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Muzzi: «Vi dico chi è il giocatore più forte con il quale ho giocato»

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Roberto Muzzi, dirigente del Cagliari, oggi ha parlato tra passato, presente e futuro in una lunga intervista. Le sue parole

Nella giornata odierna Fanpage ha pubblicato l’intervista realizzata in compagnia di Roberto Muzzi. Il dirigente del Cagliari oggi ha parlato tra passato, presente e futuro in una lunga intervista. Le sue parole:

RUOLO NEL CAGLIARI – «Sono coordinatore tecnico della Primavera e dell’U18 del Cagliari, una sorta di direttore sportivo del settore giovanile. Un ruolo più da campo che da scrivania, ma mi piace nonostante sia consapevole della responsabilità. Il nostro lavoro è quello di provare a portare calciatori in prima squadra per valorizzare il settore giovanile in tutto e per tutto. Lavorare bene con i giovani è molto importante sia per i club che per tutto il movimento».

PERIODO ROSSOBLU’ – «Anni migliori della tuaa carriera? Ho un legame molto forte con questo club e con questa gente, mi ha fatto diventare uomo e giocatore. Mi sono stati vicini nei momenti belli e brutti dal primo giorno: ho sempre sentito il calore dei tifosi e di questo gli sarò sempre grato».

GIOCATORI – «Il più forte con il quale hai giocato? Per me Fabian O’Neill viene ricordato meno di quello che merita perché era un calciatore davvero forte. La Juventus lo prese per sostituire Zidane, quindi già questo dovrebbe far capire tanto. Ha raccolto meno di quello che avrebbe dovuto ma era davvero forte. La sua scomparsa è stata un evento molto triste ma possiamo ricordarlo sempre per il calciatore fantastico che era».

ATTACCANTI VECCHIA SCUOLA – «Per me era più difficile prima perché ad essere penalizzati erano gli attaccanti: prima un difensore per essere ammonito doveva fare più di un fallo e comunque non sempre ricevevano cartellini, adesso i difensori sono più penalizzati perché al primo intervento brutto vengono subito sanzionati e questo pregiudica la prestazione. In qualche partita di allora sembrava che i cartellini li avessero dimenticati mentre ora non è più così. Poi è cambiato il regolamento sugli autogol, il VAR… è un mondo completamente diverso».

UN MUZZI OGGI? – «Difficile da dire, però direi Oristanio del Cagliari ha qualcosa in cui mi rivedo. È stato un po’ sfortunato e ha avuto qualche infortunio di troppo ma è un calciatore molto interessante».

NAZIONALE – «Con le squadre di provincia sono cresciuti tanti calciatori che poi hanno scalato la piramide del nostro calcio, altri non hanno fatto lo stesso percorso, ma quelle società sono sempre state una grande palestra sportiva e di vita. A quei tempi era complicatissimo arrivare in Nazionale anche solo per fare una presenza: io un anno ho fatto 17 gol in Serie A ma l’azzurro non l’ho visto manco da lontano».

PERCORSO AZZURRO – «Ho vinto due titoli europei con Cesare Maldini ed ho fatto parte di due squadre molto forti. Nella prima c’erano Peruzzi, Albertini, Baggio, Corini, Marcolin, Sordo, Buso, Melli mentre due anni dopo c’erano Toldo, Cannavaro, Panucci, Scarchilli, Carbone, Inzaghi e tanti altri… Dell’esperienza olimpica posso solo dire che fu bellissima perché siamo stati nel villaggio ed è davvero incredibile. C’era Johnson, c’erano atleti di ogni parte del mondo e tu mangiavi lì con loro al self-service. I risultati non furono brillanti ma è stata un’esperienza davvero stupenda».

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