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Borriello? No, Nicolò Barella. E non solo

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In una settimana in cui si è parlato fin troppo dell’ex Marco Borriello, post partita compreso, è salito (ancora una volta) in cattedra Nicolò Barella, che ha segnato finalmente il suo primo gol in Serie A

Fuoco dentro. Stipendio raddoppiato. Liti con Rastelli. Screzi con Giulini. Problemi con lo spogliatoio. Invidie, gelosie, forma fisica. La sfida con Pavoletti. Gli insulti sui social. La settimana della partita tra il Cagliari e Marco Borriello è finalmente terminata. Sette giorni di fuoco, post partita compreso, che hanno tirato fuori per l’ennesima volta la questione sull’addio dell’attaccante napoletano il giorno prima dell’inizio del campionato. Le polemiche non sono mancate e non mancheranno. Da come si aspettava la gara del “Paolo Mazza” di Ferrara, sembrava quasi che il Cagliari non dovesse affrontare la Spal, ma solo il suo passato. Per fortuna, Massimo Rastelli e i rossoblù scesi in campo non si sono dimenticati degli altri dieci giocatori, offrendo una prestazione praticamente perfetta. Perché allora, dopo un 2-0 così – per certi versi storico, visto che mai il Cagliari aveva vinto in casa della Spal – si parla ancora di Marco Borriello? Si dovrebbe, invece, parlare di Nicolò Barella. Classe 1997, 20 anni, nato a Cagliari, con un talento che poche volte si è visto passare in Sardegna. Palermo, Juventus, Milan, Crotone e Spal. Il centrocampista rossoblù è sempre stato il migliore della squadra, offrendo prestazioni esaltanti, assist per i compagni, giocate sopraffine, quantità e qualità in mezzo al campo. Mancava solo una cosa: il gol. La prima rete in carriera tra i professionisti è arrivata finalmente ieri a Ferrara, complice anche una deviazione di Viviani. Il fiuto del gol non sembra essere (ancora) nelle sue corde, ma se il ragazzo inizia anche a segnare, oltre che a offrire prestazioni come quelle di questo inizio di stagione, difficilmente Tommaso Giulini riuscirà a trattenerlo a lungo in rossoblù. Le qualità e la classe di Barella sono da predestinato, di un giocatore che grazie a Rastelli ha capito cosa occorresse fare per il grande salto. Prima di tutto la consapevolezza nei propri mezzi, oltre che alla testa, alla concentrazione e all’impegno costante che gli permettono di eccellere in entrambe le fasi di gioco. Un vero e proprio tuttocampista che piano piano sta attirando le attenzioni dei grandi club italiani e in un futuro non troppo lontano anche di quelli esteri. Il Cagliari se l’è già preso da tempo. La Nazionale Under 21 l’ha conquistata in mezza partita. Se continua così e soprattutto se comincia anche a segnare, niente può essergli precluso. Nemmeno una chiamata per il Mondiale di Russia 2018.

GLI ALTRI – Ma il Cagliari, questo Cagliari, non è solo Nicolò Barella. Anzi, è un gruppo coeso che – una volta superate le difficoltà delle prime due trasferte proibitive con Juventus e Milan – ha ottenuto il massimo da due partite fondamentali in questo inizio di stagione contro due rivali per salvezza come Crotone e Spal. Dopo quattro giornate i rossoblù sono decimi con 6 punti, cinque in più rispetto alla zona retrocessione. È ancora presto, la classifica deve ancora sistemarsi, ma mettere il fieno in cascina è fondamentale fin da subito. D’altronde gli inizi di stagione di Massimo Rastelli sono sempre così. Sia in Serie B che in Serie A, i punti conquistati nelle prime giornate si sono rivelati importantissimi nei momenti bui di campionato che prima o poi colpiscono ogni squadra. Perso Borriello, il tecnico ha tra le mani forse un giocattolo ancora migliore e più funzionale alle sue idee di calcio. Pavoletti (per ora) non segna come il già citato attaccante della Spal, ma fa a sportellate e apre gli spazi ai compagni, in attesa di trovare la condizione. E se Barella è stato finora il migliore tra i rossoblù, Joao Pedro è per ora il capocannoniere stagionale con tre reti (a cui va aggiunto l’assist per Sau contro il Crotone): una in Coppa Italia e due in campionato. L’ultima, segnata ieri a Ferrara, di una bellezza assoluta, con una conclusione dalla distanza potente, precisa e imparabile. Sembra un giocatore totalmente diverso dall’oggetto misterioso arrivato nell’estate del 2014 in Sardegna dall’Estoril. Sarà perché Zeman lo faceva giocare mezzala, o sarà Rastelli che gli ha trovato la collocazione ideale in campo, contribuendo alla sua crescita schierandolo sulla trequarti alle spalle delle due punte. Un altro che rispetto al 2014 sembra un altro giocatore è Alessio Cragno. L’esperienza lo scorso anno in B con la maglia del Benevento, è servita al portiere di Fiesole, che a Ferrara ha chiuso per la seconda volta in stagione la porta del Cagliari, uscendone imbattuto. Non era scontato, visti i problemi difensivi della passata stagione. I meriti sono anche suoi, ovviamente. Cragno ha negato il gol ai giocatori spallini in più di un’occasione, compiendo addirittura un miracolo su un tiro deviato da Viviani. Barella, Joao Pedro e Cragno. Di loro e del futuro si dovrebbe e si dovrà parlare. Non del passato.

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