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Arrica: «Non ci sarà mai più un Gigi Riva. Vi racconto la storia del suo arrivo al Cagliari»

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Stefano Arrica, figlio dell’ex presidente del Cagliari Andrea, è stato ospitato per una trasmissione radiofonica di Radiolina

Quest’oggi Stefano Arrica, figlio dell’ex presidente del Cagliari Andrea, è stato ospitato per una trasmissione radiofonica di Radiolina. Vi riportiamo in diretta le sue dichiarazioni sui rossoblù e non solo. Le sue parole:

LE PAROLE DI ARRICA

GIGI RIVA«Vorrei che Gigi fosse ancora qui per poter dire di conoscerlo ancora ora. Non mi abituerò mai a parlarne al passato. Questa è la vita, rimarrà per sempre nei nostri cuori. Anche in quelli di chi non tifava il calcio. Non ci sarà mai più un Gigi Riva».

STORIA – «Quando è arrivato a Cagliari avevo tre anni ma ho dei ricordi. Nel libro ci sono i ricordi miei dai 6 anni in poi, prima ho un vuoto di memoria ma ho i racconti dei miei genitori conservati. Avendo perso padre e madre, Gigi aveva bisogno di una famiglia. I miei genitori l’hanno aiutato in tutto, anche a cercare casa. Anche con Gigi è stata una situazione alla “Sliding Doors”, è stata una situazione di uomini più che di società. Mio padre aveva le segnalazione da parte di un ufficiale dei carabinieri per Gigi. Si chiamava Vitali, aveva arrestato il bandito Cimino. Era il consigliere di mio padre e gli segnalò questo ragazzino ossuto del Legnano, del cui presidente mio padre era amico. Gigi era nel giro delle Nazionali e mio padre lo fece firmare senza dire nulla al Cagliari. Nella partita osservata lui giocava male, il presidente del Bologna lo voleva. Mio padre tornò a Cagliari con il contratto firmato, bluffò con la società dicendo che lo avrebbe comprato lui ma non aveva soldi per farlo. Chiama Dall’Ara (pres. Bologna n.d.r.) dicendo che ci avrebbe dato 50 milioni, come una plusvalenza. La società era pronta a rivenderlo ma mio padre si rifiutò. Se non fosse venuto a Cagliari non avremmo mai potuto raccontare questa storia bellissima».

SEMPRE FEDELE – «Ero un bambino privilegiato, potevo conoscerlo e stare con lui. Alcuni dicono che Gigi fosse sempre di malumore ma in realtà aveva sempre la battuta pronta, Gigi si è goduto la vita. Era una persona con la quale si poteva parlare di tutto. Gigi non era uno triste per quanto fosse un irriducibile, era uno che voleva fare e dire quello che voleva. Mio padre è stato corteggiato da tutti per Gigi ma lui non voleva andare. Valeva 2 miliardi anche se lo abbiamo comprato qualche anno prima solo per 37 milioni».

PRESIDENTI – «Gigi credeva attraverso me di poter ottenere qualcosa con il presidente Cellino ma io gli dicevo che per ottenere qualcosa da lui bisognava dirgli il contrario. Io gli ho detto che Papà gli ha voluto un bene matto, non lo avrebbe mai venduto se non avesse voluto lui. Papà lo prometteva a tutti che dovevano essere pronti ma era la storia di uomini, gente che mangia insieme e guardava la partita assieme. Ma lui non lo avrebbe mai dato».

ANEDDOTO – «Licenza elementare: l’anno dello scudetto, la mia maestra era innamorata di Gigi. Ad un certo punto Gigi viene a prendermi a scuola prima di andare all’allenamento. Io stavo facendo l’esame. La mia maestra lo vede quando entra e sviene. Mi ha fatto il compito la maestra perchè ero con Gigi e dovevo andare via con lui. Andai via sulla Spider di Gigi, molti mi invidiarono».

RITIRO GIGI – «Mio padre era presidente, dal 63′ al 74′ era vice ma aveva carta bianca. Il presidente era un politico per dare importanza agli investimenti attraverso la Saras ed i Moratti. Volevano vendere Riva per fare cassa ma mio padre non voleva. Durante la tournèè americana venne licenziato Scopigno, mio padre lo riprese e bisticciò con il suo amico e socio storico Rocca. Mio padre non voleva uscire dal Cagliari come lui e allora si divisero tutte le aziende. Disse che voleva vincere lo scudetto e fu così».

FUNERALI – «Sono stato molto vicino alla famiglia, figli e non, anche i parenti di Leggiuno. Mi sono sentito anche invadente anche se mi hanno detto di no. Mi hanno fatto sedere vicino a Gigi. Io dalla notte prima ho visto tanta gente educata bene e gente sinceramente dispiaciuta che piangeva di fronte a Riva. Bello vedere che il nostro popolo gli sia stato così tanto vicino».

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