisacane), ora i rossoblù gioca con centrali e mezzali adattate sulle fasce. Padoin, Faragò e Capuano non si sono mostrati all’altezza. Senna Miangue e soprattutto van der Wiel non si sono fatti trovare pronti. A centrocampo però si può contare sulle geometrie di Cigarini e sull’esplosione di Barella, mentre in attacco è arrivato un certo Pavoletti a sostituire Borriello. Non è la prima volta che nella lunga gestione Rastelli il Cagliari si trova in difficoltà. Ma se le altre volte la squadra era sempre riuscita ad uscirne viva, questa volta le cose appaiono nettamente diverse. Non basta più neanche l’orgoglio, quello che nel dicembre scorso aveva permesso a Farias di vincere da solo una gara già persa contro il Sassuolo (da 1-3 a 4-3). Questa volta il brasiliano si è fatto trovare appannato e il primo gol di Leonardo Pavoletti in rossoblù non ha dato la spinta sufficiente ai compagni per risalire la china contro un Genoa che, sulla carta, era nettamente più in difficoltà del Cagliari.

PERCHÉ CAMBIARE ? – È giusto cambiare? Questa è, forse, la domanda più ricorrente nei pensieri del presidente Tommaso Giulini. Memore degli errori della prima stagione, in cui è arrivato a cambiare per tre volte guida tecnica, ora la società sembra più prudente verso questo tipo di soluzione, quasi allergica all’esonero. Ciò ha permesso in passato a Rastelli di uscire da situazioni spinose e risollevare la squadra per portarla a raggiungere gli obiettivi prefissati. Dal punto di vista dei risultati effettivamente non si può rimproverare nulla al tecnico campano. Dal punto di vista del gioco, invece, la squadra ha spesso latitato, incassando pesanti sconfitte e in alcuni casi non riuscendo a cambiare le partite in corsa. Ieri Massimo Rastelli è sembrato fin troppo arrendevole, un uomo forse già consapevole del destino che lo attende. Dopo quattro sconfitte consecutive non ci sarebbe nulla di strano nel scegliere di cambiare. Dopo tre sconfitte in casa, nel nuovo stadio che sarebbe dovuto essere fortino, contro tre dirette concorrenti perla salvezza, cambiare è normalità nel calcio di oggi. Se prima i risultati avevano salvato il tecnico, ora sono gli stessi che lo mettono sul banco degli imputati. Tutte le colpe non sono ovviamente sue, ma l’esonero potrebbe essere la via più facile per ripartire, dare una scossa alla squadra ed evitare di compromettere un campionato iniziato male ma che vede il Cagliari ancora in acque tranquille.

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