Cagliari, il ritorno di Claudio Ranieri è la dimostrazione che nel calcio contano anche i sentimenti

Il ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina del Cagliari è la dimostrazione che a volte, nel calcio, i sentimenti contano davvero

La Gazzetta dello Sport ha fatto giustamente luce su una questione: il ritorno di Claudio Ranieri a Cagliari ha distrutto molti slogan che vogliono il calcio come un mondo di luoghi comuni: anagrafe, modernità e così via.

Non solo; ci sentiamo di dire che il ritorno di Ranieri sulla panchina sarda è la dimostrazione che i sentimenti, nel calcio, contano davvero. Non tutti i professionisti del settore, in uno sport che ormai è questione di marketing e show-business, fanno prevalere i sentimenti quando scelgono da che parte stare. Soprattutto quando si tratta di prendere in mano una squadra che al termine del girone d’andata di Serie B stava rischiando di doversi guardare le spalle con seria preoccupazione. Sir Claudio è un tecnico ormai internazionale, che ha vinto una delle Premier League più emozionanti di sempre, quella della favola Leicester. Ranieri è un monumento, senza metafore: proprio a Leicester è stata costruita una statua che lo raffigura. Eppure, il tecnico romano ha scelto di tornare ad allenare nel campionato cadetto.

Alla base della scelta di Ranieri c’è soltanto il desiderio di tornare nella sua Cagliari, la città che tanto lo ha amato e che lui ha ripagato con tante imprese sportive da allenatore. Promettendo, tanti anni fa, che un giorno sarebbe tornato. L’impressione è quella che Sir Claudio avrebbe accettato un contratto nel campionato cadetto soltanto se a chiamarlo sarebbe stata la società rossoblù. Come sostiene la moglie del tecnico, quando Ranieri parla con un sardo il suo volto cambia completamente. Perché, è vero, tra il tecnico e l’isola c’è un rapporto che va ben oltre la stima tra allenatore e tifosi. Come, alla base della scelta dell’allenatore, c’è molto che supera qualsiasi contratto di collaborazione sportiva, per quanto ingente possa essere.