2014

Zeman a Tiki Taka: «Sono fortunato per questo gruppo. Ibarbo è un giocatore naïf»

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Ospite di Tiki Taka su Italia 1, Zdenek Zeman ha parlato dell’impresa del Cagliari a San Siro contro l’Inter, incassando anche i complimenti del presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, anche lui ospite di Pardo, che l’ha definito Clint Eastwood e inventore del calcio, ma per la sua squadra: “Mi tengo stretto Mihajlovic”

Ecco le parole del boemo dopo qualche problema col collegamento: “Non vi vedo, non so chi siete, ma ci sono. Io simbolo del calcio italiano? Grazie, ma i simboli sono altri. – ha risposto a Ferrero – La vittoria della Samp? Il derby è il derby, chiunque può vincere. Non ho visto la partita e non posso commentarla. I derby sono belli, sono una festa per i tifosi, poi qualcuno festeggia e altri piangono. Io ho iniziato con Licata-Agrigento, un derby seguitissimo”. Poi per l’ennesima volta ha precisato: “Io non ce l’ho con la Juventus. Io sono nato juventino per via di mio zio. Dovete distinguere tra la Juventus e chi ha fatto male al calcio italiano, l’avrei fatto anche se fosse stato il Milan. Per voi Calciopoli e farmaci non esistono” ha risposto al noto giornalista juventino Giampiero Mughini, che ha manifestato comunque la sua ammirazione per l’allenatore del Cagliari.

Successivamente si è collegato anche Ranocchia, che ha ancora negli occhi la sconfitta di ieri: “Ho visto una squadra che ha corso dall’inizio alla fine. Noi abbiamo giocato anche in Ucraina in Europa League, ieri qualche giocatore era anche affaticato, poi siamo rimasti in dieci. La responsabilità è di tutti. Dobbiamo capire gli errori che abbiamo fatto e ripartire, già dalla partita di giovedì che dobbiamo vincere”.

Prosegue Zeman: “Il Cagliari è mio da tre mesi. Ieri nel primo tempo si è espressa bene, mi è piaciuto e spero sia piaciuta anche a chi è venuto a vederci. Una rondine non fa primavera, dobbiamo ancora vedere su cosa è giusto fare e cosa è sbagliato. Ieri siamo entrati bene in campo, li ho visti tranquilli. In questi mesi abbiamo sempre lavorato e se si lavora bene arrivano i risultati. L’espulsione c’entra poco con il risultato finale, siamo entrati subito in gara. Gli applausi di San Siro? A me piace. Già due anni fa con la Roma ho ricevuto una grande accoglienza con uno striscione. Sono felice che la gente di Milano capisca e faccia i complimenti a chi gioca bene a calcio”. San Siro stadio dell’esordio di Zemanlandia in Serie A: “Me lo ricordo sì, eravamo tutti esordienti in A. Avevamo fatto benino, magari lì ci mancava anche un rigore che ci avrebbe fatto vincere la partita”. Poi il boemo torna sull’attualità: “La preparazione? Fin da piccolo ho capito che il calcio è sport di movimento e bisogna allenarsi al movimento. Sono fortunato, ho trovato un gruppo di ragazzi che non si è mai lamentato e si stanno prendendo delle soddisfazioni, spero sia solo la prima. Ci vuole tanto sacrificio, noi ci siamo allenati anche oggi. Mi piace calcio giocato, l’importante è che si giochi bene a prescindere dal modulo. L’Inter ha giocatori importanti, visto che li abbiamo già affrontati mi auguro che facciano bene nelle prossime partite. Il legame col mare? Io ho cominciato a Palermo, in un’isola. La Sardegna è sempre un’isola, forse è un po’ più staccata, ma magari domani fanno il ponte. Totti? Sono uno dei pochi fortunati che lo ha allenato, per me è il calcio. Dovremo aspettare altri vent’anni per uno come lui. Chi vince il campionato? Difficile dirlo dopo cinque giornate, ma se non succede niente di strano se lo contendono Roma e Juve. Ci sarà più battaglia rispetto all’anno scorso. Ibarbo? È un giocatore con delle doti fisiche e atletiche superiori alla media. Purtroppo è ancora un giocatore naïf, nel senso che c’è e non c’è, si inventa qualcosa. Se trova voglia se trova incentivi renderà tanto. L’esonero a Roma? Non siamo stati sulle stesse linee di pensiero. C’è stato qualche problema nell’insieme ”.

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