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Srna: «Cagliari, non ti dimenticherò mai» – ESCLUSIVA

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Un signore di nome Darijo Srna. Il difensore leggenda del calcio saluta da Kiev la tifoseria rossoblù e la Sardegna: «Non vi dimenticherò mai»

«Ciao, Cagliari!». Il tono entusiasta lascia trapelare affetto. Per una città e una terra che gli ha subito mostrato rispetto. «Mi è dispiaciuto molto non poter salutare i tifosi. Lo faccio adesso: siete sempre nel mio cuore e mi avete dimostrato da subito grande attenzione. Non vi dimenticherò mai». Darijo Srna, valori e sentimento. Leggenda del calcio mondiale, recordman di presenze con la Croazia, bandiera dello Shakhtar Donetsk, padre nobile della nazionale vice campione del mondo a Mosca 2018, l’ex difensore rossoblù si racconta a distanza. La pandemia è epocale, invasiva e non fa prigionieri. «La situazione in Ucraina al momento vede oltre duemila contagiati e una quarantina di decessi. Ma purtroppo sono numeri destinati a crescere». Pausa. Srna – da attuale team manager e ambasciatore dello Shakhtar – è reduce dalla consegna all’ospedale civile di una imponente fornitura di presidi e test rapidi per la diagnosi del Covid-19. La voce riprende forza. «Sono qui con la mia famiglia. Si deve avere pazienza, ne usciremo. La squadra? Siamo fermi da tre settimane, si lavora da casa seguiti dai coach. No, non abbiamo infettati». Il calcio, dunque. Con Srna si va a mille. Ma con giudizio. «La prima cosa è la salute di tutti, squadra, tifosi, popolazione. Solo assieme possiamo battere la pandemia, poi viene il campionato. Noi siamo primi con accesso diretto in Champions e stiamo facendo bene anche in Europa League».

Il rinvio degli Europei al 2021. Cosa ne pensa?
«Una decisione logica, erano coinvolte otto città. Per la Croazia non cambia nulla giocare l’anno prossimo. Il gruppo è solido, esperto e motivato. Un anno di stop può aiutare i ragazzi a crescere ancora».

Passo indietro. Shakhtar-Atalanta che ricordi le ha lasciato?
«Quando siamo stati sorteggiati con l’Atalanta ho detto subito al mister che si trattava di una squadra forte, con tante individualità e un grande coach. Gasperini li fa giocare molto bene, praticano il più bel calcio d’Italia da vari anni. Hanno un grandissimo attacco con ottimi giocatori come Papu Gomez, che conoscevo già dai tempi con il Metalist, Ilicic e Pasalic».

Vi hanno eliminato. Dove possono arrivare?
«In casa nostra è stata una partita strana, nata male. Faranno sicuramente bene».

Voltiamo pagina. Come va il suo nuovo lavoro?
«Sono una sorta di allenatore in seconda e coordinatore della squadra. E faccio l’ambasciatore dello Shakhtar. Mi trovo molto bene, è un ruolo difficile, cerco di mettere la mia esperienza, anche nel preferire un gioco d’attacco. Ma sono sempre in contatto con il presidente, e i vertici del club. Se lo Shahktar fa un buon gioco è merito di tutti noi. Abbiamo molti giocatori giovani nella prima squadra e nella Primavera giocano tanti giovani molto promettenti».

Qual è il bersaglio?
«Lo Shakhtar è destinato, come in passato, a dominare la scena internazionale. Il giusto mix di giovani ed esperti nel posto giusto dove crescere, con la mentalità e la visione del nostro presidente. Basta vedere il percorso di tanti campioni che sono passati da qui. La nostra storia parla chiaro».

Parliamo di croati. Chi c’è in rampa di lancio?
«La nazionale seconda al mondo è composta da tanti talenti. Giovani che crescono con giocatori fortissimi impegnati nei principali tornei. Penso a Rakitic, Brozovic, Perisic, Vida».

Senza scordare Modric, sua maestà Pallone d’oro
«Lukas è il giocatore chiave della Croazia. Un nome importante in ambito mondiale».

Sbarchiamo in Sardegna. Darijo, Rog è pronto per la Premier?
«Credo molto in Marko, può giocare in qualunque campionato di prestigio. È un giocatore fisico, intelligente tatticamente, peccato che a Napoli non abbia avuto tante occasioni per dimostrare il suo valore. Ma gli è servito per la sua crescita. A Cagliari sta mostrando il suo valore, sta facendo molto bene e avrà un ottimo futuro».

Pajac può essere il terzino sinistro del Cagliari?
«Sì, ma deve avere la possibilità di giocare con continuità».

Bradaric può ripartire da titolare in regia?
«Filip ha qualità al cento per cento. L’anno scorso per lui non è stato facile, con tanti nuovi giocatori e giovani con poca esperienza. Ha un po’ pagato questo in un campionato difficile come quello italiano. Al Celta Vigo sta andando bene, gioca un buon calcio e sono soddisfatti di lui. Può essere importante per il Celta ma potrebbe esserlo anche per il Cagliari».

A proposito di centrocampisti, si aspettava il boom di Barella?
«Quando sono arrivato, nei primi cinque giorni, ho pensato subito che sarebbe stato il futuro talento per il calcio italiano. Nicolò è un’ottima persona, un grande giocatore, ha un bel carattere, fattore molto importante nella vita. In ritiro, assieme a tavola, gli ho detto che era arrivato il momento di andare via da Cagliari. Era salito di livello e se voleva crescere come giocatore e persona doveva andare in una grande squadra. Nell’Inter sta mettendo in mostra il suo talento, in un paio d’anni diventerà uno dei più forti nel panorama internazionale. Mi sento onorato di averlo conosciuto e di averci giocato assieme».

Stiamo in serie A. Come vede la Roma del suo ex allenatore Fonseca?
«La Roma è una grande squadra, il campionato italiano non è facile per nessuno sopratutto nel primo anno. Ma devono avere pazienza con Fonseca, lo conosco molto bene, è diventato un amico. Farà grandi cose, ha qualità, carattere e carisma».

Ripassiamo da Cagliari. Con chi ha legato di più?
«Con Pisacane, Barella, Birsa e Pellegrini. Ma sono benissimo con tutti. Mi sento spesso con Birsa, Pisacane e Barella».

Tra i giovani rossoblù, chi pensa possa esplodere?
«I giovani vanno messi in luce. Penso a Oliva e Walukiewicz. Su quelli forti si deve rischiare, devono giocare. Solo così che si trova la loro vera forza».

Srna, come valuta l’esonero di Maran?
«Il primo periodo eccezionale, grazie a tanti giocatori come Nainggolan, Nandez, Simeone, Rog più i “vecchi” hanno fatto grandi risultati e bellissime prestazioni. Hanno molta qualità per essere fra i primi otto. Di Maran non conosco i dettagli, ma a Sky Sport avevo detto che per il Cagliari, per la poca esperienza, sarebbe stato duro stare fra il quarto e l’ottavo posto. Il club è sempre stato sopra la tredicesima posizione. Pressione e mentalità sono decisive».

In panchina è arrivato Zenga
«Lo conosco come portiere, uno dei più forti al mondo. Quando sei fortissimo e sei stato un capitano importante, devi avere una grande leadership per guidare una squadra. Gli auguro tutte le fortune del mondo».

Sarebbero serviti Srna e Padoin al Cagliari?
«Se fossi rimasto, con questa qualità di squadra, avrei fatto bene. Quando ci sono giocatori di valore, che sanno fare buon calcio, viene facile stare in campo. Con gli innesti di valore arrivati e un anno in più insieme mi sarei divertito ancora di più. Comunque, io e Padoin, anche se l’età avanza, saremmo stati di grande aiuto».

Cosa ricorda dell’ambiente e della città?
«Mi dispiace tantissimo non aver avuto l’opportunità di salutare degnamente Cagliari e i tifosi. Dopo l’ultima partita contro l’Udinese non hanno voluto il rinnovo e sono partito per la Croazia. Per me rimane comunque una esperienza eccezionale e un ambiente fantastico. Ho conosciuto gente splendida, amici veri, come Pierpaolo di Bracevera e Gianni del Forte Village. Persone che non si scordano facilmente. Come tutti i sardi».

Rifarebbe tutto quel che ha fatto?
«Sì, rifarei tutto. Non ho rimpianti».

Perché Srna non ha rinnovato?
«Non abbiamo trovato l’accordo. Per me è stato spiacevole, desideravo restare. Poi ho ricevuto un ottima opportunità dal mio club storico, l’ho accettata al volo senza realizzare che avrei smesso con il calcio giocato. Non so cosa farò in futuro ma mi piace imparare e mettere la mia esperienza in questo nuovo ruolo».

Darijo, chiudiamo con un messaggio ai tifosi
«Ripeto, ho un grande dispiacere per non averli potuto salutare come meritano. Li ringrazio per avermi accolto splendidamente dimostrandomi tanto affetto. Leggo con piacere tanti attestati di stima nel mio Instagram. Tornerò presto in Sardegna perché ho grandi amici, come Fabio Pisacane, Leonardo Pavoletti, Valter Birsa, Joao Pedro e tanti altri. Persone che mi hanno fatto trascorrere un anno indimenticabile e faranno sempre parte della mia vita. Forza Casteddu».

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