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Simeone: «Zenga come mio padre. In questo periodo ho capito tanto»

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Giovanni Simeone a 360°: dal miglioramento del suo rendimento in termini di gol alla vita in Sardegna, passando per il sogno Atletico Madrid

Dalla pausa forzata imposta dalla pandemia, in campo si è visto un altro Giovanni Simeone. Lo dicono i numeri e le prestazioni. Quattro gol di fila (sei, se gli ultimi due non fossero stati annullati), meno ripiegamenti in fase di non possesso e più lucidità di fronte al portiere avversario. L’ultimo centro, contro la Lazio, ha portato il Cholito a quota 11 reti. E prima del lockdown ne aveva messe dentro appena 6.

Intervistato da SportWeek, l’argentino ha spiegato i motivi di un cambiamento così radicale: «Io lo so che corro troppo, me lo dicono tutti, Zenga compreso. Avevo bisogno di tempo per capirlo e me lo sono preso con il lockdown. Mi sono rivisto qualche gara del Cagliari, mio padre mi ha mandato dei video di partite ed allenamenti dell’Atletico ed ho potuto vedere i movimenti dei suoi attaccanti. Ho capito che se invece di fare 12 chilometri a partita mi fossi comportato come loro avrei avuto qualche gol in più».

Il nuovo Simeone ragiona alla giornata, anche se gli stimoli in termini di gol da segnare arrivano da tutte le parti: «Io bomber da 20 gol a campionato? Pure di più: Nainggolan mi ripete “nei fai 25”. Zenga? E’ nato il 28 aprile come mio padre, a volte mi sembra i sentire lui quando allena. Stesso tono, stesso carisma, stesse parole. E’ uno che dà fiducia, ti sta addosso e non c’è cosa migliore. Mi ripete sempre la stessa cosa: “Giovanni, fammi un favore, non correre. Stai lì davanti. Pensi troppo, gioca d’istinto”. Ma io sono una persona generosa: mi piace aiutare, mi fa sentire bene». Altro fattore che lo fa star bene, la Sardegna: «Luogo unico. Benessere: non trovo un’altra parola per esprimere quel che provo stando qua, ti senti a tuo agio dal primo momento. La mia fidanzata Giulia, che è di Firenze, non vuol più tornare là».

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