Zeman: «La mia missione nel calcio? Portare le famiglie allo stadio»

Bravi e Camboni. Questo è il titolo del libro di Paolo Piras, presentato ieri al Palazzo Vicereggio davanti ad una platea ricca di tifosi rossoblù e di alcuni uomini della società di Giulini, tra cui il DS Marroccu. Una presentazione dove non è mancato uno spazio dedicato al Zdenek Zeman, l’allenatore rossoblù che porta con sé un credo del calcio che ha fatto scuola ed per molto tecnici un esempio da seguire. Nell’intervista realizzata da Paolo Piras, il boemo si è soffermato alcuni argomenti tra cui la sua personale missione nel mondo del calcio.

CAMBONI – «I camboni non esistono. Esistono i giocatori che non riescono ad ambientarsi e ne risentono sul campo. Poi questi quando vanno in altre squadre riescono a rendere al meglio. Così è successo anche a Larrivey, anche se penso che lui anche qui abbia fatto bene. Tutto dipende dall’ambiente».

PRESENTE E PASSATO – «Il calcio è cambiato: era prima di tutto uno sport di squadra, oggi invece è diventato molto più individuale. I giocatori hanno molte più distrazioni ed esistono delle cose che una volta non c’erano, come ad esempio i social network. Una volta si stava più insieme e si faceva gruppo anche con una semplice partita a carte. Oggi è diventato più difficile far gruppo all’interno di una squadra. E’ importante conoscersi bene anche fuori dal campo».

MISSIONE – «La mia missione nel calcio? Non c’è una missione particolare. Noi facciamo calcio, quindi prima di tutto uno sport e dopo uno spettacolo. Forse la vera missione è quella di portare le famiglie allo stadio attraverso il nostro spettacolo e cercare di scomodarli dalle poltrone per venire a vedere quello che facciamo sul campo dal vivo e non solo dalla TV».