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Zenga: «Taglio stipendi? Io e Giulini l’abbiamo fatto il 3 marzo»

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L’allenatore del Cagliari Walter Zenga ha parlato in diretta a Radio Anch’io Sport sulle frequenze di Rai Radio 1

Walter Zenga conferma la sua idea di giocare anche d’estate. L’allenatore del Cagliari, intervenuto in diretta Radio Anch’io Sport sulle frequenze di Rai Radio 1 ha detto la sua sull’eventuale ripresa del campionato, svelando anche un retroscena sul contratto firmato con il club rossoblù.

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PRIORITÀ«Sono sempre ottimista di natura. In questo momento non esserlo vuol dire crearsi un alone negativo e non vedere un domani. La situazione ci impone attenzione. In questo momento mi sembra molto difficile ipotizzare e prevedere una data. La situazione non è ancora delineata. Da sportivo, secondo me, si può tranquillamente sforare oltre le date stabilite, basta trovare un accordo con la FIFA. La priorità assoluta però è quella di tornare alla vita. Quello che è successo cambierà tutti. Io sono isolato dall’8 di marzo. Ho preso questa decisione volontariamente, senza aver avuto mai nulla. Ho rispettato le direttive e ho dato l’esempio. La mia famiglia è a Dubai e questo comporta tanti problemi, ma so che stanno bene e sono in una condizione di sicurezza».

STIPENDI«Tagli di stipendi? Mi dispiace che ci stiamo focalizzando sui soldi e non sul reale problema, ovvero quello di risolvere questo brutto momento. Quando ho firmato il contratto con il Cagliari il 3 marzo, io e il presidente Giulini abbiamo messo una clausola di buon senso che riguardava proprio questo periodo – svela Zenga Le persone intelligenti queste cose le vagliano con anticipo e hanno soluzioni a riguardo. Si parla dei tagli di stipendi della Juventus, ma io e il presidente Giulini l’abbiamo fatto il 3 marzo. Mi sembrava corretto pensarci un po’ prima».

PREPARAZIONE«La preparazione? Un conto è finire un campionato, andare in vacanza e poi andare in ritiro. Quando e se si ripartirà, e mi auguro che si ripartirà perché vuol dire che si è tornati alla normalità, la preparazione sarà differente. Saranno due mesi di persone chiuse in casa e senza aver fatto un allenamento specifico. Non ci saranno amichevoli di preparazione o solo in determinate situazioni. Poi giocheremo un campionato di 12-13 partite in uno spazio ristretto. Cambierà completamente il modo di fare preparazione. Io non ho mai pensato di poter tornare in campo il 3 maggio. Ma sono ottimista perché la FIFA ha dato la possibilità di sforare oltre il 30 luglio. Secondo me, se tutto va bene, noi possiamo giocare anche d’estate e con uno stop breve tra un campionato e l’altro. Chi se ne frega delle vacanze. Il tour de force? Non voglio usare le solite frasi fatte. Il problema però è un altro. La priorità è ritornare alla normalità. Per questo ci vorrà tempo, tanto tempo. Il calcio passa in secondo piano. Senza dimenticare però che il calcio è importante per il PIL italiano. Si pagano degli stipendi elevati, ma chi prende questi stipendi paga anche tantissime tasse. Se il campionato dura 14 mesi, Mancini è talmente bravo che sarà in grado comunque di fare un grandissimo Europeo nel 2021».

RIPRESA«Diluire le prossime 12 giornate nella prossima stagione e cancellare la prossima stagione? Ma le società che al 30 di giugno hanno delle scadenze, cosa fanno? – ribatte Zenga  Ogni ipotesi ha le sue controindicazioni. L’unica ipotesi ora è vedere alle 18 i dati che calano. Io ho allenato in Serbia e in Romania, dove il campionato finisce a maggio e dopo 10 giorni vai in ritiro perché hai i preliminari di Europa League. Non penso sia un problema giocare una stagione più 13 partite, perché il Cagliari deve giocare 13 partite, non 12. Se dobbiamo giocare senza sosta, giochiamo senza sosta. Guardiamo l’Inghilterra come modello di riferimento, loro giocano anche il 26 dicembre e il 1 gennaio. Dobbiamo fare dei sacrifici? Facciamoli».

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