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Bruno Alves si è già preso il Cagliari

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Un punto in tre partite è senz’altro un piccolo campanello d’allarme per il Cagliari. In questo inizio di stagione, però, non sono mancate le notizie positive dai giocatori scesi in campo. Oltre alla vena realizzativa di Marco Borriello, Rastelli ha potuto contare sulla solidità e l’esperienza di Bruno Alves.

Il 27 novembre compirà 35 anni, ma quello visto nelle prime tre gare di Serie A con la maglia rossoblùsembra tutto tranne che un giocatore che si ritirerà a breve. Gli sono bastati pochi minuti per convincere compagni, allenatori e soprattutto tifosi che è l’uomo giusto per questa squadra. Personalità, carattere, esperienza e tecnica: tutte qualità del difensore portoghese campione d’Europa in carica. In Sardegna un difensore così non si vedeva da tempo e, forse, non si è mai visto. A Bologna ha trovato anche il suo primo gol italiano, direttamente su calcio di punizione, dimostrando che, oltre alla cattiveria agonistica, ha anche un ottimo piede. Ci aveva provato anche a Genova e al Sant’Elia contro la Roma, facendo intravedere le sue doti balistiche. Oltre a questo, però, ha sempre mostrato una solidità difensiva unica, nonostante il Cagliari abbia subito ben sette gol nelle prime tre giornate.

 

A Marassi contro il Genoa ha letteralmente giganteggiato per quasi tutta la partita, salvo crollare nel finale insieme al resto della squadra. Prima dell’1-1, però, ha guidato la retroguardia in maniera perfetta. Non ha sbagliato nessun intervento di testa, allontanando ogni possibile pericolo. Ha dominato l’area di rigore, intimidendo l’attaccante genoano (fresco di convocazione in nazionale) Pavoletti. Con il pallone tra i piedi sa sempre cosa fare. Mai un disimpegno sbagliato, mai una scelta errata. I piedi sono da vero brasiliano (qual è lui seppur di origine). E non è un caso se il gol di Genova nasce proprio da un suo lancio lungo per Sau che provvederà poi a crossare la palla per Borriello in area di rigore.

 

Contro la Roma ha pensato bene di annullare Salah già a metà primo tempo: gli è bastata una spallata durante un contropiede. Dopo quella azione l’egiziano gli ha girato a largo, senza riuscire più a rendersi pericoloso. Piccole malizie di un difensore esperto. Anche Dzeko quando entrava in contrasto aereo con lui, nonostante la sua stazza, non è mai riuscito a prendere il pallone di testa.

 

È stata ugualmente solida la prova difensiva contro il Bologna, dove ha salvato un gol dopo pochi minuti su un pallone messo al centro da Verdi. Ma quello che forse ha più impressionato è stata la sua voglia di recuperare la partita, nonostante l’inferiorità numerica (diventata doppia per l’infortunio di Ionita). Ha prima trovato il gol su punizione, spingendosi poi in attacco nell’invano tentativo di pareggiare il risultato. Un esempio da seguire per tutti i compagni. Non sarà più il giocatore che costò 22 milioni di euro allo Zenit di Spalletti qualche anno fa, ma il Bruno Alves visto in questo inizio di stagione resta un difensore di tutto rispetto, in grado di dare tanto alla causa Cagliari e far crescere difensori come Ceppitelli, Capuano e Salamon. E se i nostri lettori l’hanno nominato migliore in campo in tutte le prime tre gare di campionato un motivo ci sarà.

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